martedì 11 giugno 2019

La storia del villaggio miniera n. 19-20 (Glubokoe)




Il sentimento della madrepatria deve essere coltivato con cura, innaffiato dalla spiritualità domestica. Se non ci manterranno le radici nella località natale, nel luogo nativo, ci saranno moltissime persone che assomiglieranno alla pianta secca rotolacampo. A.S. Lichachev

L'insediamento si trova nel quartiere Nikitovskij della città di Gorlovka. Dagli anni '20 iniziò ad essere applicato lo sviluppo pianificato dell'economia nell'URSS. Dapprima per 10-15 anni e poi dal 1 ottobre 1928 per cinque anni. Una delle principali industrie di Gorlovka è il carbone. Negli anni del primo piano quinquennale le miniere di carbone di Gorlovka subirono una significativa riorganizzazione che le trasformò in imprese industriali avanzate. E anche un certo numero di nuove grandi miniere entrarono in funzione, inclusa la miniera numero 19-20 (1929). Nella vita di tutti i giorni veniva chiamata la Ventesima.
Dal 1930 la miniera prese il nome di Jakira. In onore di Ion Emmanuilovich Jakir, un capo militare sovietico membro del consiglio militare rivoluzionario. Ma il nome non durò a lungo. Nel maggio del 1937 il compagno Jakir fu arrestato e fucilato durante una delle "purghe di Stalin". Nello stesso 1937 il numero della miniera 19-20 del trust "Artemugol" prese il nome del fedele compagno Stalin, il Commissario per gli affari interni. N.I. Jezhov che nell'aprile del 1939 fu anche lui arrestato e condannato alla "punizione estrema": la fucilazione.
Durante la Grande Guerra Patriottica la miniera fu parzialmente distrutta. Subito dopo la liberazione di Gorlovka dagli invasori fascisti, iniziò la sua ristrutturazione.
Una lista aperta dei lavoratori della miniera n. 19-20 rivolta al vice commissario dell'industria carboniera A.F. Zasjadko chiese aiuto per poter riaprire la produzione.
Nei primi giorni della liberazione del Donbass la miniera fu resa famosa in tutta l’URSS dalla diciannovenne Marija Grishutina. Dopo il raduno delle donne minatori nel Donbass l'11 dicembre 1943, un movimento cominciò a diffondersi attorno all'organizzazione delle brigate delle minatrici. La cittadina di Gorlovka Marija Grishutina fece appello alle donne e alle ragazze del Donbass con un invito ad impossessarsi delle professioni minerarie "maschili". Alla chiamata di "Ragazze, all’etrazione!" Furono create 20 squadre di minatori donne che gareggiarono tra loro. Durante i tre anni della loro esistenza le brigate inviarono 55 convogli di carbone alle fabbriche degli Urali che producevano equipaggiamenti militari per il fronte. Dopo la Vittoria alla brigata di Maria Grishutina fu insignita della Bandiera Rossa del Comitato per la difesa dello Stato e del Consiglio centrale dell'unione dei sindacati.
Nel 1961 Nikita Sergeevich Khrushchev proibì alle donne il lavoro della miniera. Attualmente solo le donne ispettrici minerarie possono scendere periodicamente nelle miniere.
Con l'unificazione delle due miniere in una unica, l'obiettivo principale dell'estrazione del carbone venne affidato alla giovane miniera progressiva "Gorlovskaja-Glubokaja”
Dopo la guerra molte miniere distrutte furono riaperte, nuove miniere più profonde e più moderne furono inaugurate. La miniera "Gorlovskaja-Glubokaja" fu messa in funzione nel dicembre 1963. Era speciale e per questo di categoria superiore – per concentrazione di gas metano e pericolosità nelle emissioni improvvise di gas.


Nel 1965 nel paese si è svolto il Forum Internazionale dei minatori. Da quel momento alla miniera «Gorlovkaia-Glubokaja» fu dato il nome di Yu A. Gagarin.
Quando la miniera fu rilanciata, nel 1964-65, era considerata la più prestigiosa dove lavorare. Gli stipendi erano alti e garantiti, e chi lavorava per la miniera riceveva in città una casa nuova. Per questo le "Krusciovke" crebbero come funghi. Per la miniera in breve tempo fu necessario trovare ed addestrare lavoratori per i lavori sotterranei nelle varie professionalità. I reclutatori che andavano nelle varie unità militari furono chiamati scherzosamente "commercianti". La direzione della miniera, in accordo con il Ministero dell'industria carboniera, propose che se una persona avesse già prestato servizio militare per un anno, allora poteva lavorare nella miniera.
Negli anni '70 la miniera n. 19-20 praticamente cessò l'estrazione del carbone e negli anni ’80 fu iniziò il suo smantellamento. Fino a poco tempo rimasero in piedi le rovine storico-industriali dalla miniera.
Un villaggio fu costruito attorno alla miniera, le prime case apparvero verso la fine degli anni '30. I residenti ricordano come le truppe italiane avevano sede nel villaggio e di come i tedeschi irrompevano nelle case. E come si era preoccupati di tutte le difficoltà della guerra.
Nel 1933 fu costruita la scuola numero 6, un edificio ad un piano a forma di baracca. Successivamente sono state aperte altre due scuole, la n. 47 e n. 48. È stato aperto il Palazzo della Cultura. La vita impazzava, i giovani provenienti da diverse parti dell'URSS si misero al lavoro e restarono per sempre!
La strada del villaggio è una tipica strada di miniera. Sembra la stessa di cento anni fa. L'area degli ultimi numeri civici delle strade DivnogorskaJa e Dubinina era un tempo chiamata “Tel Aviv”. Ospitavano comode case di manager dell'amministrazione della miniera.
Negli anni 2012 al 2013 diversi pozzi semi-legali hanno iniziato a operare nel territorio della miniera chiusa, ma uno di questi dopo la morte di un minatore, fu chiuso.
Una seconda miniera divenne legale e gestita dalla azienda “Miniera Sofia”.
Accanto alla miniera c'è una piccola strada con il classico nome di tutte le città minerarie - Terrikonnaja. Se lo percorri puoi vedere molte piccole discariche dei vecchi pozzi della miniera 19-20.
Le miniere sono chiuse ma il villaggio vive. Sì, ogni anno ci vivono meno persone ma questo è in gran parte colpa della guerra e l'orrore che provano i residenti del mio villaggio natale.
Voglio credere che la storia è ciclica e il villaggio delle miniere 19-20 e la miniera Gagarin avranno una seconda vita.
Ci credo!


 


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