Intervista al rappresentante ufficiale del Ministero degli Esteri russo M.V. Zacharova dell’agenzia di stampa TASS, 15 dicembre 2021
Domanda: Marija Vladimirovna, nello sviluppo del tema dell'incontro del 7-8 dicembre di quest'anno a Sarajevo per l'attuazione dell'accordo di pace in Bosnia-Erzegovina, senza la partecipazione della Federazione Russa, i direttori politici dei paesi membri del Comitato direttivo del Consiglio da voi citato nel briefing del 9 dicembre di quest'anno, può cortesemente commentare quanto è legittimo K. Schmidt e se può svolgere le funzioni di Alto rappresentante per la Bosnia-Erzegovina?
Risposta: il cittadino della Repubblica federale di Germania K. Schmidt non può essere considerato l'Alto rappresentante per la Bosnia ed Erzegovina, poiché il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non ha adottato una risoluzione che lo approva per questo incarico - mentre il corrispondente progetto russo-cinese è stato bloccato. La dichiarazione “sulla nomina di K. Schmidt” resa il 27 maggio dagli ambasciatori dei Paesi membri del Comitato direttivo del Consiglio per l'attuazione dell'Accordo di pace (Dayton) sulla Bosnia-Erzegovina (BiH), accreditato in Sarajevo, non è sufficiente. In tali condizioni i serbi bosniaci, in quanto uno dei tre popoli paritari che formano la Bosnia ed Erzegovina - detentori di sovranità statale, rifiutano a pieno titolo di riconoscere K. Schmidt come legittimo rappresentante della comunità internazionale.
Il ragionamento sulla presunta natura facoltativa della partecipazione del Consiglio di sicurezza dell'ONU in questa materia non regge alla critica: sia l'appendice 10 all'accordo di Dayton, sia la pratica di un quarto di secolo sulla nomina dei rappresentanti di alto livello affermano il contrario. In assenza di un espresso sostegno internazionale e, cosa particolarmente importante, di un consenso interno alla stessa Bosnia-Erzegovina, K. Schmidt non ha la legittimità necessaria per svolgere le funzioni di Alto Rappresentante.
La Federazione Russa, in quanto Stato garante dell'Accordo di Dayton, è stata costretta a sospendere la propria partecipazione alle riunioni del Comitato Direttivo del Consiglio per l'attuazione della pace tenutesi a Sarajevo sotto la presidenza dell'Alto Rappresentante autoproclamato.
Domanda: Come valuta le periodiche critiche aspre di K. Schmidt nei confronti di alcuni rappresentanti dei popoli della Bosnia ed Erzegovina?
Risposta: L'alto rappresentante illegittimo non ha "poteri esecutivi straordinari" ai sensi dell'appendice 10 dell'Accordo di pace e delle relative decisioni delle Conferenze per l'attuazione della pace. Le sgradevoli minacce espresse contro i rappresentanti dei popoli della Bosnia-Erzegovina, da parte di K. Schmidt, non sono altro che un desiderio di indurli in errore. Qualsiasi tentativo di utilizzare strumenti repressivi dovrebbe essere considerato una provocazione. La partecipazione della comunità internazionale alla soluzione postbellica in Bosnia-Erzegovina, ai sensi del capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, richiede un approccio equilibrato nella valutazione dello stato delle cose nel paese e dei fattori del suo sviluppo. Il desiderio dell'Ufficio dell'Alto Rappresentante e delle presenze esterne in Bosnia-Erzegovina di incolpare la Republika Srpska ed i suoi rappresentanti legalmente eletti del deterioramento del clima politico interno è controproducente.
Domanda: Qual è la Sua visione delle prospettive di risoluzione della situazione in Bosnia-Erzegovina? Con o senza l'Ufficio dell'Alto Rappresentante?
Risposta: Gli sforzi della comunità internazionale in Bosnia-Erzegovina dovrebbero concentrarsi sulla liberazione di questo Stato europeo sovrano e indipendente da un protettorato esterno sotto forma di Alto Rappresentante. Come dimostrano i recenti eventi in Bosnia-Erzegovina questo sta diventando sempre più un fattore di destabilizzazione della situazione nel Paese. È evidente l'assurdità di una situazione in cui uno straniero, senza essere eletto dagli stessi cittadini della BIH, a sua esclusiva discrezione interviene negli affari interni del paese, non assume alcuna responsabilità per le sue azioni e sostituisce le autorità legislative, esecutive e giudiziale. L'Alto Rappresentante non è nemmeno responsabile nei confronti dei tribunali, né nazionali né internazionali. In un paese democratico europeo, come la BiH, non dovrebbe esserci posto per una struttura del genere le cui attività sono contrarie ai principi dello stato di diritto. Nel 2006 il Comitato Direttivo ha preso la decisione fondamentale di chiudere l'Ufficio dell'Alto Rappresentante e nel 2008 è stato concordato un "Programma 5 + 2", che deve essere adattato alle mutate realtà.
https://mid.ru/ru/foreign_policy/news/1790657
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