Il 10
settembre un rappresentante dell'Ambasciata era presente all’udienza del
Tribunale per il caso della cittadina russa, la studentessa Marija Butina. Veniva
discussa la richiesta di modifica delle misure cautelari. Le argomentazioni
dell'avvocato difensore sono state alla fine ignorate. La corte ha parteggiato per
l’accusa lasciando Maria in carcere sino al momento del processo a causa di un «alto
rischio di fuga». Inoltre il giudice ha vietato alle parti di dare commenti ai media.
La
stampa americana e con la tacita approvazione delle autorità, diffonde il tema
della "spia russa", anche se nessuna accusa del genere è stata formalmente
intentata contro Marija. Ora l'avvocato non può nemmeno negarlo pubblicamente.
Pubblicate
alla vigilia del processo le argomentazioni dell'ufficio del pubblico ministero
degli Stati Uniti (che come registrazione legale della russofobia non possono che
essere definite) meritano un'analisi dettagliata per comprendere il teatro
dell'assurdo che si sta verificando attorno a Marija. Così, è stato meticolosamente
calcolato il numero delle nostre note al dipartimento di stato per il suo caso
e le visite alla nostra concittadina in carcere da parte del personale del
Consolato. L'indicatore
quantitativo di tutto questo ha permesso di confermare al processo che la
cittadina russa rappresenta un "valore" per il proprio Stato.
Per stabilire
questo non c'era bisogno di fare calcoli. Marija non è l'unico cittadino della
Russia che visitiamo nelle carceri americane. Consapevoli che queste visite
causano irritazione in quanto ci permettono di conoscere cose che accadono
nelle carceri degli Stati Uniti in piena violazione dei diritti elementari
dell'uomo - diritti dei nostri cittadini – di prima mano.
Possiamo affermare con
sicurezza che se il caso continuerà, l'ufficio del pubblico ministero perderà il
conto delle nostre note ufficiali al dipartimento della politica estera degli
Stati Uniti. La "valutazione" del nostro lavoro ufficiale da parte
della procura degli Stati Uniti, lo promettiamo, sarà oggetto di una nota a
parte.
Potrebbe
essere sorprendente il menzionare da parte dell'ufficio del procuratore del
canale "RT" che "illumina criticamente il processo". Il
primo emendamento della costituzione americana dovrebbe proteggere i
giornalisti negli Stati Uniti da tali attacchi, ma, a quanto pare, non quelli
russi. Tutto è fatto per garantire che il pubblico riceva il meno possibile
informazioni affidabili e obiettive sugli spettacoli mal recitati.
Che
questo sia esattamente il caso è evidenziato dall’aver riconosciuto, obtorto
collo, da parte della procura dell'insussistenza di una delle principali accuse
mosse contro Marija Butina in origine: intimità in cambio del raggiungimento
degli obiettivi. Ci sono voluti due mesi per riconoscere l'ovvio - una
traduzione e interpretazione illetterata di un frammento della corrispondenza
privata di Marija. Si potrebbe solo accogliere una simile decisione
dell'ufficio dell'accusatore come primo passo verso un ritiro graduale delle
altre accuse, non meno infondate.
Diventato di
dominio pubblico ne consegue che le onclusioni della procura in gran parte si
basano su discorsi pubblici e fotografie di Marija, tra cui quelle con diplomatici
russi (avviamo tutti coloro che intendessero fare una fotografia con noi negli Stati
Uniti che questa assume un potenziale pericolo di utilizzo come «prova
fotografica» in un tribunale americano).
Se
le autorità ricadono in un "Nuovo Maccartismo" questo è un problema
interno degli Stati Uniti. I diplomatici russi, i russi in America e gli
americani non dovrebbero essere presi di mira per relazioni interpersonali
aperte.
Visiteremo
Marija Butin in prigione questa settimana. Continueremo a far valere i suoi
diritti legali e richiedere alle autorità statunitensi la sua liberazione.
#FreeMariaButina
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