Intervento del Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso l'OSCE AK Lukashevich nella riunione del Consiglio Permanente dell'OSCE sul deterioramento della situazione in Ucraina e sul continuo mancato rispetto degli accordi di Minsk da parte delle autorità ucraine, 20 gennaio 2022
Egregio Signor Presidente,
Siamo allarmati dalle notizie di un aumento dei trasferimenti di armi letali e personale militare da parte di alcuni paesi membri della NATO in Ucraina. Solo questa settimana diversi aerei da guerra britannici sono atterrati a Kiev con molti sistemi missilistici guidati. Il fatto che diverse migliaia di queste armi siano già state consegnate è stato confermato il 19 gennaio dalla leadership del ministero della Difesa britannico. Nel cielo sopra l'Ucraina, gli aerei da trasporto e da ricognizione militari statunitensi si vedono sempre più spesso. Nelle prossime settimane, secondo il Dipartimento di Stato americano, Washington prevede di aumentare le sue forniture militari. Inoltre gli Stati Uniti hanno rimosso gli ostacoli alla riesportazione in Ucraina dei propri sistemi missilistici e di altre armi dalle repubbliche baltiche. Siamo anche preoccupati per i dati sulla ridistribuzione di un contingente di forze armate canadesi per operazioni speciali in Ucraina e per i preparativi per la decisione di inviare nuove armi. Cosa faranno lì? Quando appariranno sulla linea di contatto? Come tutto questo si correla con il paragrafo 10 del "Pacchetto di misure" di Minsk del 12 febbraio 2015 che prescrive "il ritiro di tutte le formazioni armate straniere, dell'equipaggiamento militare e dei mercenari dal territorio dell'Ucraina sotto la supervisione del OSCE"?
Tutto ciò non contribuisce a stabilizzare la situazione nell'est del paese, nell'interesse di una soluzione sostenibile del conflitto, né contribuisce a rafforzare la sicurezza paneuropea nel suo insieme. Una cosa è chiara: i paesi della NATO appoggiano deliberatamente le "teste calde" di Kiev che sono favorevoli ad una soluzione militare del conflitto nell'Ucraina orientale sotto lo slogan di affrontare l'immaginaria "aggressione russa". In effetti Kiev è stata spinta in una nuova ondata di violenze nel Donbass. Apparentemente il compito è lo stesso: mantenere la tensione vicino ai confini russi con ogni mezzo.
Ricordiamo come, su suggerimento di Washington, sia stato recentemente inventato il mito della presunta “imminente invasione” della Russia. Prima è apparso nell'aprile dell'anno scorso, poi in agosto, poi in novembre, infine a metà dicembre alla vigilia del Natale cattolico, poi in quello ortodosso e così via. Tutte queste insinuazioni mirano ad una cosa: motivare, preparare il terreno per intensificare lo sviluppo militare dell'Ucraina da parte dei paesi della NATO.
Allo stesso tempo, la ripetizione meccanica della tesi del sostegno all'integrità territoriale dell'Ucraina da parte dei partecipanti alle nostre discussioni non è seguita da autentiche azioni pratiche. Parliamo innanzitutto della necessità di promuovere una rapida soluzione politica sulla base degli Accordi di Minsk, che non hanno alternative. Prevedono solo la reintegrazione del Donbass a condizioni di compromesso, prescrivono contatti diretti tra i rappresentanti di Kiev, Donezk e Lugansk - da cui, al contrario, gli attuali curatori stanno attivamente cercando di dissuadere le autorità ucraine. Inoltre, a Kiev viene offerto di ignorare del tutto i residenti di Donezk e Lugansk cercando di sostituire la necessità di un dialogo con loro con inviti a discussioni con la Russia. La quale, tra l'altro, non ha obblighi previsti dagli Accordi di Minsk, ma è pronta a fornire la massima assistenza nella loro attuazione.
In conformità con il "Pacchetto di misure" di Minsk, approvato dalla risoluzione 2202 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, le discussioni sul futuro stato postbellico del Donbass nell’Ucraina avrebbero dovuto iniziare il giorno dopo il ritiro delle armi pesanti. Questo ritiro è stato completato l'8 marzo 2015, cosa che, tra l'altro è stata confermata sia dalle parti in conflitto che dall'OSCE. Ma già il 17 marzo 2015 le autorità ucraine hanno introdotto modifiche legislative che hanno reso impossibile l'attuazione pratica dello status speciale del Donbass. Negli ultimi anni nulla è cambiato: Kiev evita metodicamente un dialogo sostanziale con Donezk e Lugansk nel gruppo di contatto. Al contrario, le attuali autorità ucraine stanno promuovendo attivamente un disegno di legge sul cosiddetto "periodo di transizione", che giustifica direttamente solo una soluzione militare al conflitto - con l'istituzione di amministrazioni militari-civili nel Donbass e rappresaglie legalizzate contro dissenzienti sotto forma di una sorta di “lustrazioni”. Lasci che Le ricordi che il documento è stato preparato dal Gabinetto dei Ministri dell'Ucraina, presentato alla Verkhovna Rada ed ora colà viene attivamente analizzato.
