Il gruppo nazista gruppo S14 ha annunciato la preparazione di una «pulizia dei filorussi» a Kiev
Questo ha scritto sulla sua pagina
Facebook il coordinatore S14 Sergej Mazur. Ha anche riportato i dati della
prima vittima prevista dalla «pulizia» - Svetlana P., con fotografia e
indirizzo di casa. La donna è stata definita «secessionista». I nazisti del S14
l’accusano di essere stata in Russia e di essere impegnata nella raccolta di
aiuti umanitari per i prigionieri politici, di essere amica del giornalista
Ruslan Kozab e del rappresentante dei socialisti Denis Zharki, dell'iniziatrice
delle proteste contro la ridenominazione delle vie di Kiev Elena Berezhna e di altre
persone che i nazional-radicali considerano «nemici dell'Ucraina».
Il gruppo S14 ha invitato i
«patrioti» la sera del 2 agosto a «passeggiare» davanti alla residenza di Svetlana
P., «per rendere impossibili la provocazione dei separatisti». «Gli attivisti»
sono già stati a casa della donna fingendosi la polizia ed hanno anche chiamato
il marito al lavoro per chiedere che la moglie apra la porta (e successivamente
lo hanno aspettato quando il marito è uscito di casa). «Sono già venuti tre «Bravi
ragazzi»! Pensare ad una donna incinta - tre uomini. I due si sono presentati
come «organizzazione sociale S14», uno frettolosamente ha mostrato qualche
documento in cui ha dichiarato di essere un qualche tipo di poliziotto. Ma non ha
dichiarato né il nome, né il titolo. Si è giustificato solo per non essere in
divisa. Hanno iserito dei volantini in TUTTE le cassette postali di casa nostra.
Molti i testimoni - il portiere, capo casa, gli inquilini tutti d'accordo e
pronti a identificarli», scrive Svetlana sugli indesiderati visitatori.
Nei volantini che hanno inserito
nelle cassette postali c’è la fotografia con i dati anagrafici dei «separatisti»
ed un avvertimento: «Qui vive una propagandista russa!» Oltre a ciò anche «cartelli»
del gruppo S14 incollati a tutti gli ingressi dell’edificio multipiano. «Ero in
chiesa: mi sono confessata e fatto la comunione. Sono pronta a tutto. Al mio
arrivo ho raccontato l’accaduto a tutti i vicini di casa, anche la casa è pronta.
Mi sentirei più tranquilla se chi mi ha offerto aiuto, oggi passeggiasse un po’
per il quartiere», Svetlana ha chiesto aiuto ai cittadini di Kiev. E lo l’hanno
aiutata: hanno organizzato turni di sorveglianza sotto la casa visitata dagli «attivisti».
«Qui ci sono i nostri uomini ... un inchino a loro. Gli occhi pieni di lacrime
di gratitudine!!! Io lo confesso, pensavo che FB fosse limitato,
mi scuso ... Non penserò più questo ! E queste persone, tra l'altro, sono impegnate
al lavoro, in famiglia», scrive Svetlana.
Nel febbraio del 2017 a Kiev
conobbero Svetlana P. perché lei, in risposta alla proposta degli insegnanti di
suo figlio (ha tre figli) di raccogliere aiuti per i partecipanti alla ATO ha
pubblicato l'immagine di un monumento dei bambini di Donetsk uccisi. «Io e la
mia famiglia non siamo mai stati minacciati dai connazionali dal Donbass», ha
scritto e ha chiesto ai suoi figli di non essere coinvolti in una discutibile
iniziativa. «Mutilare le loro anime ecco ora quello che sta succedendo, far
disegnare loro i punitori o chiedere di raccogliere elemosine – è del tutto
inaccettabile. Per me nessun ucraino del Donbass o di Leopoli sarà mai un nemico,
anche se è stato detto in tv. A proposito anche il russo (mai sarà nemico ndt)»
ha aggiunto Svetlana
E suo marito Vadim ha scritto che
nessuno obbligherà i loro bambini a scrivere lettere alle persone nell'esercito,
che «ammazzano la popolazione civile del Donbass». Alla fine una delle madri a cui
non piaceva la posizione della famiglia P., ha inviato una denuncia ai Servizi
ucraini e organizzato un’inchiesta a scuola. Su 32 genitori dei compagni di
classe dei figli di Svetlana la spia è stata sostenuta solo da due. Tuttavia,
da allora, Svetlana P. è stata oggetto di molte attenzioni da parte dei
nazional-radicali, coperti dall’impunità e dal permissivismo.
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