sabato 6 maggio 2017

C'è una pista ucraina nell'inchiesta ONG ?




L' "Ukrainian connection" è la chiave per decifrare i rapporti criminali tra alcune Ong operanti nel Mediterraneo ed i trafficanti di esseri umani?

È quanto sembra emergere da un'inchiesta pubblicata sul Corriere della Calabria
Citando fonti dei servizi segreti, il direttore della rivista Paolo Pollichieni scrive: «Veniamo alle 14 navi monitorate. Di queste solo una batte bandiera italiana, mentre tre operano sotto l’egida di Panama e delle Isole Marshall, quanto di meno trasparente possa capitare di dover incontrare nell’ambito di una indagine giudiziaria di qualsivoglia natura. Molte di queste sono quasi totalmente in mano ad equipaggi ucraini, dal comandante al mozzo di bordo. Ucraini sono anche molti degli “operativi” reclutati dagli scafisti in Libia».
Quindi, cittadini con il passaporto del regime di Kiev spacciati per "volontari" delle Ong ed altri arruolati dai trafficanti negrieri? "Angeli e demoni" in combutta tra loro, con i secondi che forniscono ai connazionali imbarcati sulle navi dei "soccorritori" le coordinate per prelevare i migranti, come sembra emergere da alcune intercettazioni dei servizi?
Data per attendibile la presenza (legale) di marinai ucraini sui battelli delle organizzazioni "umanitarie", effettivamente basta fare una semplice ricerca su Google per verificare come negli ultimi mesi siano aumentati in maniera esponenziale gli arresti di ucraini, accusati di trafficare migranti, soprattutto in Calabria e Sicilia. Sotto pubblichiamo solo alcuni dei titoli degli articoli di cronaca in cui ci siamo imbattuti.



 


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