martedì 5 novembre 2013

Nuovo colpo alla cristianità in Siria

 

 Da Mosca La Voce della Russia!

Noi preghiamo perché non si inneschi un conflitto religioso, questo sarebbe disastroso.” Questo è l’augurio del nunzio apostolico in Siria, Arcivescovo Mario Zenari, durante una triste giornata.

La sede della Nunziatura apostolica vaticana a Damasco è stata infatti colpita martedì 5 novembre da un missile. Il razzo sulla Nunziatura è caduto proprio il giorno dell’incontro a Ginevra tra Lahdar Brahimi, inviato dell’Onu e della Lega Araba, con i rappresentanti degli Stati Uniti della Russia per preparare la Conferenza sulla crisi siriana.

Il mortaio caduto sulla Nunziatura ha provocato danni materiali, ma non ho fatto vittime. “La Voce della Russia” si è rivolta per un commento a caldo all’Arcivescovo Mario Zenari, che dopo l’accaduto ci ha gentilmente rilasciato un’intervista.

Arcivescovo Zenari: Non c’è stata nessuna vittima, anche perché è successo stamattina verso le 06.30. Io mi stavo alzando e ho sentito questo forte scoppio, mi sono steso per terra. Poi ho visto che il razzo è caduto non vicino alla nunziatura, ma proprio sul suo tetto. Questo ha fatto dei danni materiali limitati. Per fortuna era molto presto, sul posto non c’erano ancora gli impiegati, i giardinieri che pulivano il cortile. Altrimenti qualcuno poteva rimanere colpito dalle schegge del mortaio o dalle tegole cadute nel cortile.

Corrispondente: Quindi grazie al cielo non ci sono vittime né feriti.
Arcivescovo Zenari: No, per fortuna no, solo danni limitati alla residenza.

Corrispondente: Qual è la situazione nella città, ci sono disordini attualmente?
Arcivescovo Zenari: In queste ultime settimane io vivo un po’ di fiducia, perché almeno nel quartiere dove si trova la nunziatura sembrava tutto calmo, ci sono state belle giornate autunnali col sole. Qui era inimmaginabile, non pensavo potesse capitare questo razzo stamattina. Devo dire però che sabato, quattro giorni fa, sono caduti due razzi sul convento dei Francescani ad Aleppo, proprio in centro nel quartiere cristiano. Questo ha fatto dei danni al tetto del convento. In queste ultime settimane sono caduti diversi rocket sulla Damasco vecchia, dove si trovano le chiese cristiane.
Proprio ieri ho sentito che dall’inizio del conflitto ad oggi sono caduti su Jaramana, un quartiere popolare di Damasco, 2800 mortai rocket.

Corrispondente: Cifre che spaventano veramente …
Arcivescovo Zenari: Qui a Damasco c’è stata una pioggia di mortai che fanno danni con le schegge, fanno feriti e morti. Anche la nunziatura è nella stessa barca con tutti quanti. Tutti noi siamo esposti ogni giorno a questi pericoli, soprattutto per quanto riguarda i rocket. Anche se non siamo in zone di guerra, Damasco è una città dove piovono rocket.

Corrispondente: Si percepiscono dei sintomi di un conflitto interreligioso nella capitale?
Arcivescovo Zenari: Non sono evidenti. Non so se il mortaio di oggi sulla nunziatura sia stato mirato o uno sbaglio, qui non posso commentare. Però pensiamo a due mortai sabato sul convento dei Francescani, altri rocket caduti negli ultimi mesi anche sul quartiere cristiano di Damasco. Questo diventa preoccupante, non solo per tutti i siriani esposti ai bombardamenti, ma anche per i cristiani, che cominciano ad avere timore. Quello che sta succedendo alle minoranze fa riflettere.
Noi preghiamo perché non si inneschi un conflitto religioso, questo sarebbe disastroso. Quello che vogliamo ottenere è che termini subito questa violenza e spargimento di sangue, che tutte le parti siano disponibili a sedersi a un tavolo ad una conferenza di pace.

Corrispondente: Secondo Lei nei mass media viene trasmessa un’immagine veritiera sulla situazione siriana? Lei personalmente di cosa vorrebbe che si parlasse di più?
Arcivescovo Zenari: Dall’inizio del conflitto non ci sono stati dei reporter buoni, perché all’inizio del conflitto non potevano entrare i giornalisti. Io ho detto ancora nel primo anno del conflitto a qualche autorità di lasciar entrare i giornalisti. Alcuni avrebbero parlato male del governo e del regime, altri avrebbero potuto vedere con i propri occhi oggettivamente quello che succede. Purtroppo ci sono stati tanti morti, tra i giornalisti le vittime sono 50 in questi due anni e mezzo di conflitto. Questo non aiuta a capire la verità oggettiva di questo conflitto. I giornalisti che vengono qui sono ancora pochi e quindi al di fuori della Siria non c’è la percezione direi oggettiva di questo conflitto.
Essendo fuori dalla Siria è molto difficile capire questo conflitto.

Avete ascoltato l’intervista gentilmente rilasciata a Tatiana Santi dal nunzio apostolico in Siria, l’Arcivescovo Mario Zenari sulla caduta del missile sulla Nunziatura apostolica di Damasco.

http://italian.ruvr.ru/2013_11_05/Nuovo-colpo-alla-cristianita-in-Siria/

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