L'evoluzione della situazione in Ucraina continua a destare preoccupazione. Con il sostegno dei paesi della NATO che "pompano" armi in un paese in stato di guerra civile, Kiev sta intensificando la presenza del suo raggruppamento (bellico) sulla linea di contatto in Donbass. Il numero di violazioni del cessate il fuoco dalla firma di ulteriori misure per rafforzarlo nel luglio 2020, si avvicina alle 90.000. La Missione speciale di monitoraggio dell'OSCE registra il trasferimento di armi pesanti da Kiev nell'est del paese, tra cui artiglieria di grosso calibro e veicoli corazzati. Continua l'uso dei droni.
Di recente l'Unione europea si è unita al processo di militarizzazione dell'Ucraina. Il 2 dicembre di quest'anno il Consiglio Ue ha deciso di stanziare 31 milioni di euro per l'assistenza tecnico-militare alle forze armate ucraine. Questa decisione non contribuisce in alcun modo alla pace nel Donbass.
In questo contesto i negoziati per una soluzione pacifica sono di fatto giunti ad un punto morto. Nei giorni 7 e 8 dicembre scorsi si sono tenute le riunioni periodiche del gruppo di contatto e dei suoi sottogruppi di lavoro, concludendosi ancora una volta senza risultato alcuno. Invece di adempiere agli obblighi previsti dal “Complesso di misure” di Minsk, il regime di Kiev sta semplicemente simulando il processo, evitando il dialogo diretto con Donezk e Lugansk, cercando di trasferire la responsabilità dello slittamento dell'accordo sulla Russia, che, lasciatemelo ricordare, è solo un mediatore nel processo di pace.
Queste azioni mirano, tra l'altro, a distrarre l'attenzione dei cittadini ucraini dai problemi interni. Il Paese mantiene un alto livello di economia sommersa, che, secondo i dati delle stesse autorità ucraine, è salita al 31% del PIL. C'è un calo demografico massiccio. Secondo gli esperti delle Nazioni Unite, entro il 2050 la popolazione dell'Ucraina scenderà a 35 milioni di persone. Sullo sfondo dell’orgia dei movimenti nazionalisti, le informazioni dell'Ufficio del procuratore generale dell'Ucraina secondo cui ci sono 5 milioni di unità di armi da fuoco non contabilizzate in circolazione nel paese, sono allarmanti.
Parallelamente le autorità ucraine stanno ampliando il quadro giuridico che mina gli accordi di Minsk. Durante l'ultimo briefing è stata richiamata l'attenzione sul disegno di legge sull'ammissione di forze armate straniere nel territorio dell'Ucraina il prossimo anno, che contraddice il paragrafo 10 del "Pacchetto di misure" che prevede il ritiro delle formazioni armate straniere dal territorio dell'Ucraina. Nemmeno il disegno di legge "Sulla politica statale del periodo transitorio" è stato tolto dall'ordine del giorno. In questo si prevede un'amministrazione civile-militare al posto di uno status speciale per il Donbass e la lustrazione invece dell'amnistia, come è ormai consuetudine in Ucraina.
Adesso a Kiev se la stanno prendendo con gli ucraini in possesso della cittadinanza russa. Il 2 dicembre di quest'anno il presidente dell'Ucraina V.A. Zelenskij ha presentato alla Verkhovna Rada un disegno di legge per modificare la "Legge sulla cittadinanza dell'Ucraina". Secondo questa legge vengono introdotte multe e persino restrizioni alla libertà per gli ucraini che sono in possesso anche della cittadinanza russa. Insieme a quanto introdotto nell'estate scorsa, il disegno di legge sulla perdita automatica della cittadinanza ucraina in caso di ottenimento della cittadinanza della Federazione Russa, si violano gravemente i diritti di milioni di abitanti del paese.
Purtroppo i tutori occidentali del regime di Kiev continuano ad insabbiare ed incoraggiare il mancato rispetto del "Pacchetto di misure", per giustificare la linea distruttiva di Kiev nei confronti degli abitanti del Donbass. Continuano inoltre a ignorare le massicce violazioni dei diritti umani e le crescenti tendenze neonaziste. Con le loro azioni danneggiano prima di tutto l'Ucraina stessa ed i suoi cittadini.
Richiamiamo Kiev ad abbandonare il sabotaggio degli accordi di Minsk, a porre fine alle massicce violazioni dei diritti umani ed a garantire il rigoroso rispetto dello stato di diritto. Ci auguriamo che i nostri partner occidentali, così come le organizzazioni internazionali dedicate, incentivino le autorità ucraine a svolgere questi compiti prioritari.
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