venerdì 16 aprile 2021

Dichiarazione del Ministero degli Esteri russo sulle misure di ritorsione in relazione alle azioni ostili degli Stati Uniti



L'ultimo attacco al nostro paese intrapreso dall'amministrazione Biden non può ovviamente rimanere senza risposta. Washington, a quanto pare, non vuole sopportare il fatto che nelle nuove realtà geopolitiche non c'è posto per una dittatura unilaterale e gli scenari fallimentari del "contenimento di Mosca", su cui gli Stati Uniti continuano a puntare miopemente, sono irti di ulteriore degrado delle relazioni russo-americane.

In questo contesto gli appelli che risuonano dall'altra parte dell'oceano sull’astenersi da un escalation sono ipocriti ma in sostanza sono concordi sul fatto che stanno cercando di parlarci da una posizione di forza. Hanno ripetutamente avvertito ed in pratica dimostrato che le sanzioni e le altre pressioni non solo sono futili ma avranno anche conseguenze disastrose per coloro che decidono di portare avanti provocazioni di questa natura.

In risposta alle sanzioni anti-russe, nel prossimo futuro saranno introdotte le seguenti contromisure.

  • Sulla base della reciprocità, seguirà l'espulsione delle missioni diplomatiche statunitensi in misura commisurata all'azione svolta dalle autorità statunitensi contro i diplomatici russi.

A tale proposito abbiamo notato con quanta rapidità l'amministrazione americana "ha cantato insieme" a Varsavia, chiedendo la partenza di tre diplomatici russi dalla Polonia. A loro volta, cinque diplomatici polacchi verranno espulsi dalla Russia.

  • La pratica di utilizzare gli incarichi a breve termine dell'Ambasciata degli Stati Uniti attraverso il Dipartimento di Stato per garantire il funzionamento delle missioni diplomatiche viene limitata. Il rilascio dei relativi visti sarà ridotto al minimo: fino a 10 persone all'anno sulla base di reciprocità.
  • In stretta conformità con le Convenzioni di Vienna sulle relazioni diplomatiche e la legislazione russa, compreso il Codice del lavoro, saranno adottate misure per porre fine del tutto alla pratica di assunzione da parte delle missioni diplomatiche statunitensi di lavoratori amministrativi e tecnici tra i cittadini della Federazione Russa e di paesi terzi.
  • A causa di violazioni sistematiche da parte delle missioni diplomatiche statunitensi delle regole per i viaggi all'interno della Federazione Russa, il Memorandum d'intesa bilaterale del 1992 «Sulla comprensione delle «Terre aperte”» cessa.  
  • Si intende terminare le attività nella Federazione Russa delle fondazioni americane e delle ONG controllate dal Dipartimento di Stato e da altre agenzie governative americane. Questa attività, svolta a lungo e sistematicamente, terminerà soprattutto in considerazione del fatto che gli Stati Uniti non intendono ridurre la portata dei propri sforzi sovversivi, portati avanti sistematicamente e facendo affidamento su un'ampia base legislativa   
  • È palese che l'attuale situazione estremamente tesa implica la necessità oggettiva che gli ambasciatori di entrambi i nostri paesi siano nelle loro capitali per analizzare la situazione e mantenere consultazioni.

Questi passi sono solo una parte delle possibilità a nostra disposizione. Le minacce di introdurre nuove sanzioni nelle dichiarazioni della parte americana, mostrano purtroppo come Washington non vuole ascoltarci e non apprezzi la moderazione che abbiamo mostrato, nonostante l'alto grado di tensione che è stato volutamente gonfiato già durante la presidenza di Barack Obama.

Ricordiamo come dopo l'espulsione su larga scala di diplomatici russi nel dicembre 2016 ed il sequestro di proprietà diplomatiche russe negli Stati Uniti, non abbiamo intrapreso misure di ritorsione per sette mesi. La nostra reazione è seguita solo quando, nell'agosto 2017 la Russia, a livello legislativo, è stata dichiarata nemica dell'America.

In generale, rispetto alle missioni diplomatiche russe negli Stati Uniti, l'ambasciata americana a Mosca opera in condizioni più confortevoli, avendo un personale diplomatico più numeroso ed utilizzando attivamente il lavoro di cittadini russi. Questa è una forma di disparità che consente ai diplomatici "titolari" di liberare tempo per sforzi più mirati su una delle principali direzioni dottrinali della politica estera di Washington: l'interferenza nei nostri affari interni.

A tale proposito, i nomi di otto funzionari e figure di alto rango degli USA - attuali e passati - coinvolti nello sviluppo e nell'attuazione del corso anti-russo saranno presto pubblicati sul portale ufficiale del Ministero degli Esteri russo. È vietato loro di entrare nella Federazione Russa a tempo indeterminato. Questa è una risposta speculare alle sanzioni contro i funzionari russi che gli Stati Uniti hanno inserito nella “lista nera” il mese scorso.

Ora è tempo che gli Stati Uniti diano prova di prudenza abbandonando il corso del confronto. In caso contrario, verranno implementata una serie di decisioni molto dolorose per la parte americana, come, ad esempio, l'ordine di ridurre le missioni diplomatiche statunitensi a 300 persone il numero del personale in Russia. Ciò stabilirà una reale parità nelle missioni bilaterali all'estero, poiché finora, nel determinare la quota americana di 455 dipendenti, si contano le 155 persone inviate alla nostra missione permanente presso l'ONU a New York. Ma questa non è affatto una missione bilaterale.

Vi sono anche altre opzioni. Naturalmente comprendiamo i limiti della nostra capacità di "danneggiare" economicamente a specchio gli americani. Ma abbiamo alcune risorse in questo senso e saranno usate anche se a Washington si deciderà di muoversi lungo la spirale delle sanzioni.

Tutto questo non è una nostra scelta. Vorremmo evitare un'ulteriore escalation con gli Stati Uniti. Siamo pronti per un dialogo calmo e professionale con la parte americana nell'interesse di trovare i modi per normalizzare i legami bilaterali. Tuttavia la realtà è che da Washington sentiamo una cosa ed in pratica vediamo qualcosa di completamente diverso. Non dovrebbero esserci dubbi: nessuna ondata di sanzioni resterà impunita.

Naturalmente abbiamo ascoltato le dichiarazioni del presidente Biden sul suo interesse per relazioni "stabili, costruttive e prevedibili" con la Russia, compresa l'iniziativa di tenere un vertice russo-americano. Quando questa proposta è stata espressa è stata percepita positivamente e ora viene studiata nel contesto della reale situazione.

 

https://www.mid.ru/ru/foreign_policy/news/-/asset_publisher/cKNonkJE02Bw/content/id/4689067

 

 

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