Lettera del Patriarca Kirill al presidente USA Barack Obama
Sua Santità il Patriarca di Mosca e tutta la Rus’ Kirill ha
inviato al Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama un
messaggio, in cui esprime preoccupazione per i piani relativi a un
intervento militare degli USA nel territorio della Siria. Il Primate
della Chiesa Ortodossa Russa chiede al Presidente USA di prestare
ascolto alle voci dei leader religiosi mondiali, che si sono
unanimamente pronunciati contro un’ingerenza nel conflitto in corso in
Siria, e di operare in favore di un immediato inizio di trattative
pacifiche tra le parti.
Eccellenza, Signor Presidente,
la Chiesa Ortodossa Russa è addolorata e preoccupata per i tragici
avvenimenti che hanno luogo in Siria. Le informazioni che abbiamo
relative alla situazione in Siria provengono non dai mezzi di
comunicazione, ma da testimonianze dirette, dateci dai leader religiosi,
da semplici fedeli locali e dai nostri concittadini che risiedono in
quel Paese.
Oggi la Siria è l’arena di un conflitto armato, cui prendono parte
mercenari stanieri e soldati legati ai centri del terrorismo
internazionale. Per milioni di civili la guerra è divenuta un Golgotha
quotidiano.
Con grande preoccupazione abbiamo accolto la notizia di piani di
azioni militari delle forze armate USA nel territorio della Siria. Senza
alcun dubbio questo fatto porterebbe ancor maggiori sofferenze al
popolo siriano, in primo luogo alla popolazione civile. In seguito a un
intervento militare straniero in Siria potrebbero prendere il potere
forze radicali che non saranno in grado né vorranno assicurare la
concordia interconfessionale nella società siriana.
Siamo particolarmente preoccupati per la sorte della poplazione
cristiana della Siria che in questo caso rischierebbe il totale
sterminio o la deportazione. Tali situazioni si producono già nelle
regioni del Paese occupate dagli insorti. Un’ulteriore conferma dei
nostri timori ha significato per noi il tentativo da parte dei gruppi
armati dell’opposizione di impossessarsi della città di Maalula, abitata
soprattutto da cristiani. Gli insorti continuano ancora oggi a
bombardare la città, in cui si trovano antichissimi monasteri cristiani,
luogo di venerazione per i fedeli del mondo intero.
Dal 22 aprile i ribelli tengono prigionieri i gerarchi cristiani
della città di Aleppo, i metropoliti Bulos e Yohanna Ibrahim, della cui
sorte non si sa niente, nonostante le richieste di un gran numero di
leader religiosi mondiali ai relativi governi di favorirne l’immediata
liberazione.
L’attuale crisi siriana esige, senza dubbio, una soluzione col
concorso della comunità internazionale. A questo proposito riteniamo
importante che si sfruttino le opportunità che si sono aperte per una
risoluzione diplomatica del conflitto che implichi il controllo, da
parte della comunità internazionale, dell’arsenale chimico presente in
Siria.
La Chiesa Ortodossa Russa conosce bene il prezzo delle sofferenze e
delle perdite umane, poiché nel XX secolo il nostro popolo è
sopravvissuto a due guerre mondiali devastanti che hanno causato milioni
di morti e rovinato la vita di moltitudini di persone. Inoltre,
sentiamo come nostro il dolore e le perdite sofferte dal popolo
statunitense nei terribili attacchi terroristici dell’11 settembre 2001.
Alla vigilia dell’anniversario di questo terribile avvenimento mi
rivolgo a Lei, chiedendoLe di prestare ascolto alle voci dei leader
religiosi mondiali, che si sono unanimamente pronunciati contro
un’ingerenza militare nel conflitto in corso in Siria, e di promuovere
l’inizio al più presto di negoziati di pace.
Nel rinnovarLe la mia stima, le porgo i migliori saluti.
+ Kirill,
Patriarca di Mosca e di tutta la Rus
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