mercoledì 25 novembre 2020

IL DOPPIO STANDAR DELLA UE SUI DIRITTI UMANI

 

Commento del rappresentante ufficiale del Ministero degli Affari esteri della Russia M.V. Zacharova in relazione all’ennesima dimostrazione di doppio standard dell'Unione europea in rapporto ai residenti del Donbass

 

La recente reazione della UE alle modifiche apportate alla legislazione russa il 4 novembre di quest'anno, sul riconoscimento dei documenti e delle targhe automobilistiche emesse in alcune zone delle regioni di Donetsk e Lugansk dell'Ucraina, ha destato sorpresa. Nella dichiarazione del Servizio europeo per l’azione esterna questo passo umanitario forzato da parte della Russia, volto a rendere la vita più facile e garantire la libertà di movimento per i residenti del Donbass, è definito un attentato all’integrità territoriale dell'Ucraina.

La UE ha dimostrato ancora una volta una completa indifferenza per il destino dei cittadini di questo paese che vivono nel Donbass, i loro diritti e le libertà fondamentali. Da sei anni queste persone difendono coraggiosamente il diritto alla propria identità di fronte al più duro blocco economico, finanziario, dei trasporti ed umanitario imposto loro dal nuovo governo ucraino dopo il colpo di stato nazionalista.

Deploriamo che i nostri partner dell'Europa occidentale, che nel febbraio 2014 nonostante le garanzie di Germania, Francia e Polonia non abbiano fatto nulla per impedire questo colpo di stato, per impedire l'operazione punitiva dei nazionalisti ucraini contro gli abitanti del Donbass e l'imposizione di un blocco della regione, continuino a sostenere la cinica politica discriminatoria di Kiev.

A causa di questa politica 3 milioni e 600mila persone - quasi il triplo della popolazione dell'Estonia (1.300mila abitanti) e poco meno della popolazione della Croazia (4 milioni di abitanti) - si trovano al limite della sopravvivenza, prive dei diritti fondamentali e delle libertà garantite , in particolare, i trattati internazionali del 1966 sui diritti economici, sociali e culturali, nonché sui diritti civili e politici, per non parlare della Costituzione dell'Ucraina.

I paesi della UE, proclamando la protezione dei diritti umani nel mondo come loro valore primario, stanno nei fatti partecipando allo strangolamento degli abitanti del Donbass. Hanno deciso di non riconoscere i passaporti russi rilasciati ai residenti del Donbass per motivi umanitari e di non apporre loro visti, come era stato fatto in precedenza per i residenti della Crimea. Questa è una palese discriminazione ed una violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali dell’uomo. Il diritto di scegliere liberamente la cittadinanza è garantito dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo del 1948, dalla Convenzione europea sulla cittadinanza del 1997 e da altri trattati internazionali. Inoltre, come risulta dalla summenzionata dichiarazione del Servizio europeo per l'azione esterna, l'Unione europea "è orgogliosa delle sue azioni".

Allo stesso tempo l'Unione europea mostra completa indifferenza quando si tratti delle gravi violazioni dei diritti linguistici ed educativi dei cittadini ucraini di lingua russa. È preoccupata per la sorte dei rappresentanti delle sole nazionalità in Ucraina che parlano le lingue degli Stati membri della UE. La UE critica la legislazione russa che semplifica la vita ai cittadini ucraini, ignorando completamente le innovazioni legislative e le azioni di Kiev che rendono questa vita insopportabile.

Esortiamo i nostri partner dell'Unione europea ad evitare questa totale doppiezza ed ipocrisia nella loro politica nei confronti dell'Ucraina ed al rispetto dei diritti umani in generale.

 

https://www.mid.ru/ru/foreign_policy/news/-/asset_publisher/cKNonkJE02Bw/content/id/4456725

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