ДОКЛАД
О СИТУАЦИИ
С ОБЕСПЕЧЕНИЕМ ПРАВ ЧЕЛОВЕКА
В
ЕВРОПЕЙСКОМ СОЮЗЕ
RELAZIONE
Sulla situazione dei diritti umani nell'Unione europea
Sulla situazione dei diritti umani nell'Unione europea
Mosca 2013
ITALIA
Nella legislazione italiana vengono ampiamente rappresentati diritti e libertà
politiche e sociali. Ai
cittadini sono concessi il suffragio universale ed il diritto di formare
partiti politici ed altre associazioni non governative. Notevoli
sono i diritti socio-economici e le libertà, tra i quali - il diritto al lavoro.
La
Costituzione italiana obbliga lo Stato a fornire ai propri cittadini
l'istruzione secondaria gratuita. Riconosce
il diritto alla protezione degli interessi dei lavoratori, compresa la costituzione
di sindacati ed il diritto di sciopero confermato dalla Corte Costituzionale
nel 1960
Nella pratica dell’attuazione
dei diritti umani in Italia esistono problemi. Il Paese riceve una quota
considerevole dei flussi migratori mondiali, intensificatasi a seguito degli
eventi in Nord Africa e del Medio Oriente. A tale proposito, la situazione dei
migranti da regolarmente ragione ai motivi di critica della politica di
sicurezza del Governo (italiano) da parte delle Organizzazioni internazionali e
nazionali per i diritti umani, così come da parte dell'Alto Commissario delle
Nazioni Unite per i rifugiati. Una preoccupazione per la non conformità degli standard
europei ed internazionali nella espulsione degli stranieri, le condizioni di
detenzione dei migranti nei centri di accoglienza temporanea, il problema della
loro integrazione nella società italiana, il razzismo e l'intolleranza da parte
della popolazione locale e dei partiti politici di estrema destra.
I migranti consapevoli
della notifica dell’espulsione in sospeso dall’Italia, non possono modificare la
loro posizione per rimanere nel paese. Questa decisione è stata confermata il 10
Luglio 2012 dalla Corte di Cassazione (numero 11582 sentenza del caso di una
cittadina albanese, sposata con un cittadino d'Italia, dopo l'adozione da parte
della Prefettura della decisione sulla sua espulsione).
Il Governo italiano ha deciso ha varato in data 6 luglio 2012 il Decreto sulla "Mini-amnistia" a
beneficio dei lavoratori stranieri clandestini,
dando loro l'opportunità di legalizzare il loro status. Tale decreto è entrato in vigore in
data 15 Settembre 2012 ed ha avuto validità
per un mese, fino al 15 ottobre. Ai datori di lavoro, cittadini
italiani o stranieri con permesso di soggiorno in Italia che
avevano illegalmente impiegato immigrati è stata data la possibilità di legalizzare
i rapporti di lavoro con i dipendenti
onerosamente.
In precedenza, nel luglio del 2011, la Corte
Costituzionale aveva deciso l’abolizione del requisito del permesso di
soggiorno in caso di matrimonio in Italia. La Corte ha sottolineato come il
fine di combattere l'immigrazione clandestina viola i diritti umani
fondamentali , uno dei quali è il diritto ad una famiglia. Una menzione
speciale va anche alla sentenza della Corte di Cassazione numero 10665,
decisione del 26 giugno 2012, che invalida il rifiuto di pagare le prestazioni
previdenziali in base alla mancanza del permesso di soggiorno del richiedente o
di un permesso di soggiorno in Italia per un lungo periodo.
In Italia prosegue il dibattito per quanto riguarda la
cittadinanza per i bambini nati nel paese figli di migranti. Nonostante il
fatto che essi siano nati in Italia e non conoscano altro paese, il cosiddetto "Jus
soli" sinora non è stato recepito. Il Ministro per l'Integrazione Sociale
Cecile Kyenge ha presentato al Parlamento un disegno di legge per dare ai
bambini stranieri il diritto di ottenere la cittadinanza italiana automaticamente
al raggiungimento dei due anni.
