mercoledì 30 novembre 2022

LA ROMA DEI GESUITI, UN NIDO DI SERPENTI

 


30 ottobre 1968

- Al Presidente del Consiglio per gli Affari Religiosi presso il Consiglio dei Ministri  dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, Kuroedov Vladimir Alekseevìc (*)


(…) Fra i semplici cattolici, nonostante i cinque anni trascorsi dal giorno della morte di Giovanni XXIII, sono ancora vivi la memoria e l'amore verso di lui. Papa Paolo VI viene considerato lontano dal popolo, un aristocratico, un diplomatico, e per questo uno che non gode delle simpatie e dell'amore del popolo semplice.
Ci sono voci di un possibile ritiro di Paolo VI, sebbene venga affermata l 'opinione dell’impossibilità di tale atto da un punto di vista religioso. Pino a poco tempo fa come successore si faceva il nome del cardinale Suenens (Belgio) ma adesso questa candidatura non viene nominata.

Si riscontra una certa tendenza a che il nuovo papa non debba essere italiano, poiché gli italiani sono troppo legati alla politica locale, mentre un papa straniero sarebbe politicamente più indipendente.


La riorganizzazione della Curia, che aveva iniziato a realizzarsi, si è quasi interrotta. E quello, che si fa in tale direzione, viene considerato come assolutamente insignificante, dal momento che viene realizzato più per acquietare la corrente progressista nella Chiesa cattolica che per cambiare radicalmente politica.


Il Vaticano negli ultimi tempi, secondo la testimonianza ai persone che ne seguono la politica, assume nei problemi di politica internazionale una posizione più realistica. Il papa ha fatto qualche dichiarazione riguardo agli avvenimenti in Cecoslovacchia, Ma essa è passata in qualche modo inosservata, senza commenti.
Durante l'estate di quest'anno Paolo VI ha mostrato con diversi atti sostegno ai popoli arabi nella loro lotta contro gli aggressori israeliani. Così, il 27 luglio il papa ha ricevuto l 'ex sindaco della parte araba di Gerusalemme, accompagnato dall'ambasciatore di Giordania. Con questo atto si è messo in rilievo che il Vaticano non riconosce l'annessione, compiuta da Israele. Nell'estate di quest'anno il papa ha dichiarato la necessità del ritorno ai legittimi confini nel Medio Oriente. La consegna delle reliquie dell'apostolo Marco alla cattedrale copta e la conversazione dell'inviato del papa, che accompagnava le reliquie al Cairo, con il presidente Nasser sono anche atti caratteristici della politica del Vaticano su questo versante.


Sul problema del Vietnam il Vaticano è interessato alla soluzione pacifica della questione  e non ha intenzione, per quanto possibile giudicare su questo, di minare la propria autorità morale con la concessione di un appoggio diretto o indiretto all'aggressione degli Usa in Vietnam. In questo senso la morte del cardinale Spellman il quale era legato agli aggressori in Vietnam, è stata accolta con sollievo. 


Tuttavia, anche se si manifesta una tendenza realistica nella politica del Vaticano e c'è un certo malcontento per le azioni e l'enciclica del papa, non si può pensare e parlare di una qualche debolezza del Vaticano. Sotto l'aspetto organizzativo è un monolite. Gli ordini cattolici, con la loro disciplina quasi militare, costituiscono il supporto del Vaticano alla realizzazione della sua politica. 


I quadri del Vaticano e la loro preparazione si collocano a un livello molto alto.
I segretariati per l’unità dei cristiani e per il dialogo con i non credenti sono stati riorganizzati. _Nel personale dei segretariati è stata introdotta una serie di note personalità cattoliche. Willebrands ha proposto di condurre con il patriarcato di Mosca una nuova serie di discussioni su questi temi, analogamente a quella discussione, che si è svolta sui temi sociali a Leningrado l'estate di quest'anno.
Mi è capitato di essere al collegio Russicum e di visitare la biblioteca dell’Istituto orientale e di incontrarmi con alcune personalità di questi istituti, come Mailleusx rettore del Russicum, Stefano Virguilin, professore dell'Istituto orientale di propaganda della fede (nell'estate di quest'anno è venuto in Urss come turista ) Andreas Wetter, professore dell'Istituto orientale, insegna marxismo-leninismo seguace del neotomismo, Miguel Arranz-Lorezzo, ispettore dei Russicum, professore di liturgia all'Istituto orientale di propaganda della fede, losif Olsr dell'Istituto orientale, insegna la materia “patriarcato di Mosca”, Robert Tafl  americano, scrive la tesi di dottorato all'Istituto orientale, discendente della  famiglia Tafl, e altri. 


