venerdì 18 settembre 2020

10 DOMANDE SUL "CASO NAVAL'NIJ"


 

Commento della Rappresentanza Permanente della Federazione Russa presso l'Unione Europea sulla situazione di A. Naval’nij

 

Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una campagna di informazione in rapida crescita nella UE - sia negli ambienti ufficiali che nei media – per un incidente avvenuto all’attivista politico e blogger russo Aleksej Naval’nij il 20 agosto 2020. Non pretendendo di essere esperti in tossicologia, riteniamo comunque necessario attirare l’attenzione su molteplici incongruenze riguardo a questo caso. Alla luce del prossimo dibattito in seno al Parlamento europeo, invitiamo i funzionari dell’Unione europea e gli eurodeputati a esaminare una serie di domande che seguono.

- Quale logica avrebbe guidato le autorità russe, che presumibilmente hanno preso la decisione di avvelenare A. Naval’nij con una sostanza chimica, gas nervino, dal gruppo del «Novichov» che ricade sotto il divieto della Convenzione sulle Armi chimiche, in una città russa con una popolazione di un milione e mezzo, facendo poi tutto il possibile per salvare la sua vita e permettendogli di partire per ulteriori cure in Germania, dove il «Novichov» potrebbe essere stato scoperto?

- Per quale motivo le autorità russe avrebbero avvelenato A. Naval’nij se si considera che il suo seguito attuale raggiunge a malapena il 2%, secondo un recente sondaggio, condotto nel mese di luglio 2020, dal Levada-center, un'organizzazione non governativa impegnata nello studio dell'opinione pubblica e delle ricerche sociologiche?

· Ci sarebbe qualche motivazione le autorità russe’ presunta decisione di veleno Aleksej Naval’nij con l'uso di un grado militare chimica nervo agente del “Novichok” del gruppo, che cade sotto CWC divieto, in una città russa, con mezzo milione di abitanti e quindi di fare del loro meglio per salvare la sua vita e di lasciarlo andare per ulteriori cure mediche in Germania, dove “Novichok” potrebbe essere identificato?

- Perché il Governo Tedesco non vuole trasmettere alle autorità russe competenti i risultati delle analisi, condotte in un laboratorio specializzato delle forze Armate della Germania, o pubblicarli se Berlino fosse sicuro che A. Naval’nij sia stato avvelenato? Il 27 agosto 2020 l'Ufficio del Procuratore generale della Federazione Russa ha inviato una richiesta ufficiale di assistenza legale alle autorità tedesche. Berlino però non ha voluto dar corso alla richiesta tempestivamente ed in modo costruttivo; prima ha guadagnato tempo, poi hanno dichiarato che le prove fornite non saranno divulgate per motivi di privacy ed alla fine hanno dichiarato il caso come segreto.

- Nello stesso tempo sentiamo costantemente affermare coma sia assolutamente necessario che il governo russo conduca un'indagine approfondita e trasparente sul tentato omicidio di A. Naval’nij. Ci sono affermazioni che tutte le prove ed i testimoni dovrebbero essere cercati «da qualche parte in Siberia". E’ stata una coincidenza che, insieme, alcune persone che accompagnavano A. Naval’nij nel suo viaggio in Siberia partissero immediatamente dalla Russia in Germania subito dopo l'incidente?

- Perché i medici tedeschi della Clinica "Charite" sono timidi nel dialogo professionale con i colleghi russi nonostante le incongruenze evidenti nei sintomi, nei risultati delle analisi tossicologiche e nella diagnosi di A. Naval’nij ? L'Associazione federale dei Medici della Germania ha respinto la proposta dei colleghi russi di istituire un gruppo congiunto per l'esame medico-legale del caso di A. Naval’nij.

- Perché si afferma che lo sviluppo delle sostanze chimiche da guerra del gas nervino del gruppo del «Novichok» è stato condotto in Unione Sovietica prima e poi in Russia poi, ma il fatto che nel giro di pochi anni gli esperti dei paesi occidentali e dei rispettivi centri NATO hanno sviluppato prodotti chimici del gruppo «Novichok», viene ignorato? Negli Stati Uniti, ad esempio, sono stati rilasciati più di 150 brevetti per l'uso militare delle sostanze tossiche sopra menzionate.

- Perché all'arrivo a Berlino A. Naval’nij è stato accompagnato alla clinica «Charité» dalla polizia e dagli agenti dei servizi segreti? Perché sono state adottate maggiori misure di sicurezza e l'ospedale stesso è diventato oggetto particolarmente protetto molto prima della "scoperta" del "Novichok"? Questo significa che a Berlino sapevano qualcosa di cui si era a conoscenza né a Mosca né a Omsk? Vale la pena notare che più di 60 esami biochimici sono stati condotti all'ospedale di Omsk e nessuno di loro ha mostrato alcun segno di avvelenamento.

- Cosa c'è dietro la storia di una «bottiglia d'acqua» dove, presumibilmente, si sono trovate tracce di veleno? Nessuna telecamera a circuito chiuso o fotografia non ha registrato che A. Naval’nij abbia bevuto da quella bottiglia all'aeroporto di Tomsk prima della partenza. Se ha bevuto acqua da questa bottiglia prima o a bordo dell’aereo diretto a Mosca, allora come ha fatto questa bottiglia ad arrivare a Berlino?

- Perché nessun tossicologo, civile o militare, nessun medico della Clinica "Charite" ha fatto una conclusione professionale su questo caso (come hanno fatto i medici russi)?

Sostenere che qualunque prova possa essere trasmessa in Russia solo con il consenso del paziente non è compatibile con le numerose dichiarazioni a livello politico fatte in Germania mentre Naval’nii si trovava ancora in coma.

 

https://russiaeu.ru/ru/novosti/kommentariy-postoyannogo-predstavitelstva-rossiyskoy-federacii-pri-evropeyskom-soyuze-o

 

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