Intervento
del vice Rappresentante permanente della Federazione russa V.Yu. Zheglov nella riunione
del Consiglio permanente dell'OSCE sulla situazione in Ucraina e la necessità
di attuare gli accordi di Minsk
Vienna, 31 ottobre 2019
Egregio Signor
Presidente,
gli
eventi degli ultimi giorni indicano una situazione molto controversa in
Ucraina. La Missione speciale di monitoraggio dell'OSCE in Ucraina (SMM)
segnala nuove vittime e distruzioni. Il 24 ottobre due riparatori di condutture
dell'acqua sono rimasti feriti vicino alla stazione di pompaggio di
Kondrashevskaja vicino a Lugansk. Il 25 ottobre un residente locale di 50 anni
è stato ferito nella sua casa nel villaggio di Minetsnoje a Donezk. Il
bombardamento di aree residenziali in alcune aree delle regioni di Donezk e
Lugansk ha danneggiato alcune abitazioni. Per la quindicesima volta dall'inizio
di quest'anno la medesima scuola di Zolotoe5 / Michailovka è stata colpita.
Tutto questo è il prezzo che la popolazione civile del Donbass paga per
l'operazione militare in corso da parte di Kiev ed il ritardo nell'attuazione
degli accordi di Minsk.
La speranza di
migliorare la situazione dà la ripresa delle misure volte ad eliminare le
violazioni nell’area di dispiegamento di forze e mezzi a Zolotoe. 29 ottobre l’SMM
ha riferito l'inizio del processo di rimozione ati
di armamenti e personale dalle posizioni detenute all'interno dell’area. E dai dati della
missione non si evince che la parte Ucraina abbia inviato alcuna notifica
dell'intenzione di procedere alla rimozione, come previsto dal programma concordato.
Comunque sia, questo è solo il primo passo verso l'attuazione pratica degli
accordi raggiunti tra Kiev, Donezk e Lugansk nella riunione del gruppo di
contatto a Minsk il 1° ottobre scorso. È necessario mettere in atto efficacemente
questo processo nell’altra area concordata di Petrovskij. Ci aspettiamo che la
rimozione in entrambe le aree si svolgerà senza indugio entro i termini
assegnati dal gruppo di contatto durante la verifica della SMM. È importante
che alla fine, all'interno delle aree di rimozione non rimangano ne
attrezzature militari, ne personale armato con armi da fuoco che sarebbero in
grado di interrompere il «regime di silenzio».
La
rimozione - un positivo segnale sulla prontezza verso un'ulteriore riduzione.
Ma certo ricordiamo quanto convincentemente i rappresentanti ucraini abbiano cercato
di presentare in modo convincente la giustificazione del fallimento delle
attività di rimozione a Zolotoe tre settimane fa. Hanno
riferito della necessità di rispettare i termini del periodo preliminare di
sette giorni di "completa tregua". Fu presentato da loro,
all'improvviso ed unilateralmente, il giorno in cui iniziarono le attività di rimozione.
Come si è scoperto, nei piani delle di rimozione delle autorità sono intervenuti
i nazionalisti ucraina. Come sapete, i radicali sono arrivati a Zolotoe con
armi e un preciso obiettivo: non permettere non solo la rimozione, ma in generale
l'ulteriore attuazione degli accordi di Minsk. Solamente dopo l'arrivo del
presidente dell'Ucraina V. Zelenskij in questo villaggio la situazione è
riuscita ad essere leggermente modificata.
Il
fattore chiave per il successo nella sfera della sicurezza è il ripristino
della fiducia. È importante capire che la reazione fiacca delle autorità
ucraine alle azioni dei radicali non contribuisce a questo. Sono richiesti
volontà politica ed un approccio coerente e responsabile all'adempimento degli
obblighi. Un ruolo importante qui spetta alla SMM, che deve monitorare
attentamente ed indicare in dettaglio nei suoi rapporti le azioni distruttive
dei nazionalisti. È da tempo necessario un Rapporto tematico su questo
argomento. Sollecitiamo altresì le pertinenti strutture dell'OSCE, compreso
l'ODIHR, a focalizzare il tema delle manifestazioni di nazionalismo aggressivo
in Ucraina.
Prosegue
ad “incepparsi” il dialogo sulle questioni politiche della composizione (del
conflitto ndt). I negoziatori ucraini nel gruppo di contatto hanno iniziato a
"accartocciare" le discussioni, dando la precedenza alle questioni della
sicurezza a scapito dei progressi sulla pista politica. Nuovi
prerequisiti vengono proposti. Questo approccio
contraddice gli accordi del Quartetto Normandia sulla necessità di avanzare
simultaneamente nella risoluzione delle questioni politiche e di sicurezza.
Ricordo
come la concessione di uno status speciale al Donbass e la sua determinazione legislativa,
compresa l'attuazione della riforma costituzionale, sono alla base dell'intero
processo di composizione. Kiev ha sottoscritto gli obblighi formali relativi nel
"Pacchetto di Misure" di Minsk del 12 febbraio 2015. Ora, sullo
sfondo della scadenza (è stata prorogata fino al 31 dicembre 2019) della legge
sullo status speciale del Donbass non ancora entrata in vigore, sentiamo le
dichiarazioni di V. Zelenskij secondo il quale verrà varata una nuova legge.
Allo stesso tempo, quando gli viene chiesto quali parametri principali assumerà,
risponde di “non sapere nemmeno come sarà questa nuova legge". Ed il
presidente della Verchovna Rada D. Razumkov collega completamente il destino
della legge ad una convocazione del vertice nel "Formato Normandia".
