Lettera del Patriarca Kirill
al Papa e a vari leader politici mondiali sulla discriminazione confessionale
in Ucraina
Il
18 maggio l’ordine del giorno della Verkhovna Rada (“Consiglio Supremo”), il
Parlamento nazionale dell’Ucraina, prevede la votazione dei progetti di legge
N°4128 e N°4511.
Il
disegno di legge N°4128 “Sulle modifiche da apportare alla Legge dell’Ucraina
“Sulla libertà di coscienza e le organizzazioni religiose” (relativamente al
cambiamento di giurisdizione da parte delle organizzazioni religiose)” propone
di inserire nella legislazione relativa alla religione il concetto vago di
“appartenenza della persona a una comunità religiosa” sulla base di una
cosiddetta “autoidentificazione”. Viene proposto di concedere alle persone
“appartenenti a una comunità religiosa”, chiunque si attribuisca tale titolo,
la facoltà di cambiare lo statuto della comunità attraverso una votazione che
ottenga semplicemente la maggioranza. In sostanza il disegno di legge vuole
legalizzare la pratica dei “referendum” fittizi con la partecipazione di tutti
gli abitanti di una qualsiasi località (e forse anche di estranei) che
dichiarano di appartenere alla comunità religiosa in questione.
Il
disegno di legge N°4511 “Sulla condizione particolare delle organizzazioni
religiose i cui centri amministrativi si trovano in Stati riconosciuti dalla
Verkhovna Rada dell’Ucraina come Paesi aggressori” vuole imporre a tutte le
comunità, il cui centro di obbedienza canonica si trova in Russia (cioè, prima
di tutto, alle comunità della Chiesa Ortodossa Ucraina), una “condizione
particolare” che comporta una sostanziale perdita di diritti. Oltre a imporre
una nuova registrazione di tutte le comunità della Chiesa Ortodossa Ucraina
(cosa che certamente provocherebbe nuovi attacchi alle chiese e scontri tra
fedeli di confessioni diverse), il disegno di legge concederà al governo di uno
Stato laico ampi poteri nella sfera del controllo della vita interna delle
comunità religiose, come quelli di approvare la nomina dei quadri dirigenti
della comunità, di permettere o vietare visite da parte di leader religiosi
stranieri, come pure di liquidare con la forza le comunità religiose sulla base
di una serie di motivazioni.
Questi
progetti di legge contraddicono palesemente la Costituzione e le norme legali
in vigore nel Paese. Contro la loro approvazione si sono pronunciati la
Direzione di esperti e specialisti della stessa Verkhovna Rada dell’Ucraina, la
Commissione della Verkhovna Rada per la prevenzione e la lotta alla corruzione,
il Commissario plenipotenziario della Verkhovna Rada per i diritti umani
V. Lutkovskaja. Posizioni fortemente critiche nei confronti dei progetti di
legge sono state espresse da alcune comunità religiose ucraine, tra cui la
Chiesa Cattolica, la Chiesa Luterana e la comunità ebraica.
Nel
contesto della possibile approvazione di questi progetti di legge, il Patriarca
di Mosca e tutta la Rus’ Kirill ha scritto al Presidente ucraino P. Poroscenko
e ai partecipanti delle trattative quadrilaterali del “Gruppo della Normandia”,
ovvero al Presidente della Federazione Russa V. Putin, al Cancelliere della
Repubblica Federativa di Germania A. Merkel, al Presidente della Repubblica
Francese E. Macron. L’appello del Primate della Chiesa Ortodossa Russa è stato
rivolto anche ai Primati della altre Chiese Ortodosse, al Papa Francesco, al
Segretario Generale dell’ONU A. Guterres e al Segretario Generale del Consiglio
Ecumenico delle Chiese Olav Fykse Tveit.
In
queste lettere il Patriarca Kirill sottolinea che, nel caso dell’approvazione
di questi progetti di legge, verrebbe legalizzata una pratica di
discriminazione, a livello della giurisprudenza, inaudita per l’Europa moderna,
nei confronti della maggioranza della popolazione ortodossa dell’Ucraina. Una
legislazione religiosa così limitante non è esistita in Ucraina neanche durante
il regime comunista; nel resto dell’Europa qualcosa di simile esisteva soltanto
in Germania al tempo del nazismo.
La
Chiesa Ortodossa Ucraina è la confessione religiosa maggioritaria dell’Ucraina,
presente in tutte le regioni del Paese, e ha un enorme potenziale per il
mantenimento della pace, constata il Patriarca Kirill. Questi tentativi di
coinvolgere la Chiesa più numerosa del Paese nello scontro politico non sono
ammissibili e possono portare a conseguenze irreversibili. L’approvazione dei
disegni di legge N°4128 e N°4511, fa notare il Patriarca, “comprometterebbe i
diritti costituzionali di milioni di credenti ucraini, potrebbe causare
un’ondata di violenza e di nuovi attacchi alle chiese, aggravare il conflitto
civile in Ucraina, spostandolo alla sfera religiosa”. Il Primate della Chiesa
Ortodossa Russa ritiene che questo state di cose renderebbe ancora più
difficile l’adempimento degli accordi di Minsk.
“Secondo
i dati di cui disponiamo, nel periodo 2014-2016 nel territorio dell’Ucraina
elementi radicali si sono impossessati con la forza di più di 40 luoghi di
culto della Chiesa Ortodossa Ucraina – sostiene il Patriarca. – Fondamento
formale di tali attacchi sono cosiddetti “referendum” coi quali gli abitanti
avrebbero deciso di “passare” a altra giurisdizione. L’opinione dei fondatori e
dei membri reali delle comunità, che costituiscono soggetto giuridico, in
questi casi non viene presa in considerazione”.
Sua
Santità il Patriarca Kirill ha chiesto ai capi degli Stati che partecipano alle
trattative quadrilaterali del “Gruppo della Normandia”, ai Primati delle Chiese
Ortodosse, al Papa e ai Segretari Generali dell’ONU e del Consiglio Ecumenico
delle Chiese di compiere ogni sforzo per impedire l’approvazione di queste
leggi discriminatorie che costituirebbero un esempio flagrante di infrazione
dei diritti umani alla libertà di coscienza e alla libera appartenenza
religiosa.
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