Noi abbiamo partecipato alla cena al Russicum. Se mi è lecito esprimere apertamente le mie sensazioni su questi rapporti, che fino ad ora non mi hanno lasciato, esse sono simili a quelle che si provano trovandosi in un nido di serpenti, in compagnia di serpenti che sibilano, ma che non mordono. Il rettore del Russicum Paul Mailleuar, era molto cortese e, salutandomi, ha detto: “Ma noi conserviamo tutto per voi (riferendosi al Russicum) e verrà il tempo che consegneremo tutto a voi”. Tuttavia queste sono dichiarazioni esclusivamente declaratorie, lontane dalla vita


Il Russicum aspira a mostrare per mezzo dei rapporti con i rappresentanti del patriarcato di Mosca – tanto che nelle sue mira vivono preti studenti dell’Urss – che esso non è affatto un odiosa istituzione, ma quasi una futura rappresentanza del patriarcato di Mosca  Sia il Russicum che l’Istituto orientale preparano quadri per un lavoro di profilo russo con precisi scopi sia politici che religiosi, questi ultimi anzi rappresentano piuttosto un paravento. 


Colpisce la biblioteca sia del Russicum che, in modo particolare, dell’Istituto orientale. La raccolta tematica di questa biblioteca conserva una collezione unica di pubblicazioni periodiche. I nostri quotidiani Pravda ed Izvestija dal primo numero all’ultimo in rilegature; la raccolta integrale di tutti i decreti e le delibere del potere sovietico dal 1917; tutte le riviste, riguardanti i problemi della filosofia e del pensiero sociale e così via. Una raccolta integrale di riviste e quotidiani degli “innovatori” che anche da noi costituirebbe una rarità bibliografica, è presente interamente nella biblioteca dell’Istituto orientale. In questi due istituti si forgiano i quadri di qualificati spioni, che parlano benissimo il russo, che studiano tutte le sfumature della nostra vita.  


Ogni mese viene pubblicato uno speciale bollettino, il quale riproduce sena commento tutte le annotazioni, uscite sulle riviste e sui quotidiani dell’Unione sovietica riguardanti la religione e la Chiesa. Al Russicum studia  Avgustin Voghel, fotografo e specialista in registrazioni sonore; egli assieme al famigerato Kramer di Salisburgo è venuto ripetutamente in Urss per registrazioni di liturgie e fotografie di vita della Chiesa in Urss – e solo della Chiesa?


Svolge un’attività dietro le quinte anche l’arcivescovo cardinale Slipyi. Tutti gli uniati (ucraini) all’estero lo considerano la loro guida spirituale e il loro capo, sebbene formalmente non sia il loro capo. Malgrado ciò, a Roma è iniziata la costruzione di un grosso centro ucraino, Slipyi dirige la costruzione. Si costruisce vicino al centro amministrativo anche una cattedrale – una copia in miniatura di S. Sofija di Kiev. Essendo cittadino sovietico Slipyi cerca formalmente di non mostrare la sua partecipazione alla vita politica degli emigrati ucraini, sebbene i suoi viaggi riservati in Canada e in Usa con lo scopo di una visita alla diaspora ucraina abbiano in via di principio un velato carattere politico e si può supporre che non senza la sua partecipazione (sebbene celata) siano state fondate le nuove organizzazioni politiche degli emigrati ucraini. Nella lettera di Natale del cardinale Slipyi che, purtroppo, non mi è riuscito ottenere, traspare anche se velatamente, l’idea di una separazione dell’Ucraina e di un’indipendenza della Chiesa ucraina.
Trovandomi a Roma e in genere in Italia, io mi sono rigorosamente attenuto alle istruzioni datemi ed io per primo non sono entrato in alcun contatto con personalità cattoliche, attendendo il loro primo passo. 


