Commento del Dipartimento Stampa
e informazione del Ministero degli Esteri della Russia sul rapporto di missione
degli osservatori dell’ONU per i diritti umani in Ucraina
A
seguito della lettura del 22° Rapporto della missione di Osservazione delle Nazioni
Unite per i diritti umani in Ucraina per il periodo dal 16 febbraio al 15
maggio p.v. diffuso a Ginevra.
Particolare preoccupazione risiede nel fatto che la
principale causa di morte dei civili sono ancora i bombardamenti di civili effettuati
con sistemi di lancio di lanciarazzi. Inaccettabilmente alto rimane il numero
di morti a causa di esplosioni su mine, trappole ed ordigni esplosivi
improvvisati.
Condividiamo l’appello rivolto alle parti in conflitto
di rispettare rigorosamente l'accordo di cessate il fuoco. Sottolineiamo il divieto
categorico di colpire obiettivi ed infrastrutture civili: le interruzioni dell’attività
delle stazioni filtranti e delle centrali elettriche ogni giorno portano alla
privazione per oltre mezzo milione di abitanti di Donezk dell’acqua potabile,
elettricità e riscaldamento, pongono la regione sull'orlo del disastro
ambientale. Vorremmo ricordare alle autorità ucraine che i bombardamenti di infrastrutture
civili sono una diretta violazione dei loro obblighi di legge a livello
internazionale.
Un segnale preoccupante è registrato dalla missione degli
Osservatori in numerosi casi di detenzioni arbitrarie, tortura, trattamento
disumano e violenza sessuale nelle zone adiacenti alla linea di demarcazione. Su
questo gli osservatori hanno potuto stabilire con certezza che i tre quarti dei
reati indicati sono ascritti alle forze armate e alle forze di sicurezza ucraine.
Indignazione causano i fatti documentati dai
rappresentanti ONU di «subappalto» – funzioni di polizia, tra la detenzione e gli
arresti infatti sono dati da Kiev «in gestione» a gruppi radicali, tra cui gruppi
neo-nazisti.
Ancora molto alto rimane il livello generale di
violazioni dei diritti umani nel paese dove regna l'impunità. I rappresentanti
ONU sono nuovamente costretti a constatare l'assenza nelle autorità ucraine di
volontà politica e di interesse nel condurre un’indagine, su vasta scala, sulle
violazioni dei diritti umani, soprattutto quando si tratta di azioni di uomini
delle forze armate, dei servizi di sicurezza e di combattenti delle unità di «volontari».
Tutto questo avviene sullo sfondo di una pressione senza precedenti sulla
magistratura che, secondo gli osservatori, è punita per qualsiasi
manifestazione di comportamento «anti-ucraino». Questo contribuisce ad un'ulteriore
diffusione nel paese di permissivismo e di caos giuridico.
In una tale situazione non vi è alcuna sorpresa sull’assenza
di progressi nelle indagini sui crimini mostruosi commessi ad Odessa il 2
maggio 2014.
Preoccupano seriamente la missione (ONU) le
conclusioni relative alla politica discriminatoria di Kiev nei confronti dei
cittadini ucraini che vivono in Donbass. Il mancato pagamento degli indennizzi
per aver perso o avuto confiscata l’abitazione, degli assegni sociali e delle pensioni
ai profughi interni, dell'esistenza di restrizioni artificiali al passaggio dei
residenti della linea di demarcazione portano ad un ulteriore impoverimento della
popolazione già povera e contribuiscono ad accrescere la divisione nella
società ucraina, riducendo quindi le possibilità per il futuro di una riconciliazione
nazionale.
Condividiamo la preoccupazione degli osservatori
internazionali in relazione all'intensificazione dell'offensiva, da parte delle
autorità ucraine, contro le libertà politiche e civili nel paese tra cui la
violazione della libertà di parola, di opinione, dei media che si concretizza anche
con aggressioni fisiche contro i giornalisti. Solo nel periodo gennaio-marzo
2018, secondo l'Unione Nazionale dei giornalisti dell'Ucraina, hanno subito attacchi
21 lavoratori degli organi di informazione e sono stati registrati 71 casi di
violazione della libertà di parola. Il rapporto da riscontro delle espulsioni
di giornalisti russi del «Primo canale» e «Russia», nonché dell'arresto del
capo ufficio di RIA Ucraina «Novosti» Kirill Vyshinskij la gratuita accusa di
tradimento dello Stato.
Estrema preoccupazione provoca lo slittamento delle
indagini sulle attività illecite del sito web di «Mirotvorec», ma anche
l'emergere di nuovi siti simili di orientamento come «Parasit-Centr». Esigiamo da
Kiev la revisione della politica del governo in materia di produzione dei contenuti
radiotelevisivi, ma anche di annullare le sproporzionate severe restrizioni di importazione
di prodotti degli organi di informazione.
Un segnale preoccupante viene stabilito dai rappresentanti
ONU nella crescita della retorica misantropica e della derivante violenza nella
società ucraina. Solo nei tre mesi presi in considerazione si sono stati
registrati 23 casi di attacchi ad oppositori, a combattenti contro la
corruzione e a difensori dei diritti delle donne, nonché agli zingari. Di
particolare interesse il fatto che questi atti di violenza sono stati compiuti con
la connivenza delle autorità ufficiali e degli agenti delle forze dell'ordine.
Invitiamo Kiev leggere attentamente i giudizi e le
raccomandazioni della missione degli Osservatori nei confronti della legge
«Sull'istruzione» che viola i diritti delle minoranze linguistiche che vivono
nel paese, soprattutto quelle di lingua russa. Attendiamo l’attuazione di efficaci
consultazioni relativamente all'art. 7 della legge come consigliato dagli osservatori
internazionali.
Ci vediamo nuovamente costretti a ricordare come il
mandato della missione di Osservazione per i diritti umani in Ucraina non è una
valutazione della situazione in paesi terzi. La Repubblica di Crimea e la città
di importanza federale Sevastopol’ appartengono al territorio della Federazione
Russa. Considereremo illegale ogni altro ulteriore tentativo di comprendere nella
valutazione di diritti umani in Ucraina, la situazione di questa regione russa.
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