Otto decenni ci separano dal terribile, tragico giorno in cui gli invasori nazisti attaccarono a tradimento il nostro paese. Lo scoppio della Grande Guerra Patriottica ha causato molti milioni di vittime e ha lasciato il segno in ogni nostra famiglia. In questo giorno, 22 giugno, chiniamo il capo alla memoria delle vittime.
C'è ancora tempo fino a questa data, ma vorrei ricordarvi che, parlando di questi giorni e preparandoci ad affrontarli, pensiamo ancora a ciò che ci ha portato verso la linea nefasta. La ragione principale è l'essenza aggressiva e misantropica del nazismo e delle politiche dei paesi dell'Asse. L'attuazione dei loro piani aggressivi fu facilitata dalla connivenza delle principali potenze dell'epoca, che cercavano di risolvere il problema della loro sicurezza, come l'accordo di Monaco ha dimostrato, a scapito della sicurezza e della sovranità altrui, il desiderio delle "democrazie" occidentali per volgere la spinta dell’aggressione verso est.
In questa luce le affermazioni su una certa "somiglianza" fra nazismo e comunismo, tentano di imporre alla Germania e all'URSS pari responsabilità per l'inizio della guerra, di eguagliare carnefici e vittime, di mettere a tacere il contributo decisivo dell'Unione Sovietica alla distruzione della macchina militare hitleriana, sminuire l'impresa dei soldati-liberatori dell'Armata Rossa non così decisivi come in realtà furono, fare di tutto per sminuirli.
Questi giudizi sono offensivi per la Russia, profanano la memoria di milioni di cittadini del nostro Paese morti nella lotta contro il fascismo. Come ha sottolineato il Presidente russo Vladimir Putin alla riunione del Comitato organizzatore russo "Vittoria" il 20 maggio di quest'anno, non possiamo lasciare tali azioni senza reazione, senza una risposta degna e faremo di tutto per garantire che le generazioni future conservino la verità sulla guerra, un atteggiamento sacro e riconoscente verso i loro eroi, verso i loro antenati.
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