giovedì 20 maggio 2021

Commento del rappresentante ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Russia M.V. Zacharova in relazione alla pubblicazione del rapporto sui risultati del monitoraggio dell'integrazione da parte del Ministero della Cultura dell'Estonia


 

Pubblicato il 10 maggio di quest'anno il rapporto sui risultati del monitoraggio dell'integrazione del ministero della Cultura estone mostra un netto deterioramento della situazione della popolazione di lingua russa.

Il 29% dei rappresentanti della popolazione non titolare dell'Estonia ritiene di "non essere il benvenuto qui" (nel 2016 - solo il 16% degli intervistati). Il 38% dei non estoni si considera "gente di seconda classe" in Estonia (2016 - 21%). Il 26% degli intervistati ha dichiarato di non essere tollerato (2016-10%). Fino al 70% delle persone del gruppo target ritiene di non essere in grado di influenzare in alcun modo lo sviluppo della società e dello Stato, un altro 73% - che le loro prospettive di carriera sono ovviamente peggiori di quelle degli estoni etnici. Rimane una forte dipendenza dell'avanzamento socio-economico e di carriera dall'appartenenza nazionale e linguistica, dalla discriminazione etnica in termini di salario; in media i non estoni in posizioni identiche guadagnano