"CIGNO", "CIVETTA"
e "DELFINO": COME SI VIVE NELLE PRIGIONE PIU' DURE DELLA RUSSIA
MOSCA, 28
ottobre – RIA Novosti, Viktorija Sal’nikova.Pochi giorni
fa, molti organi di informazione hanno scritto che per la prima volta si è
avuta una fuga dalla colonia penale "Delfino nero". Il Servizio
penitenziario federale ha negato la notizia: si è poi scoperto che un
prigioniero fuggito dal carcere, è stato ripreso poco distante, in tal modo il conto
del "Delfino" è tornato pari. RIA Novosti ha conosciuto la vita di una
prigione in cui è impossibile fuggire – un campo per ergastolani.
Il "Delfino Nero" si trova nella regione di Orenburg — una
delle prigioni russe più mitizzata. Su questo campo girano moltissime voci, ma
quante di loro dicono la verità – non è saputo. Questa prigione è considerata
una delle più severe del paese – qui scontano la condanna all’ergastolo stupratori,
serial killer, assassini. Ogni cella contiene da due a quattro persone, ma ve
ne sono di "singole". Per il condannato un servizio di sorveglianza:
la luce nelle camere non si spegne mai ed ogni 15 minuti i prigionieri vengono
controllati dalle guardie di turno. La sveglia dei prigionieri è alle sei del
mattino, la chiamata finale – 16 ore più tardi. Non hanno diritto di rimanere a
letto. All’uscita dalla cella ogni detenuto viene accompagnato da almeno tre secondini
con il cane. Quando si passa in un altro corpo della prigione viene messa loro una
benda sugli occhi. Questo viene fatto per garantire che non imparino la
struttura del carcere. Secondo i dati non ufficiali questa colonia penale
ospita circa 750 persone ed il numero del personale di sorveglianza si attesta
a 900 agenti. I prigionieri, per parlare con gli agenti, devono seguire regole
particolari"
"Ispezione della cella!" –
dice tonante la voce di turno. Tutti i detenuti, a turno, escono correndo alla
grata che separa la porta esterna della "struttura abitativa" e mettono
le mani dietro la schiena. Tutti, a turno, vengono ammanettati. Si sente il
comando di uscire dalla cella. Quattro condannati con gli occhi chiusi escono
nel corridoio e anche in questo caso si alzano in "sincronia". Tutti vengono
accuratamente perquisiti. Tutta la procedura sembra terribile e allo stesso
tempo divertente: persone, come in un circo di cani, obbediscono ai comandi dell’ufficiale
-"domatore", scrissero nel 2002 i giornalisti della "Nezavisimaja
Gazeta", visitando il carcere.
In questo carcere stanno scontando la pena a vita i
condannati per terrorismo (attacco terroristico del 2006 al mercato Cherkizovskij
di Mosca) Oleg Kostarev, il serial killer Vladimir Nikolaev, lo stupratore ed
assassino Oleg Ryl’kov ed altri.
"Il Cigno Bianco"
La Colonia
penale a regime speciale per ergastolani, conosciuta come "il Cigno
Bianco", si trova a Solikamsk (Regione di Perm ndt). Questa è un’altra delle
più severe prigioni della Russia. L'origine del nome non è chiara, ma nel
cortile della prigione c’è un Cigno bianco di marmo ed anche le urne sono fatti
in forma di questi uccelli. In questa colonia penale vivono i condannati per
reati molto gravi: membri di gruppi delinquenziali, leader di gruppi criminali
organizzati, assassini e stupratori. In totale nel "Cigno Bianco" sono
recluse circa 300 persone.
Le celle
del carcere ospitano da una a tre detenuti. I detenuti vengono alloggiati in
base alla loro compatibilità psicologica e questo aiuta ad evitare i conflitti.
I contatti con il mondo esterno sono strettamente limitati.
Nella
colonia vi sono di 50 cani. Lungo il perimetro si trovano telecamere di
sicurezza. Sul territorio della colonia opera un laboratorio per la produzione
di mobili. L'amministrazione carceraria ha sviluppato produzioni agricole e zootecniche.
