Il Ministero
della Giustizia della Federazione Russa ha impugnato la decisione della Corte
europea dei Diritti dell'Uomo su Beslan
In
precedenza la Corte aveva condannato la Russia a risarcire le vittime e i
feriti dell’attentato terroristico con oltre 3 milioni di Euro
MOSCA, 13 luglio /TASS/. Il Rappresentante della Federazione Russa presso la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo (CEDU) ha impugnato la sentenza del Tribunale che ha condannato la Russia a risarcire le vittime ed i feriti della strage di Beslan con oltre 3 milioni. Questo informa il Ministero della Giustizia della federazione RUSSA.
"Il
ricorso delle autorità russe alla Grande camera si basa sulle evidenti contraddizioni
individuate riguardo la giurisprudenza consolidata in simili circostanze nei
confronti di altri paesi del Consiglio d'Europa, il che può essere considerato
come applicazione esplicita, nei confronti della Russia, di un doppio standard di
valutazione della Corte di Giustizia europea in merito all'efficacia della
pianificazione e del controllo delle operazioni di soccorso, nonché sull'uso del
potere personale delle forze speciali nel corso dell’operazione antiterrorismo
e della liberazione degli ostaggi" si legge in un comunicato del Ministero
della Giustizia inviato alla TASS.
Numerose contraddizioni
Il Ministero
ha portato ad esempio la Sentenza sul caso "Armani da Silva contro il
Regno Unito" del 2016, quando la Grande camera della CEDU ha usato un
approccio completamente diverso nelle conclusioni del caso. In particolare,
dopo i tragici attentati del 7 luglio 2005 alla metropolitana di Londra, e l’individuazione
degli ordigni esplosivi del 21 luglio 2005 nella metropolitana e sugli autobus
a Londra, gli organi di polizia durante il blitz non programmato avevano
sparato 11 colpi di arma da fuoco contro il cittadino del Brasile Jean Charles
de Menezes in un vagone della metropolitana, sospettato di coinvolgimento negli
attacchi terroristici. Successivamente il suo coinvolgimento non era stato confermato.
"Con ciò e considerando che nessuno dei poliziotti non fu ritenuto né
penalmente né disciplinarmente responsabile, la Grande camera non ha risocntrato
alcuna violazione dell'art 2 della Convenzione né riguardo alla pianificazione che
dell’intervento ed in parte sotto l’aspetto dell'efficacia delle
indagini", nota il Ministero della Giustizia.
Sulla base di un'analisi comparativa delle sentenze della
CEDU, in relazione al caso inglese, per il caso "Tagaeva ed altri contro
la Federazione Russa" le autorità russe hanno evidenziato alla Corte
Europea una serie di altre palesi contraddizioni, tra le principali riferite ingiustificato
dei servizi segreti russi che apparentemente non avrebbero appurato nei locali
della scuola l’assenza di ostaggi prima dell’uso di armi pesanti contro i
terroristi. "Le autorità russe sono state costrette a richiamare
l'attenzione della Corte di giustizia Europea sul fatto che le loro conclusioni
sull'approvazione delle scelte delle forze di polizia britanniche nell’uso delle
armi contro un civile sulla base delle loro convinzioni soggettive, cioè che
fosse un terrorista-suicida, nonostante la totale assenza di giustificazione su
simili sospetti" ha sottolineato il Ministero della Giustizia.
Nella nota si afferma che particolare attenzione le
autorità della Federazione Russa hanno posto nella confutazione delle
conclusioni della Prima Istanza della CEDU sul fatto che la legislazione
nazionale dovrebbe riportare una descrizione dettagliata dei soccorsi e delle
operazioni di antiterrorismo, indicando metodi e tipi di armi, che dovrebbe
valere in ogni caso. "E' evidente che la sentenza testimonia la mancanza
di comprensione della Magistratura sulle caratteristiche prevalenti, nel mondo
moderno, nelle situazioni di opposizione degli Stati europei alle minacce poste
dal terrorismo internazionale, così come le specifiche attività di anti-terrorismo
e le caratteristiche delle operazioni antiterrorismo" spiega il Ministero
della Giustizia.