Primi passi sono stati compiuti da parte di rappresentanti della Chiesa cattolica durante tutto il nostro viaggio  in Italia. A .Ravello, all'ultima riunione del Consiglio di presidenza hanno presenziato il presidente della Conferenza episcopale italiana, il vescovo di Frosinone e il collaboratore del segretariato Thomas Stransky, e da parte loro è iniziato un sondaggio riguardo ai nostri piani.
Il 19 ottobre il cardinale di Napoli, l’arcivescovo Ursi, ha offerto un ricevimento in onore del Consiglio di presidenza; è stata prestata un'attenzione ostentata al rappresentante della Chiesa russa ortodossa. In questo ricevimento Thomas Stransky si è interessato a un possibile pellegrinaggio a Bari, e se ci fosse la necessita di comunicare ciò all'arcivescovo ai Bari. Da parte mia segui- la risposta che la possibilità del pellegrinaggio ancora non era chiara, dal momento che eravamo ospiti della federazione protestante, ed essi ci proponevano un programma conveniente; se ci sarà la possibilità e il tempo di visitare Bari realizzeremo il nostro desiderio, ma il pellegrinaggio avrà un carattere privato,
A Bari, da parte dei monaci domenicani fu mostrata grande attenzione ed accoglienza. I membri dell'ordine domenicano reggono a Rari la basilica, dove si trovano 1e reliquie di Nicola il taumaturgo. I domenicani erano preavvisati (evidentemente dal segretariato) della nostra visita; fu offerto il pranzo, messa a disposizione una macchina per la visita della città, data la possibilità di recitare un moleben nella basilica eccetera. 


Per quanto riguarda il soggiorno a Roma, abbiamo visitato in forma privata le basiliche maggiori (la basilica dell'apostolo Pietro, Paolo fuori le mura, Giovanni  in Laterano e Maria Maggiore) La sera ci siamo visti con i nostri studenti Rozkov e Raina. La mattina del 24 ottobre è arrivato in albergo il rettore del Russicum padre Paul Mailleux e ci ha proposto per le nostre visite un miniautobus, e ci ha anche invitato a visitare il Russicum. Siamo andati a visitare le cose notevoli di Roma fino a circa le 14, fino a quando non abbiamo visto dietro il nostro autobus una macchina con la targa del Vaticano. Quando siamo arrivati all'albergo, è sceso il segretario del segretariato per l'unita dei cristiani, il vescovo Willebrands, il sottosegretario Duprey ed il collaboratore del segretariato John Long. Dopo la conversazione nel foyer dell'albergo il vescovo Willebrands ci ha invitato nel ristorante ad un pranzo offerto in nostro onore dal segretariato. Dopo il pranzo c’è stata una conversazione comune. Il vescovo Willebrands ha espresso l'idea di tenere un colloquio bilaterale sul tema del matrimonio (compreso il problema dei matrimoni misti) e del calendario. Da parte stia ci ha chiesto le nostre proposte affinché i colloqui servano la reciproca comprensione e il miglioramento delle relazioni.


Io mi sono sottratto a una domanda diretta avendo detto di non essere pronto a fare nessuna proposta, la questione sul tema dei colloqui necessita riflessione.
Dopo pranzo tutti e tre ci hanno ci hanno condotto all’albergo dove io ho detto a Willebrands le seguenti parole. ”Voi mi avete fatto una domanda sui temi, la cui discussione ci potrebbe avvicinare. Non ho voluto esprimere le mie opinioni a pranzo in una discussione comune, ma adesso vorrei rispondere alla sua domanda. Il Patriarca Aleksij ha scritto a Papa Paolo VI riguardo al problema degli uniati. Questa questione ci preoccupa, perché noi viviamo in tempi in cui l’attività dell’uniatismo deve essere ormai un lontano ricordo. Il Santissimo Patriarca aspetta una risposta da papa Paolo VI riguardo questo problema.
A me spetta di occuparmi dei problemi interni del nostro patriarcato e mi capita di imbattermi continuamente dell’attività degli uniati nelle province occidentali dell’Ucraina. 


Si hanno informazioni colà sull’esistenza di un vescovo clandestino e su ordinazioni da lui compiute. Noi nella nostra Chiesa non immaginiamo che la consacrazione di un vescovo sia compiuta senza il benestare del capo della chiesa”. A questo Willebrands ha risposto che avrebbe riferito tutto quello che è stato etto al Santo padre.


