domenica 19 gennaio 2014









 ДОКЛАД
О СИТУАЦИИ С ОБЕСПЕЧЕНИЕМ ПРАВ ЧЕЛОВЕКА
В ЕВРОПЕЙСКОМ СОЮЗЕ


RELAZIONE  
 Sulla situazione dei diritti umani nell'Unione europea  
 

Mosca 2013  

ITALIA   

Nella legislazione italiana vengono ampiamente rappresentati diritti e libertà politiche e sociali. Ai cittadini sono concessi il suffragio universale ed il diritto di formare partiti politici ed altre associazioni non governative. Notevoli sono i diritti socio-economici e le libertà, tra i quali - il diritto al lavoro. La Costituzione italiana obbliga lo Stato a fornire ai propri cittadini l'istruzione secondaria gratuita. Riconosce il diritto alla protezione degli interessi dei lavoratori, compresa la costituzione di sindacati ed il diritto di sciopero confermato dalla Corte Costituzionale nel 1960

Nella pratica dell’attuazione dei diritti umani in Italia esistono problemi. Il Paese riceve una quota considerevole dei flussi migratori mondiali, intensificatasi a seguito degli eventi in Nord Africa e del Medio Oriente. A tale proposito, la situazione dei migranti da regolarmente ragione ai motivi di critica della politica di sicurezza del Governo (italiano) da parte delle Organizzazioni internazionali e nazionali per i diritti umani, così come da parte dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati. Una preoccupazione per la non conformità degli standard europei ed internazionali nella espulsione degli stranieri, le condizioni di detenzione dei migranti nei centri di accoglienza temporanea, il problema della loro integrazione nella società italiana, il razzismo e l'intolleranza da parte della popolazione locale e dei partiti politici di estrema destra.

I migranti consapevoli della notifica dell’espulsione in sospeso dall’Italia, non possono modificare la loro posizione per rimanere nel paese. Questa decisione è stata confermata il 10 Luglio 2012 dalla Corte di Cassazione (numero 11582 sentenza del caso di una cittadina albanese, sposata con un cittadino d'Italia, dopo l'adozione da parte della Prefettura della decisione sulla sua espulsione).

Il Governo italiano ha deciso ha varato in data 6 luglio 2012 il Decreto sulla "Mini-amnistia" a beneficio dei lavoratori stranieri clandestini, dando loro l'opportunità di legalizzare il loro status. Tale decreto è entrato in vigore in data 15 Settembre 2012 ed ha avuto validità per un mese, fino al 15 ottobre. Ai datori di lavoro, cittadini italiani o stranieri con permesso di soggiorno in Italia che avevano illegalmente impiegato immigrati è stata data la possibilità di legalizzare i rapporti di lavoro con i dipendenti onerosamente.

In precedenza, nel luglio del 2011, la Corte Costituzionale aveva deciso l’abolizione del requisito del permesso di soggiorno in caso di matrimonio in Italia. La Corte ha sottolineato come il fine di combattere l'immigrazione clandestina viola i diritti umani fondamentali , uno dei quali è il diritto ad una famiglia. Una menzione speciale va anche alla sentenza della Corte di Cassazione numero 10665, decisione del 26 giugno 2012, che  invalida il rifiuto di pagare le prestazioni previdenziali in base alla mancanza del permesso di soggiorno del richiedente o di un permesso di soggiorno in Italia per un lungo periodo.

In Italia prosegue il dibattito per quanto riguarda la cittadinanza per i bambini nati nel paese figli di migranti. Nonostante il fatto che essi siano nati in Italia e non conoscano altro paese, il cosiddetto "Jus soli" sinora non è stato recepito. Il Ministro per l'Integrazione Sociale Cecile Kyenge ha presentato al Parlamento un disegno di legge per dare ai bambini stranieri il diritto di ottenere la cittadinanza italiana automaticamente al raggiungimento dei due anni.

