LAICITA’ NON VOLGARE
L'esito del Concilio dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa è stata l'abolizione della democrazia residua interna alla Chiesa
Dichiarando la sua
partnership, la Chiesa e il potere hanno intenzione di usarlo per combattere la nascente società civile
Il
Concilio dei Vescovi della Chiesa ortodossa russa ha completato i suoi lavori. Prima di iniziare i partecipanti guidati dal Patriarca Kirill hanno incontrato il Presidente al Cremlino. Questo
incontro è stato ricordato
non tanto la sua solennità, quanto
come un casus del quale hanno scritto moltissimi blogger. Su questo Putin ha fatto eco al capo della sua amministrazione. L’addetto stampa presidenziale ha scherzato
sulle accuse di scarsa professionalità. Ma come, questa non è altro che la solidarietà dell’opinione, unica, sulle
questioni dei rapporti
Chiesa-Stato. A quanto pare la solidarietà è molto forte, se non c’è diversità di linguaggio. Tanto più interessante per
comprendere la sua essenza.
Ricorderemo
la storia del Paese, dopo l’esortazione di Putin quando
"con
la persecuzione
della Chiesa
ortodossa
russa
e
le altre
fedi
tradizionali
è iniziata
la nostra
distruzione
dell’unità del paese, il suo fallimento nella rivoluzione e negli sconvolgimenti nei conflitti
fratricidi e
nella guerra". Vi è qui,
naturalmente,
una
discrepanza.
Fino
alla rivoluzione, nessuno era stato cacciato dalla Chiesa avrebbe provato
a finire in carcere. Dopo tutto era un’istituzione
come una caserma. Ma non è questo il
punto.
E'
chiaro
che
il nostro Governo ritiene le critiche alla chiesa come un pessimo
sintomo.
Le
richieste di cambiamento, che vengono chieste al Cremlino dalla nascente società civile, sono lette non solo come un invito alla rivolta, ma come piena perdita di
controllo.
E la Chiesa ortodossa russa si scopre, compagna di sventura
e
dovrebbe essere pienamente aiutata.
Per
questo le volgarità, secondo le parole del Presidente,
rappresentate dalla separazione tra Stato e Chiesa devono essere
rifiutate.
Di
fronte ad
un comune pericolo la Chiesa e il
Potere -
i
migliori amici.
Il
Patriarca
Kirill con entusiasmo
ha dato una mano. E per un buon
quarto
della
sua non breve relazione descrive gli attacchi e le
minacce
che hanno
colpito
la
Chiesa ortodossa russa nel corso dell'ultimo anno - dopo di che ha
deciso coraggiosamente di sostenere il Governo nella sua opposizione ai disordini e al caos. Si deve dire che il Patriarca valuta
diversamente gli attacchi a seconda delle circostanze. Nel
messaggio di Natale, quando ha
dovuto
mostrare
il Potere
e
la grandezza
della
sua Chiesa li
aveva
paragonati a delle punture di zanzara. Ora,
spiegando la
necessità di una protezione statale, ha
ricordato le
persecuzioni
che
la Chiesa ha
subito dai bolscevichi. Il rapporto è sicuramente minore
ma
comunque è terribile. Il punto, tuttavia, è che il Patriarca non pensa al grado della
minaccia
ma
come egli
organizza la sua difesa. E qui vediamo come i
piani
ricordano
molto
di
ciò che fa il Cremlino.
Uno dei momenti chiave del
Concilio, passato quasi inosservato (o almeno, la Chiesa non preme affinchè
venga focalizzato), è stato il cambiamento dello Statuto della Chiesa ortodossa
russa relativo al Concilio locale Prima era il massimo organo dell’autorità
ecclesiastica, ora le sue funzioni sono state fortemente ridotte. Mantenuto per
lo più per l'elezione del Patriarca e per diverse altre questioni cerimoniali.
Infatti è stato messo in secondo piano dal Concilio dei Vescovi. E questo non è
un caso. Il fatto che il Concilio locale rappresenti la pienezza della Chiesa
sia composto di clericali e laici e non solo autorità ecclesiastiche - vale a
dire i Vescovi. Abolire ciò che rimane della democrazia interna alla Chiesa rimane
della democrazia, la sola autorità con alla guida il Patriarca, ora è molto più
facile da gestire e rafforzerà la Chiesa nella lotta contro il nemico.