(…) Alla luce di tutto ciò che è stato esposto nonostante  le difficoltà esterne e apparenti, il Vaticano è forte nella sua organizzazione, prepara quadri qualificati che utilizza non tanto per fini religiosi, quanto per la penetrazione in generale nel campo socialista al fine della realizzazione di obiettivi politici strategici. E’ necessaria una vigilanza e uno studio serio e ponderato  di tutte le sfumature della politica del Vaticano affinché si abbiano anche da parte nostra quadri qualificati, che possano pianificare, sulla base dello studio di tutte le manifestazione della politica vaticana, azioni contrarie 


Il Vaticano a interessato a contatti diretti con iI Patriarcato di Mosca e compie i primi passi là dove secondo il protocollo non gli con verrebbe neanche compierli. Riguardo alla permanenza a Roma, noi dovevamo rendere visita al segretariato per l’unità dei cristiani, ma quando era divenuto chiaro  che tale visita non ci sarebbe stata, il segretariato entrò in contatto di propria iniziativa. Conviene considerare attentamente e rispondere al segretariato riguardo alla proposta di tenere un colloquio sul tema del matrimonio e del calendario 


Dalle conversazioni con i rappresentanti della Chiesa cattolica è risultato chiaro quanto sia ampia la loro penetrazione nel nostro paese, non parlando degli altri paesi, attraverso l’Inturist. Ad esempio, P. Duprey parlando del fatto di essere andato nell’estate di quest’anno in nave lungo il Danubio, ha detto che è stato a Odessa e ad Jalta e ha fatto conoscenza con la vita della Chiesa. 


Di questi esempi è possibile addurne moltissimi. In modo simile sono andati anche Avgustin Voghel e Stefano Virgulin e altri 


È in corso una nascosta, sottile, conseguente lotta di ideologie, la lotta della politica imperialista contro i1socialismo,  e si gettano in questo enormi risorse, mezzi e quadri qualificati II Vaticano, con le sue istituzioni dei tipo  del Russicum e dell'Istituto orientale e simili è una fucina di quadri e mette in pratica questa finalizzata lotta ideologica

 

(*)  Aleksij II, nel 1968 Metropolita di Tallinn e cancelliere del Patriarcato.

 


Limes, LA RUSSIA E NOI - n°1 - 1994

sabato 26 novembre 2022

IL RATING DEL PRESIDENTE, GOVERNO, POLITICI E PARTITI DELLA FEDERAZIONE RUSSA (VIZIOM)

 
 
 
 
25 novembre 2022 
 
Di seguito sono riportati gli indici di fiducia nei confronti dei politici, le valutazioni sulle prestazioni delle istituzioni statali e gli atteggiamenti nei confronti dei partiti.

L'indice di gradimento dell'operato del Presidente dal 14 al 20 novembre 2022 è stato del 75,0% (+1,3 p.p. per la settimana). I livelli di valutazione positiva della performance del primo ministro e del governo nell'ultima settimana sono stati rispettivamente del 52,8% (+0,6 p.p. su una settimana) e del 49,1% (+0,1 p.p. su una settimana).

Alla domanda diretta sulla fiducia in Vladimir Putin, il 78,7% degli intervistati ha risposto positivamente (+0,7 p.p. in una settimana), Mikhail Mishustin ha ricevuto una risposta positiva (62,0% (+0,7 p.p. in una settimana), Gennady Zyuganov una risposta positiva (33,7% (+0,6 p.p. in una settimana), Sergei Shvartsman una risposta positiva (+0,5 p.p. in una settimana) e Sergei Yurievich una risposta positiva (0,6%). Gennady Zyuganov - 33,7% (+0,6 p.p. su una settimana), Sergei Mironov - 31,9% (-0,2 p.p. su una settimana), Leonid Slutsky - 16,5% (-0,5 p.p. su una settimana), Alexei Nechayev - 8,7% (+0,1 p.p. su una settimana).

Il livello di sostegno per il partito Russia Unita è stato del 38,8% (+0,3 p.p. nell'arco di una settimana), per il CPRF del 10,7% (+0,3 p.p. nell'arco di una settimana), per il LDPR dell'8,9% (+0,0 p.p. nell'arco di una settimana), per Russia Giusta - Patrioti - Per la Verità del 5,6% (+0,0 p.p. nell'arco di una settimana) e per il Nuovo Popolo del 4,7% (+0,1 p.p. nell'arco di una settimana).

  


https://wciom.ru/analytical-reviews/analiticheskii-obzor/reitingi-doverija-politikam-ocenki-raboty-prezidenta-i-pravitelstva-podderzhka-politicheskikh-partii-20221125

giovedì 24 novembre 2022

LA VITA QUOTIDIANA A DONECK


 

In Occidente c'è molta ansia per Kiev. Ma come vivono oggi gli abitanti della nuova regione russa?

