Sulla pubblicazione da parte della
Piattaforma per la promozione della protezione del giornalismo e della
sicurezza dei giornalisti di una "notifica di minaccia" da parte del
rappresentante ufficiale del Ministero della Difesa russo I.E. Konashenkov al
giornalista italiano J. Iacoboni
Il
15 aprile di quest'anno la Piattaforma per la promozione della protezione del
giornalismo e della sicurezza dei giornalisti (di seguito denominata Piattaforma),
nata sotto l’egida del Consiglio d'Europa (CE), ha pubblicato sulla sua pagina
una "notifica di minaccia" da parte del rappresentante ufficiale del
Ministero della Difesa russo I.E. Konashenkov al giornalista del quotidiano
italiano «La Stampa» J. Iacoboni. Gli autori di questo avviso (l'ONG britannica
“Articolo 19” e la belga “Associazione dei giornalisti europei”) come minaccia non
hanno percepito un passo sulle armi russe, né la notizia di esercitazioni
militari cui I.E. Konashenkov potrebbe accennare, ma è stato accusato di "atto
di aggressione” l’uso del proverbio latino “Qui fodit foveam, incidet in eam” (“
Chi scava una fossa vi cadrà dentro”), contenuto nel commento di I.E.
Konashenkov del 2 aprile di quest'anno in merito alla pubblicazione da parte del
summenzionato giornale sull'assistenza russa alla regione italiana della
Lombardia nella lotta contro il coronavirus.
Qui
si possono inventare molte cose, si può tenere un dibattito linguistico sulla
comprensione del significato di questo proverbio nel mondo moderno, ma
ovviamente, qui non c'è nulla a che fare con l’ "intimidazione". Altra
cosa è che la conoscenza, l'educazione rendono la vita molto più pericolosa,
perché puoi scoprire cose che non si conoscevano ancora, ad esempio non
conoscere il latino.
Vorrei
qui parlare di quelle strutture che hanno accusato il rappresentante del
Ministero della Difesa della Russia di "retorica aggressiva". Dalla
creazione della Piattaforma, nel novembre 2014, la Russia ha espresso seri
dubbi sulla capacità di questa struttura di obiettività e imparzialità. Vorrei
ricordare che è formata da 14 ONG occidentali che spesso ricevono finanziamenti
diretti dai governi dei rispettivi paesi. Amiamo rispondere sempre ai nostri
partner con i fatti. E così più della metà del budget di '"Articolo
19" (la stessa ONG britannica che si è spaventata di I.E. Konashenkov)
proviene dall’autorità, tra cui il Foreign Office britannico e il Dipartimento
di Stato americano. Le sue pubblicazioni inoltre non sono ne controllate ne
modificate in alcun modo dal Segretariato CE. Ecco perché la Russia ha
rifiutato di estendere le attività della piattaforma al suo territorio.
Sfortunatamente nel corso degli anni siamo stati ripetutamente in grado di
verificare la parzialità e lo squilibrio delle informazioni che pubblica. Il
nuovo attacco anti-russo ha solo confermato la validità del nostro rifiuto di
interagire con la piattaforma.
Ci
dispiace che questa struttura abbia trovato rifugio sul sito web del Consiglio
d'Europa e utilizzi il suo logo. Speriamo che questo esempio della sua attività
anti-russa incoraggi la leadership della CE a capire che, nella sua forma
attuale, la Piattaforma non solo non contribuisce alla realizzazione
dell'obiettivo principale dell'Organizzazione di Strasburgo - rafforzare
l'unità dei paesi membri, ma in realtà lo discredita.
Per
quanto attiene il contenuto dell'articolo politicizzato del citato giornalista
italiano è stato detto abbastanza su questo argomento. Ricordiamo: l'assistenza
russa all'Italia nella lotta contro il coronavirus è fornita su richiesta
diretta del Primo Ministro di questo paese, ha natura esclusivamente umanitaria
e ha ricevuto il massimo apprezzamento dalle autorità e dalla popolazione
lombarda.
Ringrazia anche tu la Russia per l'aiuto umanitario al nostro Paese, indossa la maglietta a ricordo dell'aiuto
Info: aasib@aasib.org
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