Intervista del Vice Ministro degli Esteri russo A. A. Pankin all'agenzia di stampa internazionale "Russia Today", 8 febbraio 2022
Domanda: L'Unione Europea sta lavorando su un pacchetto di sanzioni contro la Russia nel campo dell'economia e della finanza in caso di escalation della situazione in Ucraina non escludendo la possibilità di disattivare il paese dal sistema SWIFT. Mosca si sta preparando per questo scenario? Abbiamo un piano B?
Risposta: Ho già più volte commentato domande simili in relazione alla politica sanzionatoria americana nei confronti della Russia. E’ da tempo chiaro che, in assenza di motivi per l'applicazione di questo tipo di restrizioni nei nostri confronti saranno trovati, o meglio inventati. Tra questi come abbiamo sottolineato l'idea delirante di un "attacco della Russia ai paesi limitrofi". Ci auguriamo che, a differenza dell'approccio di Washington nel "campo delle sanzioni", privo di ogni adeguatezza, a Bruxelles prevalga ancora la prudenza e l'uso di tali misure restrittive, da cui soffrirebbe soprattutto la stabilità del sistema finanziario internazionale, così come la ripresa economica mondiale e la capacità di attuare tempestivamente gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, non accadrà.
Stiamo facendo sforzi significativi per proteggere i nostri legittimi legami commerciali ed economici e progetti di investimento dall'impatto negativo esterno. Allo stesso tempo maggiore attenzione è rivolta alla creazione di infrastrutture di calcolo affidabili, anche con i paesi stranieri.
Domanda: nei giorni scorsi il Congresso degli Stati Uniti ha introdotto un progetto di nuove sanzioni contro la Federazione Russa. In particolare si prevedono sanzioni contro il "Nord Stream – 2", l'industria mineraria, almeno tre istituzioni finanziarie, il debito pubblico, il Presidente della Federazione Russa ed altri rappresentanti della leadership. Quanto è realistica l'approvazione di tale iniziativa? E se sarà varata come intende agire la Russia?
Risposta: Tutti hanno da tempo capito che i legislatori americani hanno perso il contatto con la realtà, vivono nel regno delle proprie fobie nei confronti del nostro paese, sfornando “oscuri" piani di contenimento della Russia su tutti i fronti ed in ogni occasione o senza occasioni. Non vediamo il fatto di rispondere alle prossime iniziative del Campidoglio su questo. Possiamo solo ribadire il nostro rammarico per quanto riguarda ciò che sta accadendo e confermare l'inevitabile conseguenze negative da severe restrizioni al nostro indirizzo per gli iniziatori occidentali di tali misure. Siamo ben consapevoli che nessuna delle parti, a condizione che entrambe siano sane di mente, è interessata a un tale sviluppo e consideriamo le numerose minacce di sanzioni come un'intensificazione controproducente del campo informativo intorno alla Russia, anche attraverso il prisma della “scena ucraina”.
Da parte sua, in termini di misure restrittive illegali di alcuni paesi, indipendentemente dalla posizione attuale di Washington o Bruxelles, abbiamo in programma di continuare a creare sistematicamente un'infrastruttura finanziaria affidabile che garantisca allo stato e alle imprese russe l'accesso ai mercati esteri dei capitali, nonché di continuare la linea per la sostituzione delle importazioni.
Domanda: recentemente la Commissione europea ha proposto di vietare l'estensione dei contratti a lungo termine per le importazioni di gas naturale dopo il 2049, come a Mosca si relazionano alle iniziative europee per il passaggio all’energia “verde”?
Risposta: le questioni della cooperazione internazionale nel settore petrolifero e del gas, in particolare il ruolo del gas naturale nella transizione energetica, discusse in varie sedi internazionali fanno anche parte della diplomazia economica. Il Ministero degli Esteri russo con i colleghi del Ministero dell'energia della Russia partecipa a queste discussioni nell'ambito, ad esempio, delle commissioni economiche regionali delle Nazioni Unite, del "gruppo dei venti", CEE, BRICS, organizzazioni internazionali specializzate come il Forum dei paesi esportatori di gas (FSEG).
