mercoledì 11 marzo 2020

INTERVISTA DI PUTIN


 
Sulla memoria della Grande Guerra Patriottica, Stalin e Hitler (intervista TASS)

E’ stata pubblicata la decima parte dell'intervista di Vladimir Putin alla TASS.
Il progetto "20 domande a Vladimir Putin" - un'intervista al capo di stato sui temi più rilevanti della vita socio-politica nel paese e nel mondo. L’intervista, complessivamente, è durata tre ore e mezza.

A. Vandenko: La Vittoria, 75 anni.
Per Voi è fondamentale che arrivino tutti i leader?

V. Putin: In fondo non è molto importante. Questa è la nostra festa Credo che sarebbe giusto per i nostri ex alleati della coalizione anti-hitleriana, sia nel senso della politica interna che moralmente. Stiamo aspettando e saremo felici se arriveranno. In caso contrario, questa sarà una loro scelta. Ma questo, mi sembra, sarebbe un errore per loro.

A. Vandenko: Avete la sensazione che ci vogliono togliere la vittoria?

V. Putin: Non ho questa sensazione. È’ impossibile, basta ossservare. Veda, queste non sono persone lungimiranti che non sanno ne leggere ne scrivere. Portano ogni stronzata nel Parlamento europeo sull'identica responsabilità di Hitler e Stalin. Sono solo stronzate.
È necessario esaminare la cronologia dello sviluppo degli eventi a partire dal 1918-1919. Come è successo tutto, chi e cosa è stato sottoscritto nei documenti con Hitler. A proposito, Stalin, non importa come lo si tratti, è un tiranno e così via, ma non si è macchiato di contatti diretti con Hitler e non c'è una sola firma Stalin-Hitler.
Ma ci sono di Hitler e del Primo Ministro della Gran Bretagna, di Hitler e del Primo Ministro della Francia. Di Hitler e del leader della Polonia – ci sono. E hanno lavorato con lui, con Hitler, si sono incontrati ripetutamente, si sono arresi alla Cecoslovacchia. La Polonia si è spartita insieme a Hitler la Cecoslovacchia e, di fatto, ha concordato con lui l'invio delle truppe in Cecoslovacchia. L'unica cosa che i tedeschi hanno detto loro, che Hitler ha detto: solo non nello stesso giorno, quando entreremo noi, non interferiremo l'uno con l'altro, non pretendiamo quello a cui aspirate - la regione di Trzyniec (Repubblica Ceca ndt). Questa è diretta collusione. Bene, si legga tutto nei documenti. Io gli ho raccolti dall'archivio e ho guardato, letto.

A. Vandenko: Si, si la letto, ho sentito

V. Putin:  Si', certo. C'è tutto scritto. 

E poi racconteranno di chi è la colpa. E' colpa loro, a partire dal 1938. Questa cosiddetta collusione di Monaco fu il primo passo per scatenare la Seconda Guerra Mondiale.

A. Vandenko: La Polonia equipara l'Unione Sovietica, ufficialmente Varsavia equipara l'Unione Sovietica alla Germania di Hitler, mette un marchio di parità e accusa entrambi i paesi di aver scatenato la Seconda Guerra Mondiale. Ci buttiamo subito nella battaglia.

V. Putin: Non ci buttiamo da nessun parte. I protocolli segreti Molotov - Ribbentrop li abbiamo condannati, la Russia lo ha fatto. Ma lasciamo che altri paesi dicano in modo onesto come valutano il comportamento della loro leadership in quei tempi, lasciamo che lo dicano onestamente e non scaglino accuse affermazioni artificiose o avanzino pretese.

A. Vandenko: Voi parlate del passato, io parlo di oggi, ancora guarda …

V. Putin: No, no, no …

A. Vandenko: Le odierne autorità polacche non l’hanno invitata ad Auschwitz per il 75° anniversario.

V. Putin: Non mi hanno invitato – ma non serve!

A. Vandenko: Ma c’è andato Zelenskij che ha parlato del primo fronte ucraino, della centesima divisione di Leopoli ...

V. Putin: Sappiamo che è una sciocchezza. Ci rendiamo conto che tutto questo è la congiuntura odierna. E i milioni di ucraini che hanno combattuto contro Hitler, che hanno combattuto contro il nazismo? E' uno sputo in faccia per loro. Ve lo assicuro. Hanno paura solo ad aprire la bocca, perché inizieranno subito a perseguitarli. So cosa sta succedendo lì, nei cuori delle persone che hanno combattuto contro il nazismo con le armi in mano. Per loro è uno sputo. Bene, l'attuale presidente dell'Ucraina vuole farsi così bello per l’attuale leadership della Polonia, ma a mio parere, commette un errore molto grande.

A. Vandenko: E che ne pensa degli slogan come "Possiamo ripeterlo", per il 9 maggio

V. Putin: Quali? Cosa sono questi slogan?

A. Vandenko:  Si, 9 maggio, su una BMW o su una Mercedes appesi dietro: "Possiamo ripeterlo", "A Berlino", "Grazie Nonno per la Vittoria»…

V. Putin: «Grazie Nonno per la Vittoria» – perfetto.

A. Vandenko: Ma «Possiamo ripeterlo»?

V. Putin: Sa una cosa? Questo può essere interpretato in modi diversi. L'Unione Sovietica subì un attacco molto terribile, terribile ed imperdonabile da parte della Germania nazista. Abbiamo perso 27 milioni di persone, non c'è nessun paese al mondo che abbia subito una tale perdita. E se qualcuno osa fare una cosa del genere, lo rifaremo.

A. Vandenko: Ma è meglio che non accada

V. Putin: Sicuramente! A questo non ci siamo mai aspirati e non stiamo aspirando. E la leadership russa non pone mai la questione in questo modo. Se lo slogan, da Lei citato è considerato con questo spirito, è sufficiente ricordare Aleksandr Nevskij: chi da noi verrà con la spada, con la spada perirà.



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