mercoledì 29 maggio 2019

Cinema vivo: terminate a Mosca le riprese del film sul Dottor Liza




Nel centro di Mosca, in un vicolo vicino alla casa dove abitava Elizaveta Glinka, ci sono attrezzature speciali e trailer. Vicino - persone con walkie-talkie che appurano se gli artisti sono pronti per entrare nelle inquadrature. Gli artisti sono pronti.

Il set - il vero e proprio appartamento del Dottor Lisa, dove lo studio cinematografico KIT ha invitato il marito della defunta, a capo dell’Ente di beneficenza internazionale "Giusto Aiuto" Gleb Glinka. Non solo è diventato il consulente della regista del film Oksana Karas, ma ha anche recitato un ruolo in una scena.

La TASS è riuscita a visitare il set e vedere come si svolge l'ultimo giorno di riprese del film, la cui uscita è prevista per l'autunno del 2020. Nell’inquadratura Chulpan Khamatova (Dottor Lisa) e l'attore polacco Andrzej Chyra (Gleb Glinka). Konstantin Chabenskij, Elena Koreneva, Julija Aug, Tat’jana Dogileva ed altri hanno già concluso le scene. Nell’appartamento dei Glinka è molto luminoso Soffitti alti, mobili massicci d'epoca. Un sacco di libri, un sacco di icone. Dipinti.

"Stiamo girando nell’appartamento di Elisaveta Petrovna in tutto tre scene su 35, abbiamo ancora un sacco di luoghi diversi, ma non sono tutti così autentici” - dice alla TASS la regista Oksana Karas. – La stazione Paveletskaja, abbiamo girato delle scene alla stazione Paveletskaja e per esempio la sede della Fondazione Dottor Lisa - altrove. E' stata una nostra decisione consapevole, non volevamo come fanno tutti i registi, arrivare e rovinare tutto. La Fondazione è attiva, tutto funziona lì, grazie a Dio, l’opera di Lisa vive".

"Oksana, ho vissuto con Elizaveta Petrovna, con cosa vuoi che mi spaventi?"

"Siamo stati molto fortunati che Gleb Glebovich stesso ha offerto di ospitarci nel loro appartamento", continua la regista. Capisci cosa succede quando arrivano i 50 membri della troupe? Sposteremo, cambieremo tutto”. A questo rispose:" Oksana, ho vissuto con Elizaveta Petrovna, con cosa che mi spaventi?"

All’inizio Oksana Karas aveva detto che in nessun caso voleva fare un film su Elizaveta Glinka. Ma a quanto pare, l'immagine risulta essere molto vitale, in nessun caso sarà un film epitaffio. "Ovviamente dalle riprese non si può mai capire come andrà a finire il film", spiega la regista. Il montaggio è una tappa sostanziale nel produrre il film, da un fotogramma puoi fare un film completamente diverso. Puoi realizzare 15 versioni del film, saranno tutte con intonazioni diverse, con diversi messaggi dell'autore. Ma per ora posso dire che sta uscendo un film di recitazione, come volevo, un film umano, sulle relazioni, sulle persone. Spero davvero che sia vivo, vero e che noi, gli attori e gli autori troveremo momenti di vita in ogni scena, così che le drammatiche peripezie che esistono nella sceneggiatura possano essere raccontate in un linguaggio vivace, leggero ed ironico. Era esattamente ciò che Elizaveta Petrovna era: leggera, ironica ".  

La regista ammette che non conosceva Elizabeth Glinka. "Non l’ho mai incontrata", dice Karas. La Chulpan – “Sì, certo, ci conoscevamo bene".

"Elizaveta Petrovna ha affrontato il dolore ogni giorno, la morte, la malattia, i seri problemi degli estranei", spiega la regista. Eppure sono riuscita ad entrare in queste situazioni con una sorta di sensazione di luce ed umorismo. Ovviamente abbiamo tutto questo grazie al fatto che la Chulpan ha assunto il ruolo principale. E’ riuscita a trasmettere il personaggio. E’ molto più importante la somiglianza fisica".