L'anno scorso ha mostrato che il consumo energetico accelerato è pericoloso in termini di sicurezza energetica e mantenimento della stabilità del complesso TEC. Pertanto non condividiamo la tesi promossa da diversi paesi sulla necessità di un rifiuto forzato dell'uso di risorse energetiche fossili. In questo caso c'è il rischio che il consumo di energia si trasformi in una crisi energetica. Riteniamo che non sia necessario operare con i divieti, ma concentrarsi sulla riduzione dell'impatto negativo dei combustibili fossili attraverso l'introduzione e il finanziamento di tecnologie che garantiscano un uso più efficiente e pulito.
In questo contesto, il ruolo del gas naturale come il combustibile fossile più accettabile dal punto di vista ambientale sta aumentando. Molto presto si terrà il vertice FSEG (Qatar, 22 febbraio), dove i principali produttori di gas si riuniranno per discutere i problemi urgenti che affliggono l'industria del gas.
Domanda: in Occidente si esprimono i timori che la Russia possa fermare la fornitura di gas in Europa se contro di essa saranno introdotte sanzioni a causa dell'Ucraina. Questa opzione è considerata a Mosca?
Risposta: La Russia è naturalmente interessata a un ulteriore sviluppo senza alcuna politicizzazione della cooperazione reciprocamente vantaggiosa con partner stranieri nel settore energetico. A tal fine vengono intraprese le misure necessarie per diversificare la geografia e le rotte di esportazione del gas.
L'anno scorso abbiamo assistito, ancora una volta, a come i nostri avversari nuovamente abbiano cercato di politicizzare le questioni del gas. A volte si tratta di vere assurdità quando sentiamo il ragionamento sulle "molecole speciali di libertà" che presumibilmente sono contenute nel gas naturale liquefatto americano o a quelle affermazioni, cui abbiamo avuto a che fare, che avere un nuovo percorso di approvvigionamento di gas più efficiente minerebbe la sicurezza energetica europea. Dobbiamo spiegare mille volte che il "Nord Stream-2" - un progetto economico esclusivo è vantaggioso per i consumatori europei. Siamo disposti a rispettare le regole europee per la sua certificazione ma da parte loro speriamo in un approccio razionale e nella mancanza di scuse artificiali.
Infondate anche le accuse sul presunto interesse della Russia nella crisi del gas nella UE. In realtà questo è un altro esempio di propaganda anti-russa. I prezzi eccessivamente elevati restringono la domanda, minando così la fiducia nel settore del gas nel suo complesso. Non ne abbiamo assolutamente bisogno. I fornitori russi rispettano rigorosamente tutti gli obblighi contrattuali e persino aumentano, per quanto possibile, le consegne. Tutti gli esperti sanno bene che la crisi del gas in Europa è stata causata sia da fattori naturali che da errori nella politica energetica della UE, dove molti hanno sostenuto la rinuncia ai contratti lungo termine sull'importazione di gas russo. Allo stesso tempo le aziende europee che hanno mantenuto nei loro “portafogli" contratti a lungo termine, continuano ad acquistare gas a prezzi ragionevoli.
Vorrei riassumere: in un normale corso degli eventi non è richiesto l'intervento dei ministeri degli esteri negli affari del gas. Se stiamo parlando di cose specifiche come contratti, volumi e tempi di consegna, capacità di prenotazione e così via, allora questi problemi devono essere risolti da soggetti economici.
Il compito del Ministero degli Affari Esteri è quello di creare condizioni reciprocamente vantaggiose per la cooperazione sotto forma, ad esempio, di relazioni interstatali e di partecipare alla risoluzione di questioni strategiche di regolamentazione internazionale della transizione energetica.
https://mid.ru/ru/foreign_policy/news/1797502/
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