A Lugansk, con l'accusa di complotto per sabotaggio, arrestate 15 persone
Il Servizio di
Sicurezza dell'Ucraina ha riferito di un’azione su vasta scala nella regione di
Lugansk nella quale sono state arrestate 15 persone in possesso di 300 mitra, un
lanciagranate, cinque pistole e un gran numero di granate. Contro gli arrestati
una denuncia ai sensi degli articoli "sabotaggio" e "tradimento".
KIEV, 5 aprile, RIA Novosti. Il Servizio di sicurezza ucraino ha
arrestato e disarmato 15 persone sospettate di preparare atti di sabotaggio nella regione di Lugansk e tradimento. Informa sabato il servizio stampa del servizio
"Come
risultato di un'operazione speciale su larga scala del Servizio di Sicurezza
sono state arrestate 15 persone di un gruppo eversivo, sequestrati 300
mitraliatori, un lanciagranate, cinque pistole, un gran numero di granate, molotov
e una notevole quantità di armi da taglio” viene detto in un comunicato.
E’ stato aperto un procedimento penale ai sensi degli articoli 113 ("sabotaggio"), 111 ("tradimento") del codice penale
dell'Ucraina. Proseguono gli arresti e
le ricerche a Lugansk e in sette
distretti.
Come in Ucraina esplode la crisi politica
La crisi
politica scoppia in Ucraina a fine novembre 2013, quando il Governo annuncia la sospensione dell'integrazione europea del paese. Le proteste di massa chiamate "euromajdan” si sono
svolte in tutta l'Ucraina ed a gennaio sono iniziati scontri fra radicali armati e forze
dell'ordine. Il risultato dei combattimenti di strada, in cui l'opposizione ha ripetutamente utilizzato armi da fuoco e "molotov", ha causato decine di vite umane.
Il
22 febbraio nel paese c’è stata una violenta
presa del potere. La Verkhovna Rada, violando gli accordi raggiunti tra il Presidente Viktor Janukovich e i leader
dell'opposizione, ha modificato la Costituzione, la presidenza del Parlamento e il Ministero dell'Interno e per rimuovere dal potere il capo dello Stato, che è stato poi costretto
a lasciare l'Ucraina temendo per la
sua vita. Il 27 febbraio il Parlamento ucraino ha approvato il cosiddetto "Governo di fiducia nazionale", il primo ministro è diventato Jazenjuk.
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