Il Ministero ritiene che la valutazione dei tali
tragici eventi, che ultimamente sono all'ordine del giorno nei paesi europei, non
consideri che i terroristi ignorano qualsiasi procedura democratica, non considerino
alcuna norma della morale e del diritto, rifiutino ogni possibilità di un
civile dibattito. "Le motivazioni della CEDU sulla necessità di garantire procedure
di risoluzione delle situazioni di crisi inevitabilmente contribuiranno a
migliorare l'efficienza di progettazione ed esecuzione degli atti terroristici
e creeranno ai servizi segreti evidenti ostacoli nella loro azione di repressione"
ha spiegato in dicastero.
Le autorità della Federazione Russa hanno attirato
l'attenzione della Corte sul fatto che in diversi paesi d'Europa, quando nelle
mani di poche persone ed in alcuni casi anche non armate viene detenuto un
piccolo numero di ostaggi, lo Stato spesso non è in grado né di prevenire la
cattura degli ostaggi, né evitare che le situazioni di crisi si concludano senza
vittime. "In relazione a ciò alla Corte Europea è stata comunicata da parte
russa ogni circostanza e ogni fase dell'operazione di liberazione degli
ostaggi, nel corso della quale dinnanzi alle autorità nazionali e alle forze
dell'ordine sono sorti problemi dalla complessità senza precedenti nella loro attività",
- ha sottolineato il Ministero russo.
"Sulla base delle suddette argomentazioni e
considerando il numero di attentati terroristici nei paesi del Consiglio
d'Europa, le autorità della Federazione Russa ha invitato la Corte a rivedere
le sue conclusioni e a prendere intelligenti e informate soluzioni che consentano
alle autorità nazionali di tutti i paesi del Consiglio d'Europa di contrastare
efficacemente la minaccia terroristica e di fornire una protezione della vita e
della salute dei cittadini", ha concluso il Ministero.
In precedenza circa il fatto che il dicastero abbia
appellato la sentenza della Corte, l’avvocato Sergej Knjaz’kin, che rappresenta
gli interessi di alcune delle vittime, ha detto. "Abbiamo ricevuto notifica
del fatto che il Ministero della Giustizia ha presentato ricorso avverso la
decisione della CEDU e chiede di rivedere il caso alla Grande camera".
Come ha spiegato il difensore, ora la Corte dovrà
prendere in considerazione il ricorso ed in caso di presenza di adeguate
motivazioni, il caso sarà trasmesso alla Grande camera della corte Europea per
la revisione. "La grande camera esamina i ricorsi, se vi sono gravi lacune
giuridiche nella sentenza. Non ne vedo, quindi non credo che la sentenza sarà riesaminata",
ha concluso Knjaz’kin .
L'attentato e la sentenza della CEDU
Il
13 aprile la
Corte europea ha condannato la Russia a risarcire i ricorrenti vittime dell’attacco
terroristico di Beslan per una soma pari a 3 milioni di Euro. Nella causa vi
sono 409 ricorrenti, tra cui i membri delle famiglie delle vittime avute seguito
della cattura degli ostaggi e il conseguente assalto nella scuola di Beslan,
nonché persone ex ostaggio e feriti.
Il gruppo di terroristi, oltre 30 persone, aveva preso
in ostaggio la Scuola numero 1 di Beslan la mattina del 1° settembre 2004
durante la festa dell’apertura dell’Anno scolastico. I terroristi avevano rinchiuso
nella palestra della scuola più di mille
ostaggi, compresi i bambini. Gli ostaggio erano stati costretti con la forza a
vivere negli angusti locali della scuola tre giorni, senza acqua e cibo. L'operazione
per liberare gli ostaggi è iniziata il 3 settembre (2004 ndt).
Le conseguenze della tragedia enumerano 334 vittime,
tra cui 318 ostaggi - di cui 186 bambini. Sono rimasti uccisi anche 10 agenti
delle Forze di sicurezza in tenuta antisommossa, due dipendenti del Ministero
delle Situazioni di Emergenza e 15 poliziotti. Rimasero feriti 810 ostaggi ed
agenti delle forze speciali, di polizia e militari
Подробнее на ТАСС: http://tass.ru/politika/4412024
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