Nel arcare si producono, per consumo interno, verdure, carne e pollame.
Tuttavia per coloro che stanno scontando il carcere a vita il lavoro è vietato
lo studio e l’Università.
Nel "Cigno
Bianco" scontano la pena il capo della banda di rapinatori di camionisti,
Andrej Sochin, l’organizzatore dell'omicidio della giornalista Anna
Politkovskaja, Lom-Ali Gajtukaev ed altri.
"Civetta polare"
La
Colonia
penale a regime speciale per ergastolani, nota come il "Civetta
polare", si trova nel villaggio di Charp, Distretto autonomo Jamalo-Nenets.
La prigione si trova oltre il circolo polare artico. Sfuggire da questo è
possibile solo attraverso il cimitero. Secondo la "Komsomolskaja
Pravda" nella colonia vivono 330 ergastolani che hanno sulle loro mani il
sangue di 300 vittime. Accanto c'è un’altra una colonia penale che ospita un
centinaio di prigionieri.
Il villaggio
di Charp è stato costruito nel 1961. In quegli anni fu costruita la strada transpolare
e per questo il campo di prigionia era stato costruito per i costruttori della
ferrovia. In seguito fu trasformato in una colonia per i recidivi pericolosi.
Secondo i giornalisti la struttura è in cattive condizioni. Condizioni dure sia
per le condizioni metereologiche che per la prigione. La temperatura media, da
ottobre a febbraio, è di meno 40 gradi. L'estate dura un solo mese - luglio.
Tra i prigionieri serial killer, criminali di stato particolarmente pericolosi,
recidivi.
Sulla vita
nella "Civetta polare" poco si sa, ma di questa prigione si vocifera sia
la più terribile di tutta la Russia. Alcuni anni fa fu stato condannato il
colonnello Juri Sandrykin del Servizio penitenziario federale che aveva prestato
servizio qui. Secondo gli inquirenti è stato picchiato dai detenuti ergastolani,
costringendolo a confessare su casi molto delicati. E’ apparsa anche una
lettera, nella rete, di un prigioniero, che ha raccontato come nella "Civetta
polare” vengano usati manganelli per ogni errore, insieme ai cani contro i
prigionieri e come le pause per i pasti non durino non più di cinque minuti.
Tuttavia nel carcere esistono anche "eurocamere" (celle singole con
servizi) per i detenuti migliori, informano alcuni giornalisti
I
prigionieri possono ascoltare la radio e una volta alla settimana guardare la
TV, frequentare una biblioteca. La letteratura più popolare - religiosa,
filosofica e di avventura. Film patriottici e militari. Possono essere fatte
delle passeggiate non solo nel cortile ma anche in una stanza senza soffitto.
Allo stesso tempo all’ora d’aria all’aperto non possono partecipare più di due
persone alla volta. Tra i condannati si sono pentiti, ma anche coloro che ancora
con nostalgia ricordano i loro omicidi
“La cosa più
difficile è far convivere i detenuti con gli assassini ed i pedofili. Oltre al
"maniaco” di Mosca Aleksandr Pichushkin, alla “Civetta polare" sta
scontando una condanna il maniaco di San Pietroburgo Dmitrij Voronenko.
Generalmente sia Voronenko che Pichushkin trovano normale raccontare e
comportarsi in un modo sbrigativo con l'interlocutore, che comincia a pensare
di impazzire. Dalla mattina alla sera rimpiangono i loro omicidi o fantasticano
su terribili storie di nuove atrocità. Nessuno può resistere con loro in cella
per più di due o tre giorni e è pericoloso poiché potrebbero tentare di
uccidersi a vicenda "- ha scritto un giornalista del quotidiano"
Komsomolskaja Pravda".
Oltre che a Pichushkin e Voronenko nella "Civetta
polare" sta scontando un ergastolo l’ex maggiore della polizia Denis
Evsjukov che ha ucciso molte persone in un supermercato di Mosca.
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