Commento del rappresentante ufficiale del
Ministero degli Affari esteri della Russia M.V. Zacharova in relazione all’ennesima
dimostrazione di doppio standard dell'Unione europea in rapporto ai residenti
del Donbass
La recente reazione della UE alle modifiche apportate alla legislazione
russa il 4 novembre di quest'anno, sul riconoscimento dei documenti e delle
targhe automobilistiche emesse in alcune zone delle regioni di Donetsk e Lugansk
dell'Ucraina, ha destato sorpresa. Nella dichiarazione del Servizio europeo per
l’azione esterna questo passo umanitario forzato da parte della Russia, volto a
rendere la vita più facile e garantire la libertà di movimento per i residenti
del Donbass, è definito un attentato all’integrità territoriale dell'Ucraina.
La UE ha dimostrato ancora una volta una completa indifferenza per il
destino dei cittadini di questo paese che vivono nel Donbass, i loro diritti e
le libertà fondamentali. Da sei anni queste persone difendono coraggiosamente
il diritto alla propria identità di fronte al più duro blocco economico,
finanziario, dei trasporti ed umanitario imposto loro dal nuovo governo ucraino
dopo il colpo di stato nazionalista.
Deploriamo che i nostri partner dell'Europa occidentale, che nel febbraio
2014 nonostante le garanzie di Germania, Francia e Polonia non abbiano fatto
nulla per impedire questo colpo di stato, per impedire l'operazione punitiva
dei nazionalisti ucraini contro gli abitanti del Donbass e l'imposizione di un
blocco della regione, continuino a sostenere la cinica politica discriminatoria
di Kiev.
A causa di questa politica 3 milioni e 600mila persone - quasi il triplo
della popolazione dell'Estonia (1.300mila abitanti) e poco meno della
popolazione della Croazia (4 milioni di abitanti) - si trovano al limite della
sopravvivenza, prive dei diritti fondamentali e delle libertà garantite , in
particolare, i trattati internazionali del 1966 sui diritti economici, sociali
e culturali, nonché sui diritti civili e politici, per non parlare della
Costituzione dell'Ucraina.
I paesi della UE, proclamando la protezione dei diritti umani nel mondo
come loro valore primario, stanno nei fatti partecipando allo strangolamento
degli abitanti del Donbass. Hanno deciso di non riconoscere i passaporti russi
rilasciati ai residenti del Donbass per motivi umanitari e di non apporre loro
visti, come era stato fatto in precedenza per i residenti della Crimea. Questa
è una palese discriminazione ed una violazione dei diritti umani e delle
libertà fondamentali dell’uomo. Il diritto di scegliere liberamente la
cittadinanza è garantito dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo
del 1948, dalla Convenzione europea sulla cittadinanza del 1997 e da altri trattati
internazionali. Inoltre, come risulta dalla summenzionata dichiarazione del
Servizio europeo per l'azione esterna, l'Unione europea "è orgogliosa
delle sue azioni".
Allo stesso tempo l'Unione europea mostra completa indifferenza quando si tratti
delle gravi violazioni dei diritti linguistici ed educativi dei cittadini
ucraini di lingua russa. È preoccupata per la sorte dei rappresentanti delle
sole nazionalità in Ucraina che parlano le lingue degli Stati membri della UE.
La UE critica la legislazione russa che semplifica la vita ai cittadini
ucraini, ignorando completamente le innovazioni legislative e le azioni di Kiev
che rendono questa vita insopportabile.
Esortiamo i nostri partner dell'Unione europea ad evitare questa totale
doppiezza ed ipocrisia nella loro politica nei confronti dell'Ucraina ed al
rispetto dei diritti umani in generale.
https://www.mid.ru/ru/foreign_policy/news/-/asset_publisher/cKNonkJE02Bw/content/id/4456725