Tuttavia, quando la Chulpan esce dal camerino dopo il trucco, tutti rabbrividiscono: sembra proprio sia Elizaveta Glinka stessa. Capelli biondi corti, un vestito scuro modesto, una collana di perle intorno al collo, scarpe da ginnastica bianche. Anche le movenze dell'attrice e come gira la testa, il sorriso: tutto ricorda a Elizaveta Petrovna.




La trasfigurazione di Chulpan Khamatova

"Certo, è stato importante il fatto che Chulpan fosse simile alla dottoressa Lisa", dice Oksana Karas. "Elizaveta Petrovna aveva uno stile molto riconoscibile, vestiva con gusto, amava le cose classiche, portava sempre un filo di perle, gli orecchini da cui, praticamente, non si separava mai. Aveva un'acconciatura riconoscibile, aveva una chiara visione di sé stessa, la sua immagine, una certa presentazione di sé ed era anche delle straordinarie qualità femminili. Inoltre ogni giorno entrava in contatto con i diversi aspetti della vita sociale, andava alla stazione, indossava camici e vestiti caldi. Ma sempre manteneva l'eleganza. Abbiamo ricreato questa sua immagine".

Secondo la regista, Chulpan Khamatova è completamente cambiata esternamente. "È fantastico che Chulpan, che per sua natura è una mora, abbia accettato di tingersi i capelli senza porre questioni", dice Oksana Karas. "Devi capire che anche questo è un processo complicato: la colorazione è avvenuta in cinque-sei fasi e Chulpan, un'attrice di grande talento, è entrata nel personaggio dell'eroina nel modo di parlare, nel modo in cui lei si poneva, rideva, sorrideva ma ripeto: questa non è la cosa principale, la cosa principale è il personaggio, il quale, credo, è stato trasmesso nel modo più autentico".

25 aprile 2012

Sul set di nuovo tutto si muove. "Ciak", si sente una radio. Chulpan cammina velocemente per la stanza, apre i cassetti del cassettone - non riesce a trovare una polizza. Rimprovera il marito. "L'unica cosa che chiedo è di non toccare i miei documenti", dice lei. "Ora verranno gli organi della tutela (dei minori), che succederà?" Le riprese si fermano, l'attrice chiama la regista e racconta come vede questa scena. "Sarebbe bello se guardassi ovunque e la polizza si trovasse dove stavo già guardando", suggerisce Chulpan Khamatova.

"Chulpan in questa scena è molto impetuosa e tu sei calmo," Karas dà consigli all'interprete del ruolo di Gleb Glinka durante le riprese.

"Tutti gli avvenimenti della scena raccontano un giorno - spiega Oksana Karas - Questo è mercoledì 25 aprile 2012. Un giorno strappato alla vita di Elizaveta Glinka Non è accaduto nulla di speciale in questo giorno, è solo un giorno. Fino alla sua morte, ci sono stati ancora quattro anni molto pieni, molto complicati, controversi, ma tutto accade qui ed ora. C'è solo un flashback che riguarda la vita di Elizaveta Petrovna e Gleb Glebovich in America nella metà degli anni ‘90. Sono giovani, i bambini sono molto piccoli, vivono nel Vermont e non si stanno preparando per tornare in Russia".

La sua energia rimane con noi

Il nostro film è una storia dalla quale emerge la vita, in cui non abbiamo voluto parlare della morte del personaggio principale", continua la regista. Per noi la cosa principale è fare un film vivo, dove Elizaveta Petrovna è una persona viva che può essere criticata, che ha dei difetti, che non è un monumento. E’ un film racconto su una persona vivente. Dopo la morte la sua energia continua ad essere fra noi. Lei ha fatto tante buone azioni per gli altri, non per se stessa, sono poche persone che possono essere così". 

