Commento del Dipartimento Informazione e stampa del
MID della Russia in merito al sesto anniversario del colpo di stato armato in
Ucraina
Sei anni fa, siamo stati tutti
testimoni dei tragici eventi nel centro di Kiev. Il loro culmine fu un
sanguinoso colpo di stato che scosse sin alle fondamenta l'Ucraina, portò alla
secessione della Crimea ed al conflitto armato in corso nel Donbass. Una crisi
sistemica su larga scala è arrivata nel paese. E’ stata provocata e sostenuta in
molti modi attivamente da Stati occidentali - principalmente dagli Stati Uniti.
Tutto ciò che è accaduto in Ucraina in seguito non può essere descritto
diversamente da caos politico senza fine, nichilismo giuridico,
ultranazionalismo dilagante. Allo stesso tempo sono stati fatti energici tentativi
volti a distorcere la verità, nascondere fatti reali dietro accuse infondate.
Tuttavia la verità è testarda. Non puoi nasconderla. Prima o poi, diventa pubblica.
Alla fine dell'anno scorso è
scoppiato uno scandalo in Ucraina a causa dei materiali pubblicati dall'ex
ministro della giustizia Elena Lukash sulla falsificazione degli elenchi delle
vittime del Majdan - gli eroi delle cosiddette "Centurie celesti."
Si è scoperto che tra loro c'erano persone che non sono morte
per le ferite da arma da fuoco ricevute durante i disordini, ma a causa di
problemi di salute e nemmeno a Kiev.
Giorni fa negli Stati Uniti è
stato mostrato il documentario di Michael Caputo “The Ukraine Hoax: impeachment, Biden Cash,
Mass
Murder”
(La Bufala dell’Ucraina, Impeachment, Cash Biden, Uccisioni di massa) che racconta in dettaglio i cosiddetti "burattinai"
della "Rivoluzione della dignità" ed il suo dietro le quinte. In Ucraina, si sono già affrettati a vietare la sua visione e
distribuzione sui social network. Altri film, che
raccontano le pagine sconosciute del Majdan, il film dei registi italiani
"Ucraina, segreti nascosti" sui cecchini georgiani e il film
"Ucraina sul fuoco" di Oliver Stone, hanno fatto la stessa fine.
Un'indagine obiettiva su tutte le
circostanze degli eventi aiuterebbe a far luce sui tristi avvenimenti del febbraio
2014. Ma quelli che sono saliti al potere a seguito del rovesciamento illegittimo
del Presidente V.F. Janukovich hanno qualcosa da nascondere. Letteralmente “inseguiti”,
hanno iniziato a distruggere prove e tessere miti sulla "rivolta
popolare".
Nei giorni precedenti - 21 febbraio 2014 - i "vincitori"
del Majdan, avendo appena firmato un accordo con la mediazione di Germania,
Francia e Polonia con V.F. Janukovich, "calpestavano" nei fatti questo
documento. Ma una sua attuazione avrebbe aperto la prospettiva ad una soluzione
pacifica della situazione e una via d'uscita dalla crisi. Invece di trovare un
compromesso e formare un governo di unità nazionale, l'allora opposizione ha
scelto la strada dello scontro e della violenza. Tutto ciò è avvenuto con la
tacita approvazione dei paesi europei garanti dell'accordo. Di conseguenza questi
sforzi di "mantenimento della pace" dell’Occidente si sono
trasformati in gravi conseguenze per l'Ucraina. Tutti ben noti.
L'elettore ucraino ha dato una
valutazione del governo delle autorità del “Majdan" lo scorso anno alle
elezioni presidenziali e parlamentari, esprimendo un voto di sfiducia e votando
per un cambiamento in meglio. La nuova leadership del
paese è riuscita quindi a catturare correttamente l'umore nella società, ma
finora non può offrirgli un'alternativa e, di fatto, continua il corso fallitementare
dei suoi predecessori.
Molti in Ucraina speravano
che, attraverso riforme profonde ed attive, sarebbero stati in grado di
recuperare il ritardo in breve. Tali aspettative non si sono materializzate.
Nessun miracolo è accaduto. Le trasformazioni vengono attuate così lentamente
che si può parlare di una loro limitazione. Non vi sono progressi tangibili
nella lotta alla corruzione. Si è verificata una deindustrializzazione.
Continua l'impoverimento, lo sfaldamento sociale ed il declino totale della
popolazione. La politica economica è dominata dal populismo. Conseguentemente,
nell'arco di sei anni, l'Ucraina da uno stato prospero nel suo complesso si è
trasformata in uno dei paesi più poveri d'Europa. Ed il degrado continua. Se
ricordiamo che lo slogan principale del Majdan era l'accelerazione
dell'integrazione europea, il risultato parla da solo. Nessuno sta aspettando l'Ucraina nella UE o nella NATO.
La norma per l'Ucraina è la
massiccia violazione dei diritti umani e delle libertà, la discriminazione dei
suoi cittadini su principi etnici e linguistici. Molti
media e giornalisti indipendenti ucraini vengono perseguitati. Sotto lo slogan della decomunistizzazione è stata lanciata una guerra
spietata con il passato eroico del paese, la sua storia viene gravemente
distorta e falsificata.
La stanchezza si sta
accumulando tra la popolazione, la frustrazione e l'apatia stanno crescendo.
Tutto ciò diventa un ambiente fertile per la coltivazione delle idee neonaziste,
xenofobe ed antisemite. I veri padroni dell'Ucraina sono diventati i
nazionalisti che, avendo creduto nella propria impunità, dettano le loro
condizioni alle autorità reagendo duramente ai passi degli ufficiali Kiev negli
affari interni e all'estero che non soddisfano le loro pretese. Questa
situazione solleva seri dubbi sulla capacità dell'attuale leadership del paese
di mantenere le promesse della campagna elettorale di porre fine alla guerra
nel Donbass e di superare la divisione esistente nella società.
Oggi è palese che gli eventi
sul Majdan del 2014 non hanno portato all'Ucraina nulla di positivo, hanno solo
esacerbato i problemi esistenti. Per risolverli è
necessario abbandonare la lotta contro i nemici immaginari e procedere al
processo di unificazione. Se Kiev prosegue l'attuale
politica di scontro, il paese dovrà affrontare un'inevitabile autodistruzione.