Secondo le Organizzazioni Sindacali la crisi finanziaria globale e le
politiche del precedente governo di liberalizzare il mercato del lavoro in
Italia hanno peggiorato la protezione sociale dei lavoratori e semplificato le
procedure per il loro licenziamento. Così il Consiglio dei Ministri, nel 2012, ha
riformato l'art. 18
dello Statuto dei lavoratori, numero 300 del 1970. Secondo le nuove regole i
dipendenti licenziati per motivi economici, non potranno contestare la
decisione del datore di lavoro in tribunale, ma dovrebbero essere compensata con
una indennità da 15 a 27 mensilità. Se
il licenziamento è avvenuto per altri motivi (disciplinari, discriminatori, per
motivi di salute) l'ultima parola spetta al giudice. Tra
le modifiche alla legge in materia di sicurezza sociale vengono previsti nuovi
requisiti per i datori di lavoro: l'azienda dovrà pagare la cosiddetta "compensazione
per il licenziamento" all’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (INPS) per
i lavoratori con contratto a tempo indeterminato. Tale importo sarà
pari da 0,5 a 1,5 dell’importo dell’assegno mensile di disoccupazione.
Il nuovo Gabinetto di E. Letta ha assunto le proprie
priorità politiche nella lotta contro
la disoccupazione (dell'ordine
del 12 per cento). La situazione è
particolarmente critica per i giovani
(al 1° novembre 2013 stima il quotidiano "La Nazione" su 10
persone giovani trovano lavoro solamente 2).
Critiche da
parte della società sul tema dei diritti umani continua ad essere la situazione
sfavorevole in Italia nella tutela dei diritti delle donne. Oltre ai problemi
continui nel campo dell'occupazione e nei rapporti di lavoro delle donne,
compreso il trattamento iniquo delle giovani madri da parte dei datori di
lavoro, uno dei più urgente per l'Italia resta il problema della violenza di
genere. A questo proposito nell’ottobre del 2013 la Camera dei Deputati ha
sostenuto le organizzazioni per i diritti delle donne approvando una legge che
criminalizza i "femminicidi" -
la violenza contro le donne.
La stampa ha regolarmente
pubblicato critiche al funzionamento del sistema giudiziario e
della pubblica accusa italiana, in particolare, per i lungo periodo di definizione dei casi, fino a diversi anni.
Uno dei problemi
più pressanti è la questione della riforma carceraria. In media le carceri italiane
sono sovraffollate del 25 per cento (65.000 reclusi per 45 mila posti) che
porta ad una violazione delle norme sanitarie, all’aumento dei conflitti e ad eccessivo
numero di suicidi in carcere per l’Europa. Come risultato, questa situazione
sfavorevole delle carceri italiane è diventata oggetto di un contenzioso nella UE
che più volte ha emesso sentenze sull’indennizzo materiale che l’Italia ha
dovuto pagare in favore dei ricorrenti.
Nel novembre
2013 il governo italiano ha
preparato un progetto di legge per
un’amnistia in favore di 3/4 mila
reclusi. Questa iniziativa è
percepita nella società come ambigua,
poiché non vi è la preoccupazione che
una sua attuazione porterà ad un deterioramento della situazione in materia di
sicurezza personale, e quindi, violerà i diritti di quella parte di società rispettosa
della legge.
Ancora molte polemiche in Italia riguardo le proposte sulla necessità di
migliorare la regolamentazione giuridica delle forze dell'ordine nell’ascolto
delle conversazioni telefoniche. Un
ulteriore argomento per i fautori di queste misure è emerso dall’ascolto delle
conversazioni dello scorso anno fra il Procuratore di Palermo ed il Presidente
della Repubblica. Critiche all’indirizzo dei media sulle violazioni dei diritti
alla privacy dei cittadini in relazione a numerosi casi di pubblicazione di
informazioni riservate sulle indagini nei confronti di personaggi pubblici ottenuti
da fonti investigative .
Organizzazioni per i diritti umani ed il Consiglio d'Europa
hanno criticato l'Italia per l'atteggiamento scorretto nei confronti dei rom, tra
cui una regolare “pulizia” da parte della polizia dei loro campi temporanei
dove vivono. Lontana la risoluzione del problema della loro integrazione nella società
italiana. Come esempio di discriminazione nei confronti dei Rom, si fa
riferimento al processo di attuazione delle norme europee sulle minoranze
linguistiche nella cui lista definitiva in Italia gli Zingari non sono menzionati
dalla legge italiana.
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