 

Aleksandra Khairulina

 

Da otto anni Doneck è sotto il fuoco quotidiano dell'artiglieria delle forze armate ucraine. Gli abitanti della Repubblica devono affrontare una serie di problemi quotidiani: mancanza di acqua e riscaldamento, interruzioni di corrente e gas, interruzione dei trasporti ...

Dal crollo dell'Unione Sovietica il rinnovamento delle infrastrutture e delle abitazioni in Ucraina è stato scarso. Dopo il crollo dell'Unione Sovietica le infrastrutture ed il patrimonio abitativo dell'Ucraina si sono praticamente deprezzati in modo catastrofico e, in condizioni di guerra e blocco economico, non c'era spazio per lo sviluppo e la ristrutturazione. Inoltre, nel corso degli anni, il Donbass ha perso gradualmente i suoi specialisti, che sono partiti per avere un reddito, soprattutto in Russia.

Pertanto, come ha affermato Irek Faizullin, Ministro delle Costruzioni e delle Abitazioni, in occasione di un incontro con il Presidente russo Vladimir Putin: "Notiamo un'usura molto elevata delle reti in questi territori. È superiore alla media nazionale. Ma cosa c'è dietro questi fatti impersonali? Ecco come si presenta una giornata nella vita dei comuni abitanti del Donbass.

... Marina Z. ha 56 anni e l'anno scorso è andata in pensione secondo le leggi della DNR, ma continua a lavorare in uno dei supermercati della città. Vive con la sorella gemella nel quartiere Leninskij di Doneck.

"I miei figli continuano a suggerirmi di lasciare il lavoro, perché ogni viaggio per venire a lavorare potrebbe finire con un infortunio o con la morte, ma io non sono d'accordo. Spesso i clienti mi dicono che i prodotti che preparo li aiutano ad affrontare le difficoltà della vita, risparmiando il tempo che già impiegano per andare a prendere l'acqua e per altri problemi quotidiani. Per me è una gioia. Se tutti lasciano il lavoro, che ne sarà della gente?" - si preoccupa.

Il suo posto di lavoro si trova nel distretto Kievskij, una delle zone più colpite e in prima linea di Doneck, che è sotto il costante fuoco dell'Esercito ucraino, con vittime e morti quasi quotidiane nel quartiere.

"Oggi un ragazzo di 12 anni è stato ferito nel distretto di Kievskij, lontano dal mio posto di lavoro. E di recente è arrivata una bomba letteralmente a dieci metri dal nostro edificio e sarebbe venuto dritto verso di noi, ma non è successo. E le persone, grazie a Dio, non si sono fatte male", racconta Marina.

Lavora con un orario part-time, quindi quando parla della sua giornata, sottolinea che è molto fortunata ad avere i fine settimana liberi, quando c'è la distribuzione dell'acqua nel suo quartiere.

"Mi sveglio ogni giorno alle tre e mezza del mattino. Prima devo dare da mangiare ai quattro gatti e portare a spasso il cane. È un invalido con la spina dorsale spezzata, quindi viaggia su ruote invece che sulle zampe posteriori. Ho anche un ratto domestico. Quindi le mie mattine iniziano presto. Una volta mi arrangiavo più velocemente, ma come ora non si può semplicemente aprire il rubinetto e lavare i piatti degli animali, pulire i loro gabinetti, lavare le zampe del cane dopo la passeggiata, ognuna di queste azioni richiede uno sforzo e una spesa separati. Armeggiare con ciotole, bottiglie e altro...

Poi si va al lavoro. La mia giornata lavorativa inizia presto, tutto deve essere pronto per l'apertura del negozio. Naturalmente, mantenere il posto di lavoro pulito secondo le "norme sanitarie" è ora più che altro una battaglia.

Mentre vado al lavoro continuo a pregare l'Angelo custode. È spaventoso. Una volta era diverso, ma Dio ci tiene al sicuro: ce la facciamo sempre", dice Marina.

Non è raro che i mezzi di trasporto urbano di Doneck vengano colpiti. Il 9 novembre, un autobus è stato colpito da schegge e l'autista è rimasto ferito nel distretto di Kievskij. Il 3 novembre, sempre nel distretto di Kiev, l'autobus n. 23 (che è il tragitto che Marina percorre per andare e tornare dal lavoro) ha subito il fuoco delle forze armate ucraine e di conseguenza tre passeggeri sono rimasti feriti.

