«Non conviene tenere una riserva nel centro dell’Europa»
3 aprile 2014
Il Presidente Evgenij Shevchuk ha raccontato quale impatto ha la
riunificazione della Crimea con la Russia sullo status di Tiraspol
"Penso che per la Moldova e la Transnistria una delle migliori varianti per la regolamentazione appare un civile "divorzio" ha detto al giornale Vsgljad il
Presidente della Transnistria Evgenij
Shevchuk. Così ha commentato la situazione intorno alla repubblica non riconosciuta dopo la
riunificazione della Crimea con
la Russia.
Giovedì scorso a Odessa non è stato fatto scendere dall’aereo
lo speciale rappresentante presidenziale
della Transnistria sull'interazione
con le autorità pubbliche della Federazione Russa Oleg Segal.
Questo caso ha confermato ancora una
volta numerose segnalazioni di ostacoli
che le guardie di frontiera ucraine
pongono ai cittadini russi in età
militare che vogliono entrare nella regione di Odessa dalla
Transnistria.
L'incidente è stato discusso al più alto livello.
Sabato
sera Vladimir Putin, in una conversazione telefonica con il Presidente degli
Stati Uniti Barack Obama, ha richiamato l'attenzione sul "blocco esterno
effettivo" della Transnistria. Secondo
Putin, questo "porta ad una complicazione significativa delle condizioni
di vita delle persone nella regione ostacolando la loro mobilità, il normale commercio
e le attività economiche. "Il Presidente della non riconosciuta Repubblica
della Transnistria Yevgenij Shevchuk, in un'intervista ha raccontato le azioni
di risposta previste nei confronti dell'Ucraina ed anche fatto una previsione
della situazione in tutta la regione.
Lo scorso finesettimana Vladimir
Putin, in una conversazione telefonica con Barack
Obama, ha richiamato l’attenzione del presidente degli Stati Uniti
sull’"effettivo blocco esterno" della Transnistria. Secondo le parole
di Putin, ciò "comporta l’aggravarsi in modo significativo delle
condizioni di vita degli abitanti della regione, ostacola la loro mobilità e le
normali attività commerciali ed economiche". Si può affermare che la
Transnistria in questo momento sia bloccata dal versante ucraino?
"La Transnistria si è sempre trovata in una
condizione di blocco permanente. Tuttavia tale blocco si è rafforzato
notevolmente nel 2006, quando ci fu un effettivo arresto dell’esportazione
delle proprie merci, del sistema bancario e della stessa possibilità
di trasferire merci e passeggeri servendosi delle proprie compagnie di
trasporto. Fu fermato anche il trasporto fluviale e aereo. Adesso la situazione
è aggravata dal fatto che le misure restrittive sono già applicate alla libertà
di circolazione dei cittadini. In particolare, ciò riguarda i cittadini russi,
ovvero gli uomini che hanno maturato l’età per il servizio militare. Tali
restrizioni si rivelano per noi dolorose, perché in Transnistria vivono circa
200mila cittadini russi".
Quali azioni si intende adottare in
relazione al recente rifiuto delle autorità ucraine di lasciar passare
attraverso il proprio territorio Oleg Segal, rappresentante speciale del
presidente della Transnistria, e altri cittadini della Federazione Russa,
residenti nella regione?
"Stiamo valutando attentamente la
situazione. Sono state avviate le consultazioni con l’Ucraina per uno scambio
di vedute sui motivi di tali azioni, che è difficile definire di buon vicinato.
Purtroppo, non possiamo ancora ottenere una risposta chiara sulle ragioni di
questi atti. La libertà di circolazione è un diritto fondamentale, per questo
noi non prendiamo, né prenderemo, in considerazione l’introduzione di restrizioni simili per i rappresetanti ucraini. Noi crediamo
che qualsiasi tipo di problema con i vicini vada risolto al tavolo dei
negoziati. Spero che dopo un certo periodo si arrivi a capire che i cittadini
ucraini, russi e moldavi devono potersi muovere attraverso i confini
liberamente. Naturalmente, fatta eccezione per i criminali, le cui restrizioni
sono stabilite dalla legge".
Che ripercussioni ha la riunificazione di
Russia e Crimea sui rapporti tra Russia e Transnistria?
"I rapporti tra Russia e Transnistria sono
basati su dinamiche positive di sviluppo. Lo scorso anno è stato concluso un
accordo, firmato dal rappresentante speciale del presidente della Federazione
Russa per la Transnistria, il vicepremier del governo russo Dmitrij
Olegovich Rogozin e dal presidente della Transnistria, sull’ampliamento delle
collaborazioni in materia socio-economica. In base a questo accordo la
controparte russa si impegna a dare il proprio contributo nella creazione delle
condizioni per il miglioramento di vita dei cittadini russi residenti in
Transnistria e dei compatrioti. Per quanto riguarda la Crimea, noi
transnistriani sosteniamo appieno la posizione del governo della Federazione
Russa, secondo cui ogni stato è tenuto a difendere i propri cittadini, dovunque
essi si trovino. Lo fanno tutti i paesi civilizzati. E lo fa anche la
Federazione Russa. Dal nostro punto di vista, non potrebbe essere
altrimenti".
Quali previsioni si sente di fare circa
lo sviluppo della situazione per la Transnistria?
"Vediamo come evolvono gli eventi. Oggi è
più che evidente che la Moldavia si accinge a concedere pieni poteri all’Unione
Europea in campo economico. Nella stessa direzione si sta muovendo dinamicamente l'Ucraina. La Moldavia inoltre sta ampliando la cooperazione militare con la Romania, pur
non avendo con lei alcun accordo interstatale sui confini. Secondo la nostra
opinione, la Moldavia sta praticamente delegando i suoi pieni poteri militari
attraverso la Romania al corrispondente blocco di stati. A nostro parere, le
condizioni esterne e i rischi, che sorgono in seguito a tali decisioni prese
dai nostri vicini, rendono necessario lo studio degli aspetti socio-economici e
politici.
Credo che non vada collocata una riserva al centro dell'Europa poichè i trasnistriani hanno le proprie preferenze e convinzioni. Devono essere rispettati la volontà del
popolo e l’opinione dei cittadini che vivono qui. Penso che, sia per la
Moldavia che per la Transnistria, una delle opzioni migliori per la
stabilizzazione sia la formula, più volte da me espressa, del «divorzio»
civile. Esistono gli esempi della Repubblica Ceca e Slovacchia. Noi dobbiamo
accettare la realtà dei fatti, non interferire l’uno con l’altro, sviluppare la propria economia e occuparci di stabilire le cndizioni per la crecicta del potenziale umano all'interno dello stato. Quando si
cerca, attraverso le restrizioni e quindi la soppressione del potenziale economico
della Transnistria, di creare le condizioni per ricevere ulteriori concessioni
politiche, la situazione non ha più senso. A mio parere, essa va risolta
proprio nel 2014".
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