Il falò ucraino delle vanità americane
La crisi ucraina è stata organizzata dagli Stati Uniti. Lo ha dichiarato il presidente della Duma Sergei Naryshkin, intervenendo al Forum balcanico a Belgrado. Secondo le affermazioni del politico, ciò è confermato dalle azioni di Washington. Naryshkin ha fatto ricordare che gli USA hanno difeso i militanti armati su Maidan, mentre ora palesemente sostengono le violenze contro cittadini pacifici nell'Est dell'Ucraina.
Secondo la dichiarazione di Sergei Naryshkin, le
recenti dichiarazioni degli USA sul monopolio dello stato sulla violenza
nei confronti dei cittadini pacifici tradiscono appieno gli
organizzatori della crisi ucraina. Inizialmente hanno fatto di tutto per
prevenire l'impiego della forza contro gli oltranzisti armati su
Maidan, poi hanno aiutato le nuove autorità di Kiev, battezzate dagli
ucraini stessi "junta", per destituire il capo dello stato ucraino
legittimamente eletto.
Alcuni esperti ritengono che in
tal modo Washington non abbandona i tentativi di provocare un conflitto
armato in Europa, ciò che in una certa misura conferma anche il
coinvolgimento dei servizi americani nelle operazioni di forza nell'Est
del paese. Alcuni analisti suppongono che con tali azioni gli USA stiano
cercando di dare la spinta bellico-industriale alla propria economia.
Tuttavia secondo il parere di Ilya Kramnik, opinionista militare del
sito internet russo Lenta.ru, le azioni di Washington sono dirette
piuttosto a incassare i profitti politici:
Si può fare
affari con le commesse, si può rafforzare la propria influenza
geopolitica. Perchè ci sarà il crollo dei titoli di coloro che
invocavano l'unione con la Russia e, viceversa, crescerà il ruolo dei
sostenitori della costruzione del "cordone sanitario", i quali sono
maggiormente clienti americani. Ne sono sicuramente interessati, non
però gli USA come il paese nel suo insieme, ma i loro determinati
circoli, desiderosi di preservare la politica del dominio militare degli
Stati Uniti in Europa.
Nello stesso tempo alcuni
autorevoli mass media occidentali e politici intervengono, condannando
le azioni, messe in atto dalle autorità di Kiev nell'Est dell'Ucraina, e
l'atteggiamento verso di ciò da parte degli USA e dell'Unione Europea.
Intanto in un'intervista in onda su La Voce della Russia Valerij
Solovej, professore dell' dell’Università di Mosca per le Relazioni
Internazionali (MGIMO), la maggioranza semplicemente preferisce di non
notare gli avvenimenti in corso in Ucraina:
Se si prende
in considerazione l'opinione pubblica europea, non è tanto
unilateralmente antirussa. La situazione è più complicata rispetto a
come cercano di presentarla i politici occidentali. Gli europei chiudono
gli occhi per un motivo molto semplice. Non hanno abbastanza risorse e
spavalderia per intromettersi negli avvenimenti ucraini. E qui il
primato appartiene agli USA. E gli Stati Uniti lo sfruttano volentieri
per dimostrare che la forza militare e la potenza nel mondo
contemporaneo significano qualcosa. E considerevolmente tanto – nelle
situazioni critiche, di crisi.
Nello stesso tempo gli
europei non ci pensano su per niente sul fatto che con la loro posizione
fiacca e unilaterale sulla crisi ucraina loro stanno mettendo una bomba
sotto le proprie fondamenta. Se la situazione nell'Est dell'Ucraina
continuerà a inasprirsi allora alla fine il conflitto spaccherà questo
stato non solo sulla base politica, ma anche su quella geografica. E
allora non spetterà più alla Russia, e tantomeno agli USA, ma proprio
all'Europa risolvere in qualche modo i problemi dei migliaia di
affamati, disoccupati e disorientati abitanti delle regioni occidentali
ucraine.
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