Commento della rappresentante ufficiale del Ministero degli Affari Esteri russo, M.V. Zacharova, sulla situazione di crisi in Kosovo
Siamo allarmati per l'esacerbazione della situazione in Kosovo, dove le cosiddette autorità di Pristina stanno ancora una volta deliberatamente esasperando la tensione con la connivenza o addirittura con il sostegno diretto dei loro fiduciari a Washington e dei suoi alleati europei. Senza prendere alcuna misura efficace per porre fine alle provocazioni dei radicali albanesi del Kosovo, gli occidentali stanno palesemente spingendo la situazione verso un conflitto diretto.
Da parte sua Belgrado ha sempre dimostrato un approccio costruttivo, chiedendo di risolvere le questioni emergenti attraverso il dialogo e l'attuazione degli accordi già raggiunti. La manifestazione pacifica del 6 novembre a Kosovska Mitrovica ha confermato il massiccio sostegno popolare a questa linea della leadership serba. Allo stesso tempo il ritiro forzato dei serbi del Kosovo dalle strutture provinciali, compresa la polizia, è la prova della loro indisponibilità a diventare complici della politica criminale delle autorità albanesi del Kosovo nei confronti della popolazione serba del Kosovo, che viene cacciata dalla propria patria attraverso la pulizia etnica.
Un'ulteriore aggravante arriva nel momento in cui l'Unione Europea, investita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite del ruolo di mediatore nel dialogo tra Belgrado e Priština, rimane di fatto indifferente, non volendo o non potendo sbloccare il processo.
Si parte dalla priorità assoluta dell'adempimento da parte dei kosovari dei loro obblighi, fissati con la partecipazione della UE, in primo luogo in termini di creazione di una Comunità di Comuni serbi in Kosovo con pieni poteri esecutivi come forma di protezione dei diritti e delle libertà dei serbi locali e di fatto come fattore di sopravvivenza fisica.
Continuiamo a non vedere alternative al raggiungimento da parte di Belgrado e Pristina di una soluzione praticabile e reciprocamente accettabile sulla base della Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che deve necessariamente essere coerente con il diritto internazionale ed essere approvata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
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