Alcuni dei nostri partner preferiscono non notare le azioni offensive delle forze armate ucraine e le loro provocazioni armate vicino alla linea di contatto. Non abbiamo sentito alcuna condanna di tali azioni che, tra l'altro, sono riportate nei rapporti della Missione speciale di monitoraggio dell'OSCE (SMM) in Ucraina alla fine dello scorso anno. È significativo che più di venti dichiarazioni di impegno per un cessate il fuoco, annunciate dopo la firma del “Pacchetto di misure”, non abbiano portato all'instaurazione di un “regime del cessate il fuoco” sostenibile. È anche ovvio che le recenti ambigue dichiarazioni del comando militare ucraino a seguito della riunione del Gruppo di contatto del 22 dicembre 2021, sulla loro presunta disponibilità a rispettare le misure per rafforzare il regime di cessate il fuoco del 22 luglio 2020, non hanno potuto “rompere" con le loro precedenti dichiarazioni secondo cui la tregua non significa nulla e i comandanti a terra sono liberi di aprire il fuoco a loro discrezione. Non sorprende che la SMM abbia registrato oltre 3.000 violazioni del cessate il fuoco dall'inizio di quest'anno.
Il conflitto prolungato assume l’impatto più negativo sulla vita dei civili colpiti. Accogliamo con favore il viaggio a Lugansk e Donezk del coordinatore del sottogruppo di lavoro umanitario del Gruppo di contatto Sh. Relander, che si sta svolgendo in questi giorni. Ha già sottolineato di essere rimasta scioccata da ciò che ha visto. Ad esempio, terrificanti - questa è una citazione - bombardamenti di installazioni civili. Come ha notato la coordinatrice, usando l'esempio della scuola di Lugansk ripetutamente bombardata a Zoloto-5/Michajlovka, "non sapeva che stava succedendo". A questo proposito sottolineiamo l'importanza dei viaggi dei coordinatori in alcune aree del Donbass per una reale valutazione della situazione sul campo. È inoltre altamente necessario non solo informare tempestivamente la SMM della distruzione di infrastrutture civili, ma anche di sistematizzare e analizzare i dati osservati nei rapporti tematici. Finora, il lavoro della SMM è chiaramente un "cedimento" su questo.
Il 16 gennaio sono entrate in vigore in Ucraina nuove disposizioni della legge sulla lingua di Stato, che hanno introdotto il divieto diretto alla libera circolazione delle pubblicazioni cartacee in lingua russa nel Paese. Il loro rilascio è ora soggetto a una serie di condizioni, il cui mancato rispetto comporterà la chiusura di molti giornali e riviste. Tutto questo non è altro che un altro giro di attacco alla libertà dei media e ai diritti dei cittadini di lingua russa. È strano che questa storia non abbia ricevuto alcuna attenzione né dalla SMM né dalle strutture competenti dell'OSCE, ad esempio l'ufficio del Rappresentante OSCE per la libertà dei media. Insieme ai passi intrapresi dalle autorità per "ripulire" il campo dell'informazione dai media sgraditi, questo passo restringe notevolmente le possibilità per la libera diffusione delle informazioni.
Ed ancora. Il 1° gennaio in alcune città dell'Ucraina, sotto la protezione della polizia, si sono svolte processioni di radicali nazionalisti con slogan xenofobi, in concomitanza con l'anniversario della nascita della collaboratrice nazista S. Bandera. Le registrazioni video di questi eventi sono pubblicamente disponibili. Sfortunatamente la SMM ancora una volta non ha riferito sugli slogan xenofobi che hanno accompagnato questi eventi. Le azioni sono state precedute da attacchi nazionalisti e antisemiti nell'Ucraina occidentale, che, sebbene a porte chiuse, la SMM ha comunque riferito.
Anche le autorità di Germania e Israele hanno reagito alla glorificazione del complice nazista S. Bandera. Il ministero degli Esteri tedesco ha sottolineato di condannare i crimini commessi dai nazionalisti ucraini, compresi quelli guidati da S. Bandera, durante la seconda guerra mondiale.
Ancora una volta invitiamo gli sponsor esterni dell'Ucraina, nonché le pertinenti strutture dell'OSCE, a utilizzare tutta l'influenza disponibile per incoraggiare le autorità ucraine ad adempiere ai propri obblighi assunti. È importante inviare un chiaro segnale a Kiev sull'inammissibilità delle avventure militari, sul deleterio corso dell’incitamento alla violenza armata nel Donbass, sul sostegno al nazionalismo aggressivo e sull'aggravamento delle contraddizioni sociali.
Vi ringrazio dell’attenzione
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