Che sogna come sarebbe privato del
giusto posto
al
sole.
Completa unità di mentalità con un partner laico
disponibile
I
contorni del
futuro
partenariato
si sono già
iniziati a delineare nell'incontro tra il Presidente Putin e il
Metropolita Juvenalij che ha chiesto un finanziamento
l’attività sociale e il Metropolita Daniil che ha ricordato la promessa dello Stato per finanziare i lavori di
restauro
alle
Solovki.
Nella
Cattedrale
questi temi risuonavano in piena potenza. La
Chiesa ortodossa russa non è mai esistita senza infusione
statale. Ma ora sono cadute le ultime
convenzioni. Ed è apparso chiaro ciò che contro la "laicità volgare" si sono riuniti
il Presidente e il Patriarca. Da ciò che impedisce la spesa dei
contribuenti per le esigenze generose della Chiesa. Ma non è così semplice. Probabilmente
da qualche contribuente
non rifiuterebbe. Tuttavia nessuno chiede la loro opinione su questo.
Prendiamo,
ad esempio,
l’attività
della Chiesa
nel
sociale.
Negli orfanotrofi e nei ricoveri
per
disabili, nelle cliniche per il
trattamento di
alcolisti e nella
distribuzione
degli
aiuti umanitari. L'idea in sé
non
dovrebbe
sollevare
obiezioni.
Ma
molto
dipende
da come
viene
concretamente applicata. Al tempo il
presidente Bush junior aveva ispirato l’idea di
"conservatorismo
compassionevole", avviando un programma
chiamato "L'iniziativa basata sulla fede". Era prevista l'assegnazione
di
contributi
pubblici
alle
organizzazioni
religiose, che avevano concorso
per i
progetti più
efficaci
nel settore
sociale. L'iniziativa è stata accolta dal presidente
Obama.
Tuttavia confligge
con seri problemi. Le
organizzazioni religiose non hanno potuto resistere alla
tentazione di operare nella carità facendo pagare i destinatari della loro
fede.
E a spese dello
Stato.
In
qualche modo
si è
riusciti a
correggere
la situazione
attraverso
il controllo
sociale, promemoria
costante
del
Primo Emendamento della Costituzione (USA NdT)sulla
separazione
di Chiesa e Stato. E' difficile
immaginare una
cosa del genere qui in Russia.
non
ha potuto resistere alla tentazione, fare opere di carità, pagare i destinatari della loro fede. E spese dello Stato. In
qualche modo è riuscito a correggere
la situazione attraverso il controllo sociale, promemoria costante del Primo Emendamento della Costituzione
sulla separazione tra Stato e Chiesa
La collaborazione
dello Stato con la Chiesa è al di sopra delle teste dei contribuenti. E i
partner, all'unanimità, considerano
ogni critica degli attacchi inaccettabili da parte della società e uno sconfinamento nella loro autorità.
Tutto
questo
aiuta
a spiegare perché l'idea di partecipazione della Chiesa nel lavoro sociale dello Stato, che a lungo girava
nell’aria, è venuto alla
ribalta
proprio ora. La popolarità del movimento
di protesta
è
in gran parte
determinato
dal fatto
che
molti dei suoi membri operano nel campo del volontariato. Basti ricordare l'assistenza
fornita
alla
popolazione
l'estate scorsa nella
città di Krymsk (dove una alluvione procurò decine di morti e una totale
distruzione NdT). Per questo è il potere ha deciso di aumentare i
raiting della Chiesa affidando alla Chiesa ortodossa russa
l’attività di volontariato.
E'
pacifico che sia molto meglio che sfornare leggi draconiane contro gli orfani. Vi è un altro
problema.
Considerando
lo sviluppo
della
società civile
come
una minaccia per la sua esistenza, il Governo e la Chiesa faticano a combatterla (l'adozione
di qualsiasi legge
che regola
il
volontariato,
è
lontana).
Pertanto,
anche
alcune
buone idee,
come l'organizzazione
del lavoro
sociale, viene usata come arma in questa lotta. I risultati sono difficili da prevedere. Io, per
esempio, ero
ben consapevole della nascita del
"Dipartimento ortodosso della
carità"
che
sarà
centrale nella distribuzione
degli aiuti
umanitari
alla popolazione, affinché ci si allontani dalla domanda di
cambiamento
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