Ecco il rapporto ufficiale del 16 luglio 2022 della rappresentanza del DPR presso il JCCC (Centro congiunto per il controllo e il coordinamento del cessate il fuoco e la stabilizzazione della linea di confine ndt) Alle 6.00, a seguito del bombardamento, un uomo nato nel 1974 è rimasto ucciso nell'area dell'ospedale cittadino n. 14". - L'autista dell'autobus sulla linea 42 (A) stava uscendo senza passeggeri. Il decesso è avvenuto prima dell'arrivo dei medici".

Ogni viaggio da e per il lavoro a Doneck può essere l'ultimo sia per i passeggeri che per gli autisti.

"Al lavoro, si può sapere a colpo d'occhio quante persone ci sono in negozio, sia che stiano sparando o meno. Se non ci sono persone, significa che fuori c'è molto rumore. Ma non appena i bombardamenti si interrompono, la gente accorre immediatamente.

Nonostante sembri che ci siano meno persone, siamo a corto di personale in negozio. Molti ragazzi dello staff sono stati mobilitati. Due sono già rientrati con ferite. Uno dei nostri ragazzi sta per ricevere una protesi nella Russia centrale. E l'altro dipendente è stato visitato in ospedale da tutto il personale a turno, ha sviluppato un grave diabete al fronte, tra le altre cose".

Marina parla con orgoglio dei suoi colleghi e poi torna a parlare della vita quotidiana a Doneck.

"Torno dal lavoro verso le sei di sera. Mi rimetto in cammino e prego. Sulla strada devo ancora comprare l'acqua. Cerco di portarne di più, almeno 10-15 litri alla volta. Ma io abito al quinto piano, quindi non posso prendere troppa comunque, è difficile salire le scale.

L'acquisto di acqua, ovviamente, è costoso. Ed è buono quando si trova ad almeno 4 rubli al litro, alla spina ... Ci sono stati periodi in cui si imbottigliava solo a 100, persino 150 rubli per cinque litri. Nei fine settimana a volte riusciamo a procurarci l'acqua per le esigenze tecniche, che viene portata dai servizi comunali.

E l'acqua serve per tutto: per lavarsi la faccia, per lavare i piatti, per cucinare, per tirare lo sciacquone, scusate i dettagli, ma è la vita. È l'igiene. È un miracolo che a Doneck, dopo nove mesi senza acqua, il sistema fognario non sia ancora intasato e non ci siano epidemie di malattie intestinali. È un miracolo e, naturalmente, la pura forza di volontà e la cultura della nostra gente che porta l'acqua ai propri appartamenti, così come i nostri lavoratori comunali che cercano di mantenere in funzione il sistema decrepito".

"Diverse volte, per disperazione, abbiamo provato a prendere l'acqua dal torrente locale, ma scorre attraverso il nostro impianto metallurgico e l'acqua non è abbastanza buona", continua Marina nel suo racconto.

I residenti di alcuni quartieri sono fortunati ad avere sorgenti o fonti con acqua pulita sul loro terreno. Maria P. vive nel distretto di Kievskij nel settore privato. Va a prendere l'acqua alla sorgente. Qualche chilometro lì e poi di nuovo indietro con l'acqua. Il marito è mobilitato. Ha un figlio piccolo, una suocera anziana eв un nipote che vive con lei. Non c'è nessun altro a portare l'acqua se non lei. Così, dopo il lavoro, porta fino a quaranta litri d'acqua dalla sorgente.

"Ora devo alzarmi presto per lavarmi. Sono una dipendente pubblica e devo apparire al meglio sul posto di lavoro. Prima scaldo l'acqua in una pentola, poi mi lavo i capelli in una bacinella e infine mi lavo. Cerco di risparmiare acqua. Devo andare a prenderla io stessa la sera. È difficile fare il bucato. Lo faccio a mano. D'altra parte, non mi lavo in un fiume", dice ridendo.

Ma torniamo a Marina.

"Siamo molto fortunati. Abbiamo una dacia e sul terreno c'è un pozzo di trivellazione. Così nel fine settimana vado in dacia a fare il bucato e lavarmi come si deve. Ma non abbiamo docce, perché la casa non è stata progettata per una vita permanente. Quindi riscaldo l'acqua in qualche pentola, esco e la verso nella doccia estiva. Non so però cosa farò in inverno. Nel cottage non c'è nemmeno la lavatrice, faccio tutto a mano. Ma la cosa principale è che c'è acqua. Tutto il resto non mi crea problemi.