Riteniamo
inaccettabili i tentativi compiuti da Kiev di spostare la responsabilità
dell'attuazione degli aspetti politici degli Accordi di Minsk sul "Formato
Normandia". È controproducente rivedere le decisioni
già concordate, sminuire il significato della lettera e dello spirito del
"Pacchetto di Misure" di Minsk e gli sforzi del "Formato Normandia"
a sostegno della sua attuazione.
Ogni
giorno il conflitto comporta nuove sofferenze per il popolo del Donbass. Il
governo ucraino prosegue nel blocco della regione. Mantenendo la situazione
tesa nel Donbass, Kiev sembra agire nella logica di "né guerra, né
pace". Ritardano pertanto la soluzione dei pressanti problemi umanitari.
Le promesse di ritornare a pagare le retribuzioni sociali, ripristinare i
collegamenti di trasporto e migliorare la capacità di attraversare, per i
civili, la linea di contatto non sono state realizzate. Secondo quanto riconoscimento
dalla Difensore civico per i diritti umani della Verchovna Rada, L. Denisova,
solo nel periodo da giugno 2016 ad aprile 2018, Kiev deve ai pensionati del
Donbass oltre 1,3 miliardi di dollari e fino ad oggi - ancora di più. In questa
situazione, al fine di prevenire un ulteriore peggioramento della situazione
umanitaria, la Russia continuerà a fornire assistenza umanitaria alla
popolazione del Donbass. Oggi, 31 ottobre, un nuovo – ottantanovesimo -
convoglio umanitario è stato inviato nella regione.
Esortiamo
gli Stati Uniti e l'Unione europea ad indurre la leadership ucraina a compiere
passi concreti verso la pace. Nel frattempo osserviamo solo il loro flirtare
con il "partito della guerra" di Kiev, i persistenti tentativi di
"adattare" l'Ucraina ad uno scontro geopolitico i cui parametri vengono
disegnati all'estero. In questi giorni, il 30 e il 31 ottobre, si tengono a
Kiev le riunioni del Consiglio Nord Atlantico della NATO e della Commissione
Ucraina-NATO. Nonostante la mancanza di consenso nella società ucraina sui
rapporti con l'alleanza, l'Ucraina sta testardamente cercando di imporre una
falsa scelta geopolitica nelle categorie di pensiero di blocchi. Ciò porta a
dividere le linee di demarcazione non solo in Europa, ma anche all'interno
dell'Ucraina stessa.
Armamenti
vengono consegnati dai paesi della NATO all’Ucraina. La
scorsa settimana i media hanno riferito che Baykar-Makina stava fornendo droni Bayraktar-TB2.
Vi esortiamo ad astenervi dall'esportare armi che potrebbero
finire nel Donbass ed essere usate contro i civili.
Signor Presidente,
le
iniziative legislative adottate in Ucraina negli ultimi anni testimoniano un
attacco globale alla lingua russa e ai diritti dei residenti di lingua russa.
Sotto divieto sono caduti materiali stampati provenienti dalla Russia, la
trasmissione di opere dell'industria televisiva e cinematografica russa, sono
state introdotte quote relative a spazi linguistiche nella televisione e in radio.
Kiev continua la discriminazione linguistica ed educativa contrariamente alle
richieste delle relative strutture internazionali. Tali azioni sono contrarie
agli accordi di Minsk, accordi che garantiscono l'autodeterminazione
linguistica per i residenti del Donbass dove oltre l'80% della popolazione usa
il russo per le comunicazioni quotidiane. Pochi giorni fa il Commissario per i
diritti umani del Consiglio d'Europa, D. Mijatovich ha espresso la sua
preoccupazione per la discriminazione linguistica in Ucraina e la mancanza di
dialogo tra le autorità e la società sui diritti linguistici.
La
situazione della Chiesa ortodossa ucraina rimane difficile. Le sue chiese continuano ad essere attaccate. Il
31 ottobre la chiesa del Santo Aleksandr Nevskij è stata profanata nel
villaggio di Nevskoe nella parte controllata di Kiev della regione di Lugansk.
Ed ancora
Fino ad ora l'odioso sito internet “Mirotvorec” ha operato da server situati
negli Stati Uniti. Le Nazioni Unite hanno ripetutamente affermato che ciò viola
la presunzione di innocenza e il diritto alla privacy. Di recente il vice
presidente della missione di osservazione delle Nazioni Unite in Ucraina,
Benjamin Moreau, ha ribadito la raccomandazione di interrompere l’attività di questo
sito. Una richiesta simile è stata avanzata da altri rappresentanti della
comunità internazionale, incluso il governo tedesco. Il problema è stato
portato all'attenzione della Corte europea dei diritti dell'uomo. L'altro
giorno il rappresentante dell'Ucraina presso la CEDU è stato segnalato il
fallimento delle scuse delle autorità ucraine che presumibilmente "non
hanno alcuna influenza" sul lavoro del sito in questione.
In conclusione. Le
recenti indagini sul pensiero dell'opinione pubblica in Ucraina indicano come i
suoi abitanti siano in attesa di azioni più attive delle autorità per
avvicinarsi alla pace in Donbass. Il percorso per questo è ben noto – la piena
attuazione del «Complesso di Misure" di Minsk del 12 febbraio 2015 approvato
dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Grazie per l’attenzione
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