venerdì 17 gennaio 2020

Sulla violazione della libertà di stampa in Estonia



Intervento del Rappresentante Permanente della Federazione Russa
A. K. Lukashevich
alla riunione del Consiglio Permanente OSCE
16 gennaio 2020
Sulla violazione della libertà dei media in Estonia

Egregio Signor Presidente,
abbiamo già fatto notare come l'Estonia continui a violare i diritti linguistici ed educativi della popolazione di lingua russa. Questa volta siamo costretti a soffermarsi sul fatto che Tallin calpesti duramente i suoi impegni internazionali nel campo della libertà di parola e dei media.
A metà dicembre dello scorso anno il personale dell'ufficio estone dell'agenzia "Sputnik" ha ricevuto lettere dal Dipartimento di polizia e della protezione delle frontiere dell'Estonia contenente minacce di procedimenti penali se i giornalisti, prima del 1° gennaio 2020, non avessero risolto i loro contratti di lavoro con MIA «Russia Segodnja». Inoltre le lettere sottolineavano che le misure potevano riguardare coloro che, avendo rapporti con persone fisiche o giuridiche di "Sputnik" non lo avessero riferito all'Ufficio informazioni sul riciclaggio di denaro del Dipartimento di polizia. Come ha riferito la stampa il suo capo Madis Raimand, lettere con minacce di natura penale presumibilmente associate con le sanzioni dell'Unione Europea nei confronti del direttore generale di MIA "Russia Segodnja" D.K. Kiselev.
Faccio subito notare come, in conformità con il regolamento del Consiglio UE n. 269 del 17 marzo 2014 che ha stabilito misure restrittive contro persone fisiche e giuridiche, le sanzioni imposte contro D.K. Kiselev, si applichino esclusivamente ai suoi fondi finanziari personali.
Ora non ci soffermeremo sulla legittimità e l'adeguatezza di queste azioni di Bruxelles, anche nel contesto della tutela dei diritti umani. Questo è un argomento per una conversazione seria separata.  Si noti solo che MIA "Russia Segodnja" è un'impresa statale russa e non appartiene al suo direttore. E l'agenzia "Sputnik" è parte di questa struttura. Su qualsiasi altra restrizione unilaterale dell'Unione Europea, che permetterebbe alle autorità nazionali di ostacolare così senza tanti complimenti la libertà di parola, non ne siamo a conoscenza.
C'è una pressione diretta sui media stranieri. La situazione è assolutamente inaccettabile e si trova al di là dei fondamentali principi democratici e degli obblighi internazionali dell'Estonia per garantire una piena operatività, senza problemi, alla stampa, libertà di espressione e la parità di accesso alle informazioni.
Con le sue azioni Tallinn ha violato l'atto Finale di Helsinki, in cui è scolpito che gli Stati membri «hanno lo scopo di facilitare la più libera ed ampia diffusione di tutte le forme di informazioni, promuovere la cooperazione in materia di informazioni e lo scambio di informazioni con altri paesi e migliorare le condizioni in cui i giornalisti di uno stato membro svolgono la loro attività professionale in un altro stato membro». Violata anche la decisione della SMID dell'OSCE di Milano del 2018 sulla sicurezza dei giornalisti, in cui gli Stati partecipanti si sono impegnati a "adottare le proprie leggi, politiche e pratiche relative alla libertà dei media in piena conformità con i loro obblighi legali e internazionali ... in modo che non limitino la capacità dei giornalisti di svolgere il loro lavoro in modo indipendente e senza interferenze inappropriate»
La preoccupazione per ciò che sta accadendo intorno a "Sputnik" è stata espressa dal portavoce dell’OSCE per la libertà di stampa A. Desir, che non solo ha esortato le autorità estoni a cessare la pressione sull'agenzia di stampa, ma ha anche confermato che non è stata introdotta alcuna sanzione nei confronti dei giornalisti sul territorio dell'Unione Europea. La situazione ha attirato l'attenzione del segretario generale OSCE T. Greminger. La campagna scatenata dalle autorità estoni volta ad intimidire i giornalisti è stata condannata anche dalla federazione europea dei giornalisti che ha inviato un avviso al Consiglio d'Europa.
Purtroppo in Estonia non hanno sentito o non vogliono sentire le dichiarazioni né della parte russa, né della comunità internazionale. Dal 1° gennaio di quest'anno l'attività dell’edizione estone di "Sputnik" è sospesa. In una notte 35 dipendenti dell'agenzia di stampa, 33 dei quali cittadini estoni hanno perso il lavoro.
In questo contesto è sconcertante l’imbarazzante silenzio delle strutture di profilo dell'Unione Europea in relazione al calpestamento della libertà di stampa da parte dell’Estonia così come la mancanza di reazione di Bruxelles al riferimento di Tallinn alla posizione della UE.
Esortiamo l’egregio signor A. Desir a tenere la questione sotto controllo e a chiedere alle autorità estoni di cessare le politiche discriminatorie.
Grazie per l’attenzione 

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