venerdì 2 maggio 2014



Dichiarazione del Ministero degli Esteri della Russia in merito all'operazione militare nel sud-est dell'Ucraina

La Russia è indignata per inizio a Slavjansk dell’operazione militare punitiva con l’utilizzo dei terroristi del "Settore destro" e di altre organizzazioni ultranazionaliste. Unità dell'esercito ucraino, utilizzando carri armati ed altri mezzi pesanti, elicotteri da combattimento ai quali sono applicati missili attaccano manifestanti. Arrivano informazioni su morti e feriti.

Come abbiamo più volte messo in guardia, l’utilizzo dell'esercito contro il proprio popolo è un crimine e sta portando l'Ucraina al disastro.

Se qualcuno aveva dei dubbi ora è diventato evidente che le numerose dichiarazioni del cosiddetto governo ucraino sull’avvio di un dialogo nazionale allo scopo di trovare il modo di porre fine profonda crisi del paese sono il nulla, sono ipocrisia.

Il regime di Kiev ha già stracciato l'accordo del 21 febbraio, violando gravemente gli obblighi della Dichiarazione di Ginevra del 17 aprile, che prevedevano la cessazione di ogni violenza.

Recentemente nella regione di Donezk, su richiesta dei nostri partner occidentali e in collaborazione con la dirigenza del Consiglio d'Europa, è stato inviato il rappresentante del Presidente della Russia Vladimir Lukin per aiutare a risolvere la situazione dei specialisti militari dei paesi europei detenuti a Slavjansk. Esigiamo che vengano adottate misure globali per garantire la sicurezza del rappresentante russo perché non può essere esclusa alcuna provocazioni da parte del regime Kiev volta ad interrompere la sua missione, già in pericolo a causa delle azioni aggressive dell'esercito ucraino e dei paramilitari radicali intorno a Slavjansk.

Particolarmente allarmanti sono le informazioni disponibili sul corso delle operazioni punitive dell'esercito ucraino e dei gruppi ultranazionalisti illegali che discutono via etere in inglese e riguardo al fatto che tra gli attaccanti a Slavjansk sono stati notati stranieri di madrelingua inglese. Insistiamo sull’evitare qualsiasi interferenza esterna in ciò che sta accadendo in Ucraina. Ricordiamo a questo proposito sulle informazioni pervenute in merito ad una presenza di mercenari americani do organizzazioni militati private in Ucraina, sempre vagamente negata da Washington. E' ben noto come le cosiddette organizzazioni militari private non possano operare all'estero senza l'approvazione del Dipartimento di Stato americano.

Sostenendo gli organizzatori del colpo di stato a Kiev nella loro linea di violenta repressione delle proteste, gli Stati Uniti e l'Unione europea si stanno assumendo una grande responsabilità che in pratica chiude ogni strada ad una risoluzione pacifica della crisi. In questo contesto sembra non casuale che Washington, in violazione delle prescrizioni della Dichiarazione di Ginevra del 17 aprile volta a sostenere la proposta di organizzare sotto l'egida dell'OSCE, abbia respinto ogni inizio di  dialogo tra i rappresentanti delle autorità di Kiev e delle regioni sud-orientali dell'Ucraina.

Esigiamo risolutamente dall’Occidente l’abbandono delle politiche distruttive nei confronti dell'Ucraina e da coloro che si sono autodichiarati l’autorità di Kiev la cessazione immediata dell’operazione punitiva e di ogni violenza contro il proprio popolo, la liberazione dei prigionieri politici, la garanzia della piena libertà dei giornalisti. Questo avvierà un reale processo di de-escalation. E’ necessario organizzare immediatamente un dialogo politico veramente equo che coinvolga tutte le regioni al fine di sviluppare accordi reciprocamente accettabili sul futuro del Paese e non cercare di imitare le riforme della ristretta cerchia della auto-proclamata "coalizione dei vincitori".



http://www.mid.ru/brp_4.nsf/newsline/3E75E3F7753EE78A44257

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