La cosa più difficile nella nostra vita quotidiana sono gli animali. Ma non possiamo farci nulla. Dobbiamo occuparcene con costi aggiuntivi. Ma non mi scoraggio, lo scoraggiamento è un peccato, se ti arrendi ti perdi", dice Marina.

Un altro problema a Doneck è il riscaldamento. La mancanza di acqua rende molto difficile l'inizio della stagione di riscaldamento. Molti abitanti di Donetsk vivono ancora in appartamenti freddi. Tuttavia la situazione è difficile in altre città della Repubblica, comprese quelle della parte orientale.

Per salvare la situazione in alcune località, gli specialisti russi hanno scavato dei pozzi, ma questo non è possibile ovunque: in molti luoghi non c'è acqua. In alcune città sono in corso progetti per l'utilizzo dell'acqua di miniera negli impianti di riscaldamento. Ma anche questo non è possibile ovunque, perché richiedono un trattamento. Inoltre, è necessario tenere sotto controllo i livelli di radiazioni: l'acqua della miniera può essere radioattiva.

Tuttavia anche queste misure non salvano la situazione. Una volta che l'acqua viene aperta nei sistemi di riscaldamento iniziano le perdite. I collegamenti sono spesso ancora sovietici, moralmente e fisicamente obsoleti. Un altro problema è che gli impianti degli edifici spesso non possono essere sfiatati perché gli inquilini degli appartamenti ai piani superiori se ne sono andati a causa dei bombardamenti.

"Abbiamo ricevuto il riscaldamento a novembre. Prima usavamo due stufe, un condizionatore per il riscaldamento ed una cucina a gas. La nostra vicina, ad esempio, ha avuto paura di accendere il forno e il riscaldamento ha bruciato un fusibile: i cavi e i fusibili del suo appartamento erano vecchi, erano sovietici e lei non li ha ancora cambiati.

Così, quando finalmente iniziò a scaldarsi, tutti i vicini furono molto contenti. Tuttavia i radiatori del nostro appartamento in cucina e in una delle stanze sono ancora freddi. La colonna montante perde e non ci sono residenti all'ultimo piano. Il Comune sta cercando di risolvere qualcosa ..." - aggiunge Marina.

Elena L. non ha riscaldamento né acqua e spesso non c'è elettricità. Vive al nono piano di un grattacielo in via Biryuzova, nel quartiere Kirovskij di Doneck. Questa strada dell'enorme area residenziale è oggetto di notizie quotidiane di bombardamenti.

Ora Elena vive da sola, in attesa del marito e del figlio, entrambi in servizio presso la direzione di Kherson. Ha un gatto con sé. Elena si occupa anche delle orchidee nell'appartamento di un vicino. Ogni giorno, sotto i bombardamenti, porta l'acqua al nono piano anche per i fiori. Ora teme che si congelino, quindi per salvare le orchidee le sposta nel suo appartamento, che cerca di riscaldare con un forno a gas.

Alena D. di Gorlovka invece sta lottando con la temperatura del suo appartamento non per i fiori, ma per suo figlio. Non ha ancora compiuto un anno. È nato alla fine di febbraio, proprio nei primi giorni dopo l'inizio della guerra. Suo marito è un militare, quindi il bambino lo ha potuto vedere solo poche volte sinora, quando era in licenza.

Nel suo appartamento al quinto piano il riscaldamento è arrivato solo per un giorno, poi è scomparso. Come se non bastasse i bombardamenti avevano danneggiato la finestra a doppio vetro di una delle stanze. Per diverse settimane non è riuscita a trovare qualcuno che la sostituisse. A causa della mobilitazione le aziende di sostituzione delle finestre sono a corto di personale.

Nella Repubblica Popolare di Doneck risolvere letteralmente qualsiasi questione può trasformarsi in un problema. Tutte le cose che a noi non creano problemi, tutte le cose che non notiamo nemmeno, che facciamo di sfuggita, come lavarci le mani dopo la strada, per gli abitanti del Donbass sono un lavoro, un lusso e una storia di costanti conquiste.

Ma nonostante questo, la gente del Donbas non si arrende e continua a vivere, a crescere i propri figli, ad andare a lavorare, a lottare per la pace e a credere in un futuro migliore assieme alla Russia.

