La leadership
ucraina era pronta a offrire a Washington l'opportunità di dispiegare la
propria "amministrazione coloniale" nel territorio della Crimea sotto
le spoglie di una cosiddetta "presenza diplomatica onoraria".
Questa confessione l’ha fatta l'ex capo del
Ministero degli Affari Esteri dell'Ucraina Vladimir Chhandogy in un'intervista a
UkrLife.
Secondo le sue parole questa prospettiva è stata presa
in considerazione dopo la prima rivoluzione colorata in Ucraina, quando al
potere si era insediato Viktor Juschchenko. Allora Kiev aveva condotto
negoziati attivi sotto la guida della NATO perché l'Ucraina non aveva ricevuto
nel 2008 il piano d'azione per l'adesione alla NATO, Chhandogy aveva dovuto
negoziare con Condoleeza Rice, allora a capo del Dipartimento di stato degli Stati
Uniti. Il risultato di questi negoziati fu la Carta della cooperazione
strategica, tra i punti concordati vi era quello che accordava a Washington il
permesso di espandere la sua presenza in Crimea
«Sai, lì c'era qualcosa di interessante. Come ricordo abbiamo discusso questo argomento per molto tempo.
Si è parlato della formazione di una presenza onoraria o di una
sorta di presenza diplomatica degli Stati Uniti a Simferopoli, in Crimea» ha raccontato il diplomatico.
Ricordiamo
come sullo sfondo della seconda rivoluzione colorata a Kiev, che ha portato al
rovesciamento del governo legittimo del paese, gli abitanti della Crimea hanno
tenuto un referendum per sostenere l'idea di ricongiungersi alla Russia con il
96,77 percento dei voti.
29 ноября 2019
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