Pubblicato il 10 maggio di
quest'anno il rapporto sui risultati del monitoraggio dell'integrazione del
ministero della Cultura estone mostra un netto deterioramento della situazione
della popolazione di lingua russa.
Il 29% dei rappresentanti della
popolazione non titolare dell'Estonia ritiene di "non essere il benvenuto
qui" (nel 2016 - solo il 16% degli intervistati). Il 38% dei non estoni si
considera "gente di seconda classe" in Estonia (2016 - 21%). Il 26%
degli intervistati ha dichiarato di non essere tollerato (2016-10%). Fino al
70% delle persone del gruppo target ritiene di non essere in grado di
influenzare in alcun modo lo sviluppo della società e dello Stato, un altro 73%
- che le loro prospettive di carriera sono ovviamente peggiori di quelle degli
estoni etnici. Rimane una forte dipendenza dell'avanzamento socio-economico e
di carriera dall'appartenenza nazionale e linguistica, dalla discriminazione
etnica in termini di salario; in media i non estoni in posizioni identiche
guadagnano il 15% in meno. Il 50% degli scolari che studiano in una lingua
estone non nativa ha difficoltà a padroneggiare il materiale educativo, pur
vivendo un grave stress
Tallinn ha scelto di attribuire
questi dati eloquenti alla pandemia del nuovo contagio da coronavirus. In
effetti, testimoniano il fallimento della riforma statale nel campo
dell'integrazione in Estonia. L'estonianizzazione forzata non contribuisce al
coinvolgimento armonioso delle minoranze nazionali nella società estone.
La reazione degli abitanti di lingua
russa dell'Estonia non si è fatta attendere. Сontro la manipolazione esplicita dei fatti e sull’evitamento dei
dati scomodi si sono espressi il deputato del Parlamento europeo Ja. Toom,
membro del Consiglio dell’associazione "Scuola russa dell’Estonia",
A. Lobov ed altri. A proposito del sistema educativo dell'Estonia ha osservato
che «una chiusura così massiccia delle scuole russe in Estonia avviene per la
prima volta in una lunga storia, persino durante l'occupazione tedesca negli
anni ' 40 le scuole russe non furono chiuse».
Le violazioni sistematiche dei
diritti educativi e di altri diritti delle minoranze nazionali da parte dell'Estonia
sono già state criticate più di una volta nei documenti dedicati delle
principali organizzazioni internazionali (ONU, OSCE, CE). Pertanto l'Alto
Commissario dell'OSCE per le minoranze nazionali L. Zanier ha riconosciuto la
natura discriminatoria della politica di Tallinn nei confronti della
"popolazione non titolare".
La Commissione europea contro il
razzismo e l'intolleranza e l'Ong Human Rights Watch hanno fornito dure
valutazioni sull'apolidia di massa, nonché sulle politiche educative e
linguistiche delle autorità estoni. L'Ong Amnesty International ha considerato
l'Ispettorato linguistico come un "organo punitivo", sottolineando
che le sue attività sono in conflitto con le norme generalmente riconosciute
contenute nella Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite.
Dobbiamo affermare con rammarico
che Tallinn continua a ignorare i suoi obblighi internazionali nel campo dei
diritti umani.
https://www.mid.ru/ru/foreign_policy/news/-/asset_publisher/cKNonkJE02Bw/content/id/4738226