Secondo le Organizzazioni Sindacali la crisi finanziaria globale e le politiche del precedente governo di liberalizzare il mercato del lavoro in Italia hanno peggiorato la protezione sociale dei lavoratori e semplificato le procedure per il loro licenziamento. Così il Consiglio dei Ministri, nel 2012, ha riformato l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori, numero 300 del 1970. Secondo le nuove regole i dipendenti licenziati per motivi economici, non potranno contestare la decisione del datore di lavoro in tribunale, ma dovrebbero essere compensata con una indennità da 15 a 27 mensilità. Se il licenziamento è avvenuto per altri motivi (disciplinari, discriminatori, per motivi di salute) l'ultima parola spetta al giudice. Tra le modifiche alla legge in materia di sicurezza sociale vengono previsti nuovi requisiti per i datori di lavoro: l'azienda dovrà pagare la cosiddetta "compensazione per il licenziamento" all’Istituto Nazionale Previdenza Sociale (INPS) per i lavoratori con contratto a tempo indeterminato. Tale importo sarà pari da 0,5 a 1,5 dell’importo dell’assegno mensile di disoccupazione.

Il nuovo Gabinetto di E. Letta ha assunto le proprie priorità politiche nella lotta contro la disoccupazione (dell'ordine del 12 per cento). La situazione è particolarmente critica per i giovani (al 1° novembre 2013 stima il quotidiano "La Nazione" su 10 persone giovani trovano lavoro solamente 2).

Critiche da parte della società sul tema dei diritti umani continua ad essere la situazione sfavorevole in Italia nella tutela dei diritti delle donne. Oltre ai problemi continui nel campo dell'occupazione e nei rapporti di lavoro delle donne, compreso il trattamento iniquo delle giovani madri da parte dei datori di lavoro, uno dei più urgente per l'Italia resta il problema della violenza di genere. A questo proposito nell’ottobre del 2013 la Camera dei Deputati ha sostenuto le organizzazioni per i diritti delle donne approvando una legge che criminalizza i "femminicidi"  - la violenza contro le donne.


La stampa ha regolarmente pubblicato critiche al funzionamento del sistema giudiziario e della pubblica accusa italiana, in particolare, per i lungo periodo di definizione dei casi, fino a diversi anni.

Uno dei problemi più pressanti è la questione della riforma carceraria. In media le carceri italiane sono sovraffollate del 25 per cento (65.000 reclusi per 45 mila posti) che porta ad una violazione delle norme sanitarie, all’aumento dei conflitti e ad eccessivo numero di suicidi in carcere per l’Europa. Come risultato, questa situazione sfavorevole delle carceri italiane è diventata oggetto di un contenzioso nella UE che più volte ha emesso sentenze sull’indennizzo materiale che l’Italia ha dovuto pagare in favore dei ricorrenti.

Nel novembre 2013 il governo italiano ha preparato un progetto di legge per un’amnistia in favore di 3/4 mila reclusi. Questa iniziativa è percepita nella società come ambigua, poiché non vi è la preoccupazione che una sua attuazione porterà ad un deterioramento della situazione in materia di sicurezza personale, e quindi, violerà i diritti di quella parte di società rispettosa della legge.

Ancora molte polemiche in Italia riguardo le proposte sulla necessità di migliorare la regolamentazione giuridica delle forze dell'ordine nell’ascolto delle conversazioni telefoniche. Un ulteriore argomento per i fautori di queste misure è emerso dall’ascolto delle conversazioni dello scorso anno fra il Procuratore di Palermo ed il Presidente della Repubblica. Critiche all’indirizzo dei media sulle violazioni dei diritti alla privacy dei cittadini in relazione a numerosi casi di pubblicazione di informazioni riservate sulle indagini nei confronti di personaggi pubblici ottenuti da fonti investigative .

Organizzazioni per i diritti umani ed il Consiglio d'Europa hanno criticato l'Italia per l'atteggiamento scorretto nei confronti dei rom, tra cui una regolare “pulizia” da parte della polizia dei loro campi temporanei dove vivono. Lontana la risoluzione del problema della loro integrazione nella società italiana. Come esempio di discriminazione nei confronti dei Rom, si fa riferimento al processo di attuazione delle norme europee sulle minoranze linguistiche nella cui lista definitiva in Italia gli Zingari non sono menzionati dalla legge italiana.

 


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