Sulla memoria della Grande Guerra
Patriottica, Stalin e Hitler (intervista TASS)
E’ stata
pubblicata la decima parte dell'intervista di Vladimir Putin alla TASS.
Il
progetto "20 domande a Vladimir Putin" - un'intervista al capo di
stato sui temi più rilevanti della vita socio-politica nel paese e nel mondo. L’intervista,
complessivamente, è durata tre ore e mezza.
A. Vandenko:
La Vittoria, 75 anni.
Per Voi è
fondamentale che arrivino tutti i leader?
V. Putin: In fondo non è molto importante. Questa è
la nostra festa Credo che sarebbe giusto per i nostri ex alleati della
coalizione anti-hitleriana, sia nel senso della politica interna che
moralmente. Stiamo aspettando e saremo felici se arriveranno. In caso
contrario, questa sarà una loro scelta. Ma questo, mi sembra, sarebbe un errore
per loro.
A. Vandenko: Avete la sensazione che ci vogliono
togliere la vittoria?
V. Putin: Non ho
questa sensazione. È’ impossibile, basta ossservare. Veda, queste non sono
persone lungimiranti che non sanno ne leggere ne scrivere. Portano ogni
stronzata nel Parlamento europeo sull'identica responsabilità di Hitler e
Stalin. Sono solo stronzate.
È
necessario esaminare la cronologia dello sviluppo degli eventi a partire dal
1918-1919. Come è successo tutto, chi e cosa è stato sottoscritto nei documenti
con Hitler. A proposito, Stalin, non importa come lo si tratti, è un tiranno e così
via, ma non si è macchiato di contatti diretti con Hitler e non c'è una sola
firma Stalin-Hitler.
Ma ci
sono di Hitler e del Primo Ministro della Gran Bretagna, di Hitler e del Primo
Ministro della Francia. Di Hitler e del leader della Polonia – ci sono. E hanno
lavorato con lui, con Hitler, si sono incontrati ripetutamente, si sono arresi
alla Cecoslovacchia. La Polonia si è spartita insieme a Hitler la
Cecoslovacchia e, di fatto, ha concordato con lui l'invio delle truppe in
Cecoslovacchia. L'unica cosa che i tedeschi hanno detto loro, che Hitler ha
detto: solo non nello stesso giorno, quando entreremo noi, non interferiremo
l'uno con l'altro, non pretendiamo quello a cui aspirate - la regione di Trzyniec (Repubblica Ceca ndt). Questa è diretta collusione. Bene, si legga tutto nei
documenti. Io gli ho raccolti dall'archivio e ho guardato, letto.
A. Vandenko:
Si, si la letto, ho sentito.
V. Putin: Si', certo. C'è tutto scritto.
E poi racconteranno di chi è la colpa.
E' colpa loro, a partire dal 1938. Questa cosiddetta collusione di Monaco fu il
primo passo per scatenare la Seconda Guerra Mondiale.
A. Vandenko: La Polonia equipara l'Unione Sovietica, ufficialmente Varsavia equipara
l'Unione Sovietica alla Germania di Hitler, mette un marchio di parità e accusa
entrambi i paesi di aver scatenato la Seconda Guerra Mondiale. Ci buttiamo
subito nella battaglia.
V. Putin: Non ci
buttiamo da nessun parte.
I protocolli segreti Molotov - Ribbentrop li abbiamo condannati, la Russia lo
ha fatto. Ma lasciamo che altri paesi dicano in modo onesto come valutano il
comportamento della loro leadership in quei tempi, lasciamo che lo dicano
onestamente e non scaglino accuse affermazioni artificiose o avanzino pretese.
A. Vandenko:
Voi parlate del passato, io parlo di oggi, ancora guarda …
V. Putin: No,
no, no …
A. Vandenko:
Le odierne autorità polacche non l’hanno invitata ad Auschwitz per il 75°
anniversario.
V. Putin: Non mi
hanno invitato – ma non serve!
A. Vandenko:
Ma
c’è andato Zelenskij che ha parlato del primo fronte ucraino, della centesima
divisione di Leopoli ...
V. Putin: Sappiamo
che è una sciocchezza. Ci rendiamo conto che tutto questo è la congiuntura
odierna. E i milioni di ucraini che hanno combattuto contro Hitler, che hanno
combattuto contro il nazismo? E' uno sputo in faccia per loro. Ve lo assicuro. Hanno
paura solo ad aprire la bocca, perché inizieranno subito a perseguitarli. So
cosa sta succedendo lì, nei cuori delle persone che hanno combattuto contro il
nazismo con le armi in mano. Per loro è uno sputo. Bene, l'attuale presidente
dell'Ucraina vuole farsi così bello per l’attuale leadership della Polonia, ma
a mio parere, commette un errore molto grande.
A. Vandenko:
E
che ne pensa degli slogan come "Possiamo ripeterlo", per il 9 maggio
V. Putin: Quali?
Cosa sono questi slogan?
A. Vandenko: Si, 9 maggio, su una BMW o su una
Mercedes appesi dietro: "Possiamo ripeterlo", "A Berlino",
"Grazie Nonno per la Vittoria»…
V. Putin: «Grazie Nonno per la Vittoria» – perfetto.
A. Vandenko: Ma «Possiamo ripeterlo»?
V. Putin: Sa
una cosa? Questo può essere interpretato in modi diversi. L'Unione Sovietica
subì un attacco molto terribile, terribile ed imperdonabile da parte della
Germania nazista. Abbiamo perso 27 milioni di persone, non c'è nessun paese al
mondo che abbia subito una tale perdita. E se qualcuno osa fare una cosa del
genere, lo rifaremo.
A. Vandenko:
Ma è meglio che non accada
V. Putin: Sicuramente! A questo non ci siamo mai aspirati e
non stiamo aspirando. E la leadership russa non pone mai la questione in questo
modo. Se lo slogan, da Lei citato è considerato con questo spirito, è
sufficiente ricordare Aleksandr Nevskij: chi da noi verrà con la spada, con la
spada perirà.
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