venerdì 22 giugno 2018

COMMENTO MID RUSSIA SUL RAPPORTO ONU SUL DONBASS




Commento del Dipartimento Stampa e informazione del Ministero degli Esteri della Russia sul rapporto di missione degli osservatori dell’ONU per i diritti umani in Ucraina

A seguito della lettura del 22° Rapporto della missione di Osservazione delle Nazioni Unite per i diritti umani in Ucraina per il periodo dal 16 febbraio al 15 maggio p.v. diffuso a Ginevra.

 
Con inquietudine prendiamo nota delle informazioni dell’aumento del numero di vittime del conflitto nel Donbass tra la popolazione civile dell’11 per cento nel periodo di riferimento: 19 morti e 62 feriti.

Particolare preoccupazione risiede nel fatto che la principale causa di morte dei civili sono ancora i bombardamenti di civili effettuati con sistemi di lancio di lanciarazzi. Inaccettabilmente alto rimane il numero di morti a causa di esplosioni su mine, trappole ed ordigni esplosivi improvvisati.

Condividiamo l’appello rivolto alle parti in conflitto di rispettare rigorosamente l'accordo di cessate il fuoco. Sottolineiamo il divieto categorico di colpire obiettivi ed infrastrutture civili: le interruzioni dell’attività delle stazioni filtranti e delle centrali elettriche ogni giorno portano alla privazione per oltre mezzo milione di abitanti di Donezk dell’acqua potabile, elettricità e riscaldamento, pongono la regione sull'orlo del disastro ambientale. Vorremmo ricordare alle autorità ucraine che i bombardamenti di infrastrutture civili sono una diretta violazione dei loro obblighi di legge a livello internazionale.

Un segnale preoccupante è registrato dalla missione degli Osservatori in numerosi casi di detenzioni arbitrarie, tortura, trattamento disumano e violenza sessuale nelle zone adiacenti alla linea di demarcazione. Su questo gli osservatori hanno potuto stabilire con certezza che i tre quarti dei reati indicati sono ascritti alle forze armate e alle forze di sicurezza ucraine.

Indignazione causano i fatti documentati dai rappresentanti ONU di «subappalto» – funzioni di polizia, tra la detenzione e gli arresti infatti sono dati da Kiev «in gestione» a gruppi radicali, tra cui gruppi neo-nazisti.

Ancora molto alto rimane il livello generale di violazioni dei diritti umani nel paese dove regna l'impunità. I rappresentanti ONU sono nuovamente costretti a constatare l'assenza nelle autorità ucraine di volontà politica e di interesse nel condurre un’indagine, su vasta scala, sulle violazioni dei diritti umani, soprattutto quando si tratta di azioni di uomini delle forze armate, dei servizi di sicurezza e di combattenti delle unità di «volontari». Tutto questo avviene sullo sfondo di una pressione senza precedenti sulla magistratura che, secondo gli osservatori, è punita per qualsiasi manifestazione di comportamento «anti-ucraino». Questo contribuisce ad un'ulteriore diffusione nel paese di permissivismo e di caos giuridico.

In una tale situazione non vi è alcuna sorpresa sull’assenza di progressi nelle indagini sui crimini mostruosi commessi ad Odessa il 2 maggio 2014.

Preoccupano seriamente la missione (ONU) le conclusioni relative alla politica discriminatoria di Kiev nei confronti dei cittadini ucraini che vivono in Donbass. Il mancato pagamento degli indennizzi per aver perso o avuto confiscata l’abitazione, degli assegni sociali e delle pensioni ai profughi interni, dell'esistenza di restrizioni artificiali al passaggio dei residenti della linea di demarcazione portano ad un ulteriore impoverimento della popolazione già povera e contribuiscono ad accrescere la divisione nella società ucraina, riducendo quindi le possibilità per il futuro di una riconciliazione nazionale.

Condividiamo la preoccupazione degli osservatori internazionali in relazione all'intensificazione dell'offensiva, da parte delle autorità ucraine, contro le libertà politiche e civili nel paese tra cui la violazione della libertà di parola, di opinione, dei media che si concretizza anche con aggressioni fisiche contro i giornalisti. Solo nel periodo gennaio-marzo 2018, secondo l'Unione Nazionale dei giornalisti dell'Ucraina, hanno subito attacchi 21 lavoratori degli organi di informazione e sono stati registrati 71 casi di violazione della libertà di parola. Il rapporto da riscontro delle espulsioni di giornalisti russi del «Primo canale» e «Russia», nonché dell'arresto del capo ufficio di RIA Ucraina «Novosti» Kirill Vyshinskij la gratuita accusa di tradimento dello Stato.

Estrema preoccupazione provoca lo slittamento delle indagini sulle attività illecite del sito web di «Mirotvorec», ma anche l'emergere di nuovi siti simili di orientamento come «Parasit-Centr». Esigiamo da Kiev la revisione della politica del governo in materia di produzione dei contenuti radiotelevisivi, ma anche di annullare le sproporzionate severe restrizioni di importazione di prodotti degli organi di informazione.

Un segnale preoccupante viene stabilito dai rappresentanti ONU nella crescita della retorica misantropica e della derivante violenza nella società ucraina. Solo nei tre mesi presi in considerazione si sono stati registrati 23 casi di attacchi ad oppositori, a combattenti contro la corruzione e a difensori dei diritti delle donne, nonché agli zingari. Di particolare interesse il fatto che questi atti di violenza sono stati compiuti con la connivenza delle autorità ufficiali e degli agenti delle forze dell'ordine.

Invitiamo Kiev leggere attentamente i giudizi e le raccomandazioni della missione degli Osservatori nei confronti della legge «Sull'istruzione» che viola i diritti delle minoranze linguistiche che vivono nel paese, soprattutto quelle di lingua russa. Attendiamo l’attuazione di efficaci consultazioni relativamente all'art. 7 della legge come consigliato dagli osservatori internazionali.

Ci vediamo nuovamente costretti a ricordare come il mandato della missione di Osservazione per i diritti umani in Ucraina non è una valutazione della situazione in paesi terzi. La Repubblica di Crimea e la città di importanza federale Sevastopol’ appartengono al territorio della Federazione Russa. Considereremo illegale ogni altro ulteriore tentativo di comprendere nella valutazione di diritti umani in Ucraina, la situazione di questa regione russa.


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