APPELLO
PER UNA CORRETTA INFORMAZIONE
Ormai da mesi i mass
media dediBolzano pee la Russia e a Vladimir Putin quella dose quotidiana di “cinque
minuti d’odio” e di supponenza che ricorda la “Settimana d’odio” del romanzo di
Orwell “1984”.
Questa brutta informazione,
mista a propaganda, contrasta con la realtà: finita la guerra fredda italiani e
russi si sono riavvicinati, le relazioni commerciali ed i flussi turistici aumentano
costantemente e il mercato russo si rivela essere una delle poche boccate
d’ossigeno per la nostra economia in crisi. E non è solo questione di merci ed
energia! Italiani e russi scoprono di avere tradizione comuni, passioni comuni
ed una comune storia europea.
Per tutto questo ci
appelliamo a coloro che diffondono informazioni, appellandoci al loro senso di
giustizia e di equilibrio.
Chiediamo a coloro
che parlano di “invasione della Crimea”:
riuscite a cogliere la differenza tra quanto accade in quella repubblica
autonoma e le stragi terribili che hanno caratterizzato la violazione del
diritto internazionale in Irak, Libia, Siria? Bombardamenti atroci, un caos che
non ha fine, esecuzioni di civili, mussulmani e cristiani, hanno segnato quei
tre paesi. Oggi in Crimea forse accade qualcosa di diverso …
Coloro che negano la
legittimità del referendum di Crimea ricordano il “referendum” in Kosovo,
strappato a forza di bombardamenti alla Serbia e trasformato in stazione
internazionale del narcotraffico, della tratta umana, del terrorismo
internazionale?
Stupisce tristemente che
Vladimir Putin venga descritto come un dittatore. In Russia, da oltre vent’anni,
si tengono libere elezioni. Le opposizioni criticano il Presidente come avviene
in ogni democrazia ed un ampia maggioranza del Paese lo sostiene. Ma queste critiche
al sistema presidenziale russo risultano ancor più paradossali quando sono
enunciate da commentatori spesso sin troppo “benevoli” nei confronti delle
istituzioni europee
L’Unione Europea è formata
dagli Stati europei occidentali e la sua storia recente ci ha fatto conoscere le
troppe “sospensioni” di democrazia che l’ha caratterizzata. Le sovranità
popolari sono state spesso “svuotate”, spesso nottetempo, quasi in un contesto cospiratorio
per stessa ammissione dei politici che la governano.
Lo stesso disprezzo
della sovranità di un intero popolo sembra caratterizzare ciò che è avvenuto a Kiev,
dove è avvenuto un vero e proprio colpo di Stato anticostituzionale.
I mass media parlano
di invasione russa, ma per chi è maggiormente attento trova le prove
documentate degli interventi stranieri che hanno animato la protesta armata, abbattuto
il legittimo Presidente e designato i nuovi governanti. Paesi europei hanno
provato che i cecchini che sparavano sui dimostranti appartenevano a forze
straniere che tanto fanno pensare, a noi italiani, agli anni bui della nostra Repubblica
della “strategia della tensione”.
L’Europa ha bisogno
di dis-tensione; la cortina di ferro non deve tornare e l’escalation antidemocratica
che si è verificata negli ultimi mesi è il frutto avvelenato di forze esterne
che cercano di spaccare artatamente il continente europeo speculando sull’integrazione.
Il popolo di Ucraina ha
pieno diritto a invocare un cambiamento delle loro condizioni di vita, gli
ultimi anni sono stati per loro fonte di grande disagio e frustrazione.
Tuttavia tale disagio avrebbe dovuto dar luogo a una discussione democratica,
ad elezioni, unica strada per legittimare qualsiasi cambio di governo.
Sull’integrazione
europea e sullo spazio doganale unico l’Ucraina deve discutere, senza però che
vengano diffuse false accuse e calunnie atroci. Ma la discussione deve avvenire
nell’alveo del pieno diritto di parola, del pieno rispetto delle diverse
posizioni, del pieno diritto di voto. Cancellare il diritto alla propria lingua
(come è avvenuto per la forte minoranza russofona), lo scioglimento delle forze
dell’ordine, lo scioglimento della Corte Costituzionale, l’aver incitato
all’odio razziale e all’antisemitismo non rappresenta certo uno scenario in cui
i nuovi governati ucraini possano dare lezioni di democrazia e garantire all’Europa
una vita sociale democratica.
La storia del paese è
assai complessa ed è lecito avere idee diverse. Proprio per questo si devono
evitare “doppi standard”.
Auspichiamo pertanto che
tutte le voci del dibattito siano ospitate nei luoghi deputati all’informazione
aperta e democratica, facendo al contempo appello a tutti i rappresentanti
dell’informazione a non incitare all’odio verso il popolo russo.
Quanto a noi, da oggi
stesso ci impegniamo a creare ponti tra i popoli europei, ma anche a denunciare
con civile fermezza coloro che quei ponti vorrebbero far saltare.
16 marzo 2014
Firma anche Tu!
Dott.Bernhard KIEM
Console onorario della Federazione Russa in Bolzano
Ennio BORDATO
Incaricato consolare del Consolato onorario della Federazione Russa in Bolzano per il Trentino
Presidente di "Aiutateci a Salvare i Bambini Onlus"
"Operatore onorario della Clinica RDKB di Mosca"
"Cittadino onorario dell città di Beslan"
Alfonso PISCITELLI
Autore Radio Rai
Responsabile progetto UE RUS
Dott.Bernhard KIEM
Console onorario della Federazione Russa in Bolzano
Ennio BORDATO
Incaricato consolare del Consolato onorario della Federazione Russa in Bolzano per il Trentino
Presidente di "Aiutateci a Salvare i Bambini Onlus"
"Operatore onorario della Clinica RDKB di Mosca"
"Cittadino onorario dell città di Beslan"
Alfonso PISCITELLI
Autore Radio Rai
Responsabile progetto UE RUS
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