 

https://www.stoletie.ru/obschestvo/budni_donecka_733.htm

 

martedì 22 novembre 2022

PATRIARCA KIRILL: IL FUTURO DEL MONDO DIPENDE DAL FUTURO DELLA NOSTRA PATRIA


 

Il 20 novembre 2022, al termine della Divina Liturgia, si è tenuto un ricevimento nel refettorio della Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca in occasione del compleanno di Sua Santità, il Patriarca Kirill di Mosca e di tutte le Russie.

In conclusione Sua Santità ha ringraziato calorosamente i presenti per i loro auguri ed ha condiviso le sue riflessioni sui compiti che la Chiesa ortodossa russa deve attualmente affrontare.

"In primo luogo un vescovo, specialmente il Patriarca, dovrebbe pregare per il gregge, per il popolo, per superare le difficoltà, le seduzioni, le tentazioni, per il futuro della nostra Patria. Forse non abbastanza, ma prego ogni giorno, perché capisco che dal futuro della nostra Patria, del nostro popolo, della nostra Chiesa, nel pieno senso della parola, dipende il futuro del mondo", ha detto il Primate. - Perché oggi la nostra Madrepatria difende i valori che pongono una barriera all'apostasia, cioè al movimento verso la fine dei tempi sotto il dominio dell'Anticristo.

"Tutti noi, soprattutto i vescovi, dovremmo essere ben consapevoli di questo. Ringrazio Dio per l'unità che si realizza oggi nella nostra comunità episcopale. Ed è molto importante oggi che tutto il clero, tutto il popolo di Dio sia unito, e per questo la parola della nostra Chiesa dovrebbe essere particolarmente persuasiva", ha continuato Sua Santità. - Mi appello a voi, cari monsignori e voi appellatevi al vostro clero: un sermone oggi dovrebbe essere brillante, persuasivo, a sostegno delle migliori aspirazioni del nostro popolo. E la nostra predicazione deve essere una barriera alla diffusione di tutto ciò che è peccaminoso e pericoloso, che può rovinare il nostro popolo e causare grandi danni al nostro Paese.

"Voi ed io, cari monsignori e padri, abbiamo una responsabilità davanti a Dio per il cuore degli uomini, il che significa che oggi siamo in prima linea. Non rifuggite da questa responsabilità, né dall'educazione patriottica, né dal coinvolgimento personale nell'educazione delle nostre truppe e dei nostri volontari. Dobbiamo sostenerli con le parole, con le azioni e materialmente. Noi come Chiesa dobbiamo partecipare alla lotta della nostra Patria contro questo male globale, contro questa lebbra, contro questo movimento anticristo, che può rovinare il mondo intero e la Russia", ha detto Sua Santità rivolgendosi agli arcipreti e ai pastori.

"Per questo, come Patriarca, invito tutti voi a essere vigili ed a moltiplicare i vostri sforzi. È necessario rafforzare la fede del nostro popolo, ispirare i soldati, lavorare con la nostra intellighenzia, con i media, in modo che la parola della Chiesa si diffonda e aiuti le persone a vivere, lavorare e combattere per la Patria", ha detto il Primate.

"Ricordando ciò che dice la parola di Dio in relazione alla venuta dell'Anticristo nel mondo, possiamo dire che oggi la Russia è un'isola che resiste. E questo significa che tutte le forze dell'Anticristo si getteranno sul nostro Paese. Qual è il nucleo della resistenza spirituale nel nostro Paese? Senza dubbio, la Chiesa ortodossa russa. Quindi voi ed io, fratelli, non aspettiamoci tempi facili. Dobbiamo mobilitarci. Ognuno deve fare il proprio dovere al massimo, andare dove ieri non siamo andati, verso coloro con i quali ieri non abbiamo saputo parlare correttamente. Oggi dobbiamo lavorare, comprendendo che siamo in prima linea, sulla linea più importante della difesa spirituale del nostro popolo e del nostro Paese", ha detto Sua Santità.

 "E che il Signore ci aiuti tutti a ripensare i nostri comportamenti, i nostri modi di vivere, le nostre abitudini. Per andare dove forse ieri non avremmo pensato di andare. Che il Signore ci aiuti tutti affinché insieme a tutti coloro che amano la Patria possiamo alzarci oggi per difenderla e fare tutto il possibile per raggiungere la vittoria", ha concluso Sua Santità il Patriarca Kirill.

 

https://www.stoletie.ru/lenta/patriarkh_kirill_ot_budushhego_nashego_otechestva_zavisit_budushheje_mira_700.htm