NEL DONBASS IMMOBILE
Brevemente sui colloqui
USA-Russia sul Donbass
Secondo le informazioni
ufficiali circa l'incontro fra Volker e Surkov, dei 29 punti degli Stati Uniti
la Russia ne ha accettato solamente 3, dopo di che le parti hanno "deciso
di negoziare ulteriormente" Tenendo conto che di tutti i punti degli
accordi di Minsk da più di 3 anni ne sono stati ottemperati esattamente zero,
le prospettive per il prossimo ciclo di negoziati sono abbastanza chiare e tutti
questi colloqui con gli americani assomigliano sempre più a riunioni periodiche
dei sottogruppi di Minsk e alle telefonate con la Merkel ed Hollande. I
tentativi di superare l’impasse di Minsk con l’idea dei peacemakers come al
solito si sono scontrati con i differenti punti di vista delle parti - perché le
forze di pace sono necessarie nel Donbass ed in che forma dovrebbero posizionarsi
lì.
La Russia vede le forze
di pace come un modo per fermare la guerra e congelare il conflitto. Gli USA
come un modo per espellere la Russia fuori dal Donbass. Naturalmente con questi
obiettivi diametralmente opposti otteniamo 0 punti su 12
o 3 su 29. Man mano che ci avviciniamo alle elezioni presidenziali in Russia,
la Federazione Russa si sforzerà di mantenere lo status quo esistente almeno
fino alla metà della prossima primavera e saranno poche le probabilità che la
Russia attui qualche brusco mutamento nelle sue posizioni.
Dal momento che
l'Ucraina non prevede radicali cambiamenti nei confronti della Federazione
Russa, non ci si aspetta - assenza di cause di forza maggiore – che il tema
dell'Ucraina verrà messo in secondo piano e dal punto di vista della
dimostrazione dei successi in politica estera, i media ufficiali continueranno
a privilegiare la questione siriana ed il Medio Oriente, dove c'è qualcosa da
mostrare e dove nei prossimi mesi (poco prima delle elezioni) dovrebbe essere
annunciata la piena vittoria su ISIS
Non c'è altresì nessuna
volontà da parte degli Stati Uniti di fare concessioni in Ucraina, in modo che
i cambiamenti possano essere possibili solamente grazie ad un'escalation
militare dell'esercito ucraino che può, in teoria portare il fronte in
movimento, anche se lo scenario inerziale di una guerra di posizione sembra il più
probabile soprattutto perché le assicurazioni che le Repubbliche (DNR e LNR) entrino
a far parte del Distretto militare sud della Federazione Russa non vengono
prospettate da alcuno e nello Stato Maggiore del Consiglio Supremo di Ucraina questo
lo sanno bene nonostante gli attacchi isterici di Jarosh e Co di attaccare
Donetsk.
Naturalmente uno
sviluppo degli eventi in tale direzione contribuirà all'ulteriore isolamento
delle Repubbliche dall'Ucraina. L'esempio del Nagorno-Karabakh, che ha vissuto
per più di 20 anni in uno stato di guerra strisciante riconosciuta a livello internazionale,
come lo è stato là suggerisce come possa essere qui. Penso che a partire dal
terzo anniversario di Minsk2, la situazione rimarrà congelata e dopo le
elezioni presidenziali in Russia si svilupperà in situ a seconda della
situazione interna in Ucraina e del contesto generale delle relazioni con gli
Stati Uniti.
Per ora al fronte
continua la routine della guerra di posizione, senza cambiamenti significativi
a livello operativo-tattico. Bombardamenti di routine, vittime di routine di
una guerra che "non c’è", ma che continua a divorare vite umane e
risorse. Se confrontiamo la situazione con quella di un anno fa è difficile
trovare cambiamenti sia nella situazione che nei dettagli: i bombardamenti continuano
ed il loro conteggio, le immagini delle distruzioni e delle vittime e una
generale mancanza di comprensione di quando e come cambierà la situazione.
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