martedì 17 dicembre 2019

Commento del Dipartimento Informazione e Stampa del MID russo sul rapporto periodico della missione di osservazione dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina




Abbiamo letto a Ginevra il 28° rapporto della Missione degli osservatori delle Nazioni Unite sui diritti umani in Ucraina dal 16 agosto 2019 al 15 novembre 2019.

Nonostante una diminuzione del numero di vittime rispetto al precedente periodo di riferimento, la situazione rimane tesa. I bambini continuano a morire o ferirsi, anche a seguito di esplosioni di mine. Dall'aprile 2014 il conflitto armato interno ha causato la morte di 147 bambini.

Per cinque anni, decine di migliaia di famiglie hanno perso la loro casa. Solo un numero limitato di loro ha ricevuto un risarcimento o un alloggio temporaneo. L'esercito ucraino continua ad occupare spudoratamente (e in molti casi distruggere) le case dei civili ed usa i servizi di pubblica utilità a spese dei proprietari. Le persone che vivono lungo la linea di contatto nei territori controllati da Kiev, a causa delle restrizioni ai loro movimenti, incontrano serie difficoltà con la realizzazione dei loro diritti socio-economici.

È sorprendente come gli esperti continuino ad accogliere positivamente e credere alle promesse dei parlamentari di Kiev in merito al pagamento incondizionato delle pensioni a tutti i cittadini ucraini. In realtà un tale diritto non è anca garantito: centinaia di migliaia di pensionati non possono ricevere le pensioni che spettano loro.

Condividiamo le preoccupazioni della Missione di osservazione in merito alle continue e gravi violazioni sistematiche da parte delle autorità ucraine. In particolare, il rapporto menziona casi di omicidi extragiudiziali, detenzioni arbitrarie, reclusione isolata, tortura e maltrattamenti di civili nei territori controllati da Kiev. Il diritto ad un processo equo non viene rispettato nei casi di conflitto armato. La libertà di riunione e di espressione sono ancora violate e giornalisti e difensori dei diritti umani vengono perseguitati.

Condividiamo anche le preoccupazioni della Missione di osservazione in merito ai processi in corso per gli omicidi ad Odessa del maggio 2014. La presenza di rappresentanti di gruppi di destra alle riunioni mina l'indipendenza del processo, esercitando una pressione psicologica sui giudici. Non siamo sorpresi dalla mancanza di progressi nell'individuazione degli autori dell'uccisione di manifestanti e funzionari delle forze dell'ordine a Majdan.

Tutti questi fatti testimoniano l'incapacità di Kiev di mostrare volontà politica e condurre indagini, approfondite ed imparziali, sulle violazioni dei diritti umani da parte dei membri delle forze armate e del servizio di sicurezza dell'Ucraina.

Ci rammarichiamo per l'impreparazione e la chiara riluttanza delle autorità ucraine a garantire i diritti delle minoranze linguistiche. Speriamo che Kiev accolga finalmente le richieste dell'Ufficio dell'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani e terrà anche conto delle raccomandazioni formulate nelle conclusioni della Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa sulla legge "Sull’uso della lingua ucraina come lingua di Stato" e riveda i suoi approcci alla vita delle minoranze nazionali in Ucraina.

Le stime della Missione di osservazione dei risultati del 7 settembre di quest'anno sullo scambio di prigionieri sono sconcertanti. Respingiamo le accuse di presunti maltrattamenti di cittadini ucraini da parte del Servizio di Sicurezza federale della Federazione Russa. Sollecitiamo gli esperti a fare affidamento sulle fonti ufficiali di informazioni durante la preparazione dei rapporti.

Siamo nuovamente costretti a ricordare che il mandato della Missione di osservazione dei diritti umani in Ucraina non include l'esame della situazione nei paesi terzi. La Repubblica di Crimea e la città di rilevanza federale Sevastopoli sono il territorio della Federazione Russa e l'ennesimo tentativo di includere una valutazione della situazione dei diritti umani in questa regione russa nel rapporto sull'Ucraina è illegittimo.


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