 
Sul Dottor Liza

Per formazione un medico di rianimazione, Elizaveta Glinka è diventata famosa per i diritti umani e le attività di beneficenza. Nel 2007 ha fondato l'organizzazione pubblica caritatevole internazionale "Fair Aid", dove ha aiutato a morire i malati di cancro (aprendo il primo hospice in Russia ndt), i bisognosi e i senzatetto. Ha regolarmente visitato il Donbass con azioni umanitarie, portando in Russia per le cure molti bambini ammalati, ha portato aiuti umanitari in Siria. Durante uno di questi viaggi è scomparsa - il 25 dicembre 2016 durante la caduta del Tu-154 del Ministero della Difesa della Federazione Russa.

Il film è prodotto da KIT Film Studio e IVAN Production Center in collaborazione con il canale televisivo NTV e con il sostegno del Ministero della Cultura della Federazione Russa.

Natal’ja Barinova


COMMENTO DEL PORTAVOCE UFFICIALE DEL MID DELLA FEDERAZIONE RUSSA MARIJA ZACHAROVA IN RELAZIONE ALL’ESACERBAZIONE DELLA SITUAZIONE IN KOSOVO




Consideriamo l'invasione delle forze speciali albanese del Kosovo degli insediamenti comunali serbi nel nord della regione della mattina del 28 maggio e la detenzione di 13 serbi che colà vivono come un'altra provocazione di Pristina finalizzata ad intimidire ed espellere la popolazione non albanese, stabilendo con la forza il controllo su queste aree.

Ricordiamo come durante il dialogo tra Belgrado e Pristina, con la partecipazione ed il sostegno dell'Occidente, si era raggiunta la comprensione che le forze speciali della polizia del Kosovo, armate di armi a canna lunga, non sarebbero entrate nel nord popolato di serbi. 

Tuttavia, negli ultimi anni, ciò è ancora accaduto molte volte e con la piena connivenza della Forza internazionale del Kosovo che ha il necessario mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di assicurare la pace e la sicurezza nella provincia.

È chiaro che un comportamento così provocatorio dei kosovari è una conseguenza diretta dei molti anni di indulgenza da parte della UE e degli Stati Uniti. I leader del Kosovo si sono abituati a che tutte le provocazioni rimangano senza conseguenze.

Questi comportamenti portano all'incitamento delle tensioni interetniche, privano di significato degli sforzi a lungo termine della comunità internazionale volti ad pacifico accordo postbellico.

Il momento dell'invasione non è stato scelto per caso – è accaduto immediatamente dopo il discorso del presidente della Serbia A. Vucic all'Assemblea nazionale sulla questione del Kosovo. Riteniamo che l'approccio di Belgrado, pacato e volto al raggiungimento di una soluzione equa a lungo termine, non interessi né Pristina né per i suoi protettori occidentali.

In un momento così cruciale, chiediamo ai protettori internazionali di Pristina di ragionare con i radicali albanesi del Kosovo e prevenire un ulteriore crescita del conflitto che avrebbe conseguenze imprevedibili.







martedì 28 maggio 2019

Esclusiva ASI - Intervista con l'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia S.E. Sergej Razov




Domanda 1. Nonostante le previsioni di alcuni analisti, l'elezione di Donald Trump alla Casa Bianca non ha, fino ad oggi, favorito la distensione nelle relazioni russo-americane. Al netto dei risultati delle elezioni in Ucraina e UE, Lei ritiene che ci siano speranze di tornare al dialogo con Washington e Bruxelles?
In effetti, in un modo o in un altro, il dialogo è andato avanti. Un altro discorso è quello del livello, che ora è diverso, non ha la stessa intensità ed efficacia. La Ue, scommettendo con poca lungimiranza sul collasso della cooperazione e l'adozione delle sanzioni antirusse, ha inferto un duro colpo alla nostra interazione.
Sono stati sospesi i negoziati per un nuovo accordo di base e l'associazione dei processi di integrazione in ambito UE-UEE, (Unione Europea-Unione Economica Eurasiatica), dal 2014 sono congelati i contatti ad alto livello UE-Russia.
Per quanto riguarda gli USA, l’intenzione dichiarata di Washington di uscire dal trattato sui missili a breve e medio raggio (INF) non è che il prolungamento di una pericolosa linea politica di rottura di quella base giuridico-negoziale che per decenni ha garantito la stabilità globale e la sicurezza internazionale.
La Russia è disponibile a un dialogo paritario basato sul reciproco rispetto e non sulla costrizione ad adottare soluzioni vantaggiose per l'Occidente. Noi confidiamo che, in ultima analisi, il buon senso politico trionferà su entrambe le sponde dell'Atlantico e con sforzi congiunti potremo favorire la regolazione di molte crisi regionali con metodi politico-diplomatici.
Proprio questa linea politica è stata confermata dal presidente V.V. Putin e dal Ministro degli Esteri S.V. Lavrov nel corso del recente incontro a Soci con il segretario di stato USA M. Pompeo.

Domanda 2. Fra poco si terranno le elezioni all'Europarlamento. Oltre al ritiro delle sanzioni, che in molti casi risultano più dannose per i Paesi UE che per la Russia, che cosa, secondo Lei, potrebbe fare l'Europa per sostenere e potenziare i rapporti tra Mosca e Bruxelles?
Russia e UE sono partner naturali. La nostra collaborazione ha enormi potenzialità di sviluppo. Insieme contiamo più di 650 milioni di abitanti che popolano un territorio di più di 21 milioni di chilometri quadrati, disponiamo di enormi risorse naturali, una base tecnologica evoluta e vantaggi economici complementari.
Contiamo che nell'europarlamento di nuova composizione, invece della retorica sanzionatoria ormai consolidata nel lessico di singoli politici europei, risuoneranno appelli al dialogo e alla costruzione del partenariato parlamentare. Ciò consentirà di abbandonare l'insensata contrapposizione che ha significato perdite multimiliardarie per le imprese europee e perdite nel mercato russo.

Domanda 3. Nonostante le critiche e le tensioni internazionali, la Russia resta un attore chiave nell'arena mondiale, come dimostrato negli ultimi anni in particolare dal ruolo decisivo svolto nella soluzione della crisi siriana. Riuscirà il presidente Vladimir Putin ad avere un ruolo di intermediazione anche nella situazione venezuelana?
Nessuno ci ha chiesto di svolgere questo ruolo di intermediazione. La posizione russa è ben nota. L'imposizione delle condizioni di una delle parti del contrasto politico interno non favorisce la pacificazione nazionale. La ricerca di un compromesso è possibile solo con un percorso pacifico, attraverso un dialogo inclusivo tra le forze politiche coinvolte.
È inoltre importante che gli attori esterni smettano di destabilizzare la situazione, superino il proprio egocentrismo e le proprie ambizioni e prestino al popolo venezuelano la collaborazione necessaria per risolvere la situazione socio-economica e umanitaria creatasi nel paese.

Domanda 4. La Russia è spesso accusata di intromissione nelle elezioni di Paesi terzi al fine di favorire il successo di quelle formazioni politiche che mostrano aperture nei confronti di Mosca. A cosa si deve questa diffusa "russofobia"?
Io penso che sia legata soprattutto alla posizione autonoma e indipendente assunta dalla Russia su numerose questioni. Per qualcuno «la mano di Mosca» spunterebbe letteralmente ovunque. Tuttavia nessun tentativo di accusare il nostro Paese di interferenza nella politica interna di altri Stati è mai stato supportato da prove convincenti.
Alla società e ai mass media viene chiesto di credere sulla parola a queste infondate affermazioni.
Come palesemente dimostrato dall'andamento della cosiddetta inchiesta condotta dal procuratore speciale R. Muller negli USA. Sono stati necessari due anni e più di 500 testimoni per giungere alla conclusione che la Russia «non ha aiutato» D. Trump a diventare presidente. Ma il segno è rimasto, come si dice, e la russofobia sostenuta da certi ambienti continua a impazzare.
Prendiamo atto con soddisfazione che vi sono forze politiche ragionevoli, anche in Italia, che comprendono l'assurdità di tali contraddittorie dichiarazioni e non sono disposte a rischiare le relazioni tradizionalmente amichevoli con la Russia per pura convenienza politica.

Domanda 5. Negli ultimi due anni in Russia si registra un grande afflusso di turisti non solo grazie alla debolezza del rublo, ma anche alla migliore qualità dei servizi e dell'infrastruttura. Il campionato del mondo di calcio dello scorso anno ha indubbiamente contribuito a creare nel resto del mondo una nuova immagine della Russia, mettendone in luce l’atteggiamento amichevole, poco noto in precedenza, nei confronti dei turisti, la capacità organizzativa e l’ospitalità. Come cambia il settore turistico in Russia?
In base alle statistiche, il contributo dato al PIL russo dal turismo è pari a circa l’1,2% cioè 20 miliardi di dollari in cifra assoluta. Nel complesso questo settore occupa circa il 4% della popolazione russa. Nel 2018 il flusso turistico in Russia è cresciuto del 10% raggiungendo 26,8 milioni di persone, delle quali più di 700.000 sono quelle che hanno fatto ingresso nel nostro paese con il passaporto del tifoso per il campionato mondiale di calcio.
Secondo le previsioni dell'Associazione dei tour operator della Russia, quest’anno la crescita del flusso turistico può essere da record, superando il 20%. Il nostro paese è visitato soprattutto da cittadini di Germania, Cina, e Finlandia, osserviamo una crescita intensa di cittadini provenienti da India e Iran. I tour operator russi registrano in Italia un incremento della domanda di tour in Russia.
È interessante notare che, rispetto all’ammontare totale delle spese per turismo in Russia, quelle dei nostri connazionali costituiscono il 75%, quelle degli stranieri il 25%. E dunque lo sviluppo del turismo incoming è un indirizzo particolarmente promettente.

Domanda 6. Come possiamo definire gli attuali rapporti politici ed economico-commerciali tra i nostri Paesi, in quali settori gli imprenditori italiani potrebbero investire con un vantaggio per sé stessi e per la Russia?
Senza dubbio le crescenti sanzioni antirusse hanno arrecato un serio danno alle nostre relazioni con i paesi della UE. L’Italia, attenendosi alla disciplina di blocco all’interno di NATO e UE, è stata costretta a impostare la propria politica verso la Russia in conformità con la linea politica euro-atlantica ed europea.
Parallelamente, alla luce della mia esperienza sono convinto che gli interessi cruciali dei nostri due paesi coincidano in molti punti, siano paralleli o consonanti. La plurisecolare amicizia e la reciproca simpatia tra i nostri popoli, le potenzialità di collaborazione reciprocamente vantaggiosa, accumulate negli anni, e l’esperienza di cooperazione costruttiva in molti settori, costituiscono una sorta di rete di sicurezza che impedisce di superare il punto di non ritorno nelle relazioni tra i due stati. Relazioni che si sviluppano costantemente e con un certo dinamismo anche nelle attuali condizioni non particolarmente agevoli.
Il dialogo politico prosegue attivamente. Nell’ottobre dell’anno scorso si è tenuta la visita ufficiale in Russia del Presidente del Consiglio dei Ministri italiano G. Conte. Tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 sono stati a Mosca in visita ufficiale i presidenti della Camera e del Senato italiani M.E. Casellati e R. Fico.
L’Italia ha ricevuto la visita del capo del Governo russo e di alcuni ministri federali tra i quali il ministro degli affari esteri. Si è svolta la seduta ordinaria del Consiglio italo-russo per la cooperazione economica, industriale e finanziaria a livello ministeriale. Rimangono intensi i contatti in ambito parlamentare e giudiziario e a livello regionale. È evidente che questi incontri e contatti ad alto livello sono significativi non solo in quanto tali, ma anche per l’impulso che danno al rafforzamento delle relazioni in diversi settori e indirizzi di collaborazione.
Insieme ai colleghi italiani stiamo lavorando alla preparazione della visita in Italia del Presidente della Federazione Russa V.V. Putin nell'estate di quest'anno.
L’Italia rimane uno dei principali partner economico-commerciali, è infatti il quinto sbocco commerciale della Russia e il terzo tra i paesi dell’Unione Europea. Le relazioni economico-commerciali italo-russe, dopo il calo sostanziale registrato tra il 2014 e il 2016, hanno ripreso a crescere. Per il secondo anno di seguito osserviamo una ripresa dell’interscambio commerciale. In base ai dati dell’Ente doganale Russo, nel 2018 l’interscambio commerciale è cresciuto rispetto all’anno precedente del 12,7% raggiungendo i 27 miliardi di dollari USA (le esportazioni russe sono cresciute del 18,6% fino a 16,4 miliardi mentre le importazioni sono aumentate del 4,7% raggiungendo i 10,5 miliardi di dollari).
Oggi i settori in cui la collaborazione con l’Italia è più attiva sono l’energia, l’industria estrattiva, le costruzioni meccaniche, l’industria delle macchine utensili, l’industria aeronautica e l’agricoltura. Tra i maggiori investitori italiani in Russia dobbiamo ricordare il gruppo “Enel”, le società “Leonardo”, “Pirelli”, “IVECO” “Danieli” “Marcegaglia” “Cremonini” “Ferrero” “Coeclerici”, “Maire Tecnimont”, «Unicredit», «Intesa SanPaolo», «ANAS», «Pizzarotti».
L’Italia è uno dei paesi leader da cui possono essere trasferite le tecnologie necessarie all’ammodernamento dell’industria russa. La Russia per parte sua esporta molte materie prime. Questo è un problema e al contempo un'opportunità di crescita. Per esempio il settore della lavorazione del legname offre grandi prospettive. Questo vale anche per il greggio e il gas naturale, si stanno attivamente sviluppando la petrolchimica e la chimica del gas, la produzione e l'introduzione del carburante per motori a gas. Sono inoltre molto richieste le moderne tecnologie per la componentistica per auto, le energie rinnovabili, l'elettrotecnica e il complesso agro-industriale.

Domanda 7. L'Italia e la Russia hanno una tradizione culturale per molti aspetti simile. Mi viene in mente per esempio il concetto di Mosca come terza Roma. Qual è l'idea che i russi si sono fatti dell'Italia? Secondo Lei è un’idea realistica?
L'Italia è percepita dai russi come Paese aperto e cordiale, con una grande storia e grandi tradizioni. Solo l'anno scorso l'Italia è stata visitata da circa un milione di turisti provenienti dalla Russia.
Sottolineo che i contatti culturali tra i nostri paesi sono stati oltremodo intensi. Io penso che questa reciproca attrazione si possa spiegare essenzialmente con la vicinanza della mentalità dei nostri popoli, per i quali l’ospitalità, la disponibilità all’aiuto reciproco, il rispetto per le tradizioni e per i valori della famiglia sono tratti connaturati.
Oggi questi legami si rafforzano. In Russia si svolgono con successo i festival della cultura e della lingua italiane, in Italia il pubblico altrettanto volentieri partecipa a iniziative legate alla cultura e all'arte russe. Porterò l'esempio delle «Stagioni russe»: l'anno scorso si sono tenute più di 300 eventi in 74 città italiane che, secondo le nostre valutazioni, hanno coinvolto alcuni milioni di italiani.

http://www.agenziastampaitalia.it/politica/politica-estera/45335-auspichiamo-nuovo-europarlamento-superi-dannosa-log