domenica 18 marzo 2018

OSCE: L’APOTEOSI DELL’IPOCRISIA



L'OSCE ha commentato il divieto di voto per i russi in Ucraina

Mosca e Kiev devono definire il processo di voto dei cittadini russi per le elezioni presidenziali in Ucraina con una serie di accordi bilaterali, dato che le norme internazionali in questo campo mancano, ha dichiarato l’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) dell’OSCE.


«A causa della mancanza di norme internazionali o di accordi per il voto all'estero penso che tali processi di voto debbano venire definiti con una serie di accordi bilaterali tra i due paesi coinvolti», cita la TASS le parole del portavoce OSCE-ODIHR Thomas Rymer.

Secondo Rymer l’OSCE-ODIHR si occupa di osservare le elezioni solo nel territorio della Russia, la missione è radicata soltanto lì ed il mandato per lo svolgimento della sorveglianza non si estende ad altri paesi.

In precedenza il portavoce del Ministero degli Esteri Russo Maria Zacharova aveva affermato che il divieto di accesso dei russi alle urne in Ucraina è del tutto illegale.

Ricordiamo che a Kiev la polizia non ha permesso l’ingresso all'edificio dell'Ambasciata russa per poter votare alle elezioni del Presidente della Russia. In precedenza simili incidenti che coinvolgono polizia e nazionalisti ucraini hanno avuto luogo a Charchov, Odessa e Lvov.

Domenica in Russia si svolgono le elezioni per il Presidente del paese. Per questo posto concorrono otto persone: Vladimir Putin (candidatura indipendente), Sergej Baburin (Partito «Unione di tutto il popolo di Russia»), Pavel Grudinin (Partito Comunista RF), Vladimir Zhirinovsky (LDPR), Ksenia Sobchak («Iniziativa civile»), Maksim Surajkin («Comunisti di Russia»), Boris Titov (Partito dellai crescita), Grigory Javlinskij («Mela»).




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