Ha tenuto un diario degli avvenimenti:
"- 13 marzo. 18° giorno di guerra. 27 febbraio, l'ultimo giorno in cui ho visto mia madre. Da allora, in cantina. All’uscita il soffitto sembra essere caduto. Ho provato a smontare il pavimento - non ha funzionato. Dovremo aspettare qualcuno. Il gatto ed il cane, di tanto in tanto, sbirciano dal condotto. Vedo i loro volti, parlo con loro e piango. Chiedo loro di chiamare aiuto ma non capiscono. Io prego. Durante la notte mi prudeva molto la testa perché era sporca e mi grattavo fino a sanguinare. Pensavo di avere i pidocchi. È stata una sensazione incredibile. Mi sono alzata di notte, ho scaldato dell'acqua, ho tagliato i capelli con un coltello e li ho lavati con il sapone. Il prurito non si è fermato per un po'. Le ferite bruciavano. Poi in qualche modo mi sono addormentata dopo le preghiere. I proiettili rimbombavano in lontananza. Da tre giorni, grazie a Dio, nessuna granata è esplosa davanti a casa mia.
- 14 marzo. Ho cercato di rompere il pavimento per uscire, gridando e chiedendo aiuto, ma invano. Attraverso le fessure ho visto che qualcuno aveva chiuso la cantina di proposito, come se qualcuno non mi avesse trovato: pesanti scatole giacevano sotto il letto proprio sopra la botola e sacchi di rami, bottiglie e argilla. Non posso sollevare cose così pesanti. Sono stanca. Andrò a letto. 13 e 38.
- 15 marzo, ora di pranzo. Oggi non c'è il sole come nei 2 giorni precedenti. Il sole non brilla attraverso il camino. Nessuna opportunità di ammirare i raggi, ma il cielo è chiaro. Voglio sdraiarmi in una coperta calda e non fare nulla. Non c'è la forza mentale per cercare di aprirmi un varco. Per tutto il tempo ci sono dei colpi, ma non vicini. L'orso è vivo. Gli ha dato delle ciambelle (le ho spinte attraverso il tubo).
- 16 marzo. Non ci sono quasi più sparatorie. Di tanto in tanto i soldati sparano a qualcosa - recinzioni, probabilmente colpi singoli. Ho cercato di uscire di nuovo, ho fatto un buco - ho visto che il soffitto si era sbriciolato in tegole e mattoni, lastre del pavimento. Tutto è molto pesante. Ho chiesto aiuto - nessuno. Non c'è modo di uscire da sola. Non c'è nessuna via d'uscita per me, se non quella di buttare giù tutto il pavimento.
- 17 marzo, ore 6. Come al solito qualcosa vola e lascia cadere i frammenti in lontananza, per tutta la mattina.
- Marzo, 18. La notte è stata tranquilla. Non so se sto dormendo o no. Insonnia. Prego per tutti. Il gattino si vizia a volte. Nutrire l'orsacchiotto con le ciambelle dal camino. Tutto come al solito è triste.
- 19 marzo. Sabato all'alba c'è un combattimento in lontananza. 10 ore a piangere e a chiedere aiuto. Prego.
Arrivano gli osseti e mi salvano!
Grazie!".
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