ВЕЧЕРНЫЙ КАРПИНСК
La tragedia di Ivdel’. Madre di molti figli è riuscita salvare
nove bambini. Otto di loro - adottivi
Un
terribile incendio che si è verificato in una casa privata di Ivdel’ la notte
del 9 ottobre scorso, ha portato via due vite. La 39nne Lena, madre è riuscita a
salvare dal fuoco nove figli. Ma mancava l'ultimo, un bambino adottivo di otto
anni, è ritornata in casa ... ed è morta
Nella
famiglia di Elena e Sergej Donskij c’erano tre figli naturali, ma solo maschi. Ma
Lena, secondo i vicini, sognava delle bambine. Così ha deciso di prendere una
bambina ...
Dicono
che accadesse così - i genitori adottivi, dopo aver appreso che la bambina
adottata aveva un fratello ed una sorella, hanno deciso di prenderli tutti. Così
è successo ai primi di agosto di quest'anno nella casa di Elena e Sergej. Sono
stati adottati subito 9 figli - 7 ragazzi e 2 ragazze. Il più giovane di tre
anni, il più vecchio di dodici ...
-
Ho lavorato nella notte – racconta Anatolij Sosunov, che abita nella porta
accanto con una grande famiglia -. Quando sono tornato a casa c'erano già i
vigili del fuoco con quattro veicoli. Il bagliore era notevole, vetri sparsi, pezzi
di tetto volati fino alla palude (mostra la direzione della strada vicina, Karl
Liebknecht )
I
ragazzi dell’autoambulanza hanno estratto qualcosa dalla fuliggine ... In otto
anni i vicini costruirono la casa ed ora tutto è a pezzi.
Quando
ci fu un lampo un vicino di casa, Aleksander Veber, si è risvegliato. Sentendo l’esplosione
è corso in strada ed ha iniziato a bussare alla finestra.
Ha
girato per dieci minuti attorno alla casa cercando di entrare, poi sono
arrivati i vigili del fuoco. La vicina che abita di fronte ci ha detto che Lena
è riuscita a portar fuori tutti i suoi bambini in tempo. Ma per l’ultimo è ritornata
dentro ... e lì è rimasta.
12 ore dopo
9
ottobre. Il vento è cessato, l’aria è chiara e gelida. La casa di via Elizarova,
numero 62, è muta. Non c’è nessuno. Una casa bella, ieri era ancora piena di
confusione infantile, ora un silenzio spaventoso. Sulla spaziosa veranda – una lavatrice
completamente bruciata. La casa appare un buco nero dove in evidenza, rosso, si
vede un estintore utilizzato, con ogni probabilità, contro il fuoco in un
angolo della veranda. E dietro la casa, tutto appare come se qui nulla fosse
accaduto dodici ore fa. Il prato tagliato, un nuovissimo forno russo costruito
in mattoni appena sporco di fuliggine che sembra recentemente aver sfornato il pane
di casa e dolci. E che poi siano stati consumati in un angolo accogliente da tutta
la famiglia riunita. Di fronte alla casa, dietro un cancello ed un’ampia
recinzione bassa un altalena. E una voliera in cui razzolano, ciascuno a suo
modo, oche e polli.
-
Perché? – sento alle mie spalle. E’ una vicina di casa, la vecchietta Muza, che
ha in coraggio di mettere piede nel cortile degli orfani.
-
Che peccato, Lena - continua a meditare Muza Nikolaevna – era una ragazza intelligente.
Tutti i bambini li metteva in macchina e partivano. Guidava lei stessa. Lena faceva
fronte con facilità a tutto questo, trovava il tempo per tutto. E durante l'incendio
non aveva pensato a nulla – né ai documenti, né alle cose – aveva pensato solo
ai bambini! Aveva aperto la propria casa ai poveri ... Ma perché? Perché tutto questo?
Muza
Nikolaevna è circondata da altre due donne (dall’altra parte della strada), si
ricorda improvvisamente degli animali affamati.
Cerca
qualcosa di commestibile. Ed è tutto qui, a portata di mano. Getta alcuni pezzi
di cavolo, poi tira fuori dalla borsa qualcosa di leggero e sciolto. Ne getta
un po’ di più per riserva. Per quando li nutrirà?
Se ne sono
andati bambini felici
Il
Responsabile delle Politiche Sociali Nadezhda Chernikova è arrivata
immediatamente. L'unica cosa che ha chiesto - non farla andare via. Piange, non può farne a meno.
-
Elena Anatol’evna era una nostra collega - spiega Nadezhda Stepanovna, Responsabile
delle politiche per la famiglia e della tutela. In generale era una persona che
entrava in empatia con tutti per questo lei aveva deciso di portare con sé i
bambini. Elena – una persona che sapeva prendere su di sé il dolore di qualcun
altro come fosse proprio (molto difficile, non posso spiegare ...) Questo passo
– creare una famiglia affidataria - era stato consapevole. E suo marito Sergej di
46 anni, ha aiutato Lena in tutto questo. Aveva approvato la decisione di
creare una famiglia affidataria. Nella notte della tragedia Sergej non era in
casa, ha trascorso la notte in un altro luogo perché questo era il suo lavoro.
Per lavorare si alzava alle cinque del mattino e si metteva in viaggio. Ha
preso i figli da una famiglia che li aveva rifiutati. Elena e Sergej avevano già
tre figli loro, maschi. Due mesi fa ne hanno adottato altri nove, accogliendoli
in casa propria. Elena immediatamente si è dimessa dal lavoro pubblico ...
Postfazione
Sono
seduto ad un accogliente tavolo di un buffet di Ivdel’ in attesa della macchina
che mi riporti a casa. Sulla finestra un piccolo altoparlante che da mezz'ora,
alla radio trasmette per tre volte con voci diverse dettagli della tragedia: «...
una casa-orfanotrofio bruciata, uccidendo la madre ed un bambini di otto anni ...»
Attorno
a questa tragedia si fa ancora un gran parlare. Qualcuno simpatizza, qualcuno
colpevolizza - le persone sono tutte diverse.
Un
giovane dipendente dell'hotel ci racconta:
–
Lena la conosco sin dall'infanzia, noi abbiamo la stessa età. Ha frequentato
una scuola diversa dalla mia, ma la città è piccola.
Dicono
che ora per adottare i bambini si ricevono un sacco di soldi, ma Lena non l’ha
fatto certamente per il denaro. Solamente amava molto i bambini. E nonostante
il fatto che accudiva un sacco di bambini ragazzi, si era sempre tenuta bene - tacchi
alti ed i capelli perfetti ... Perché? Ti viene voglia di urlare. Ma gridare dove?
In generale questo genere di mamma per la vita, dovrebbe ricevere un monumento,
una medaglia. Per dare ai bambini la speranza di poter rinascere e sentirsi
utile, una famiglia, felice ... E Lena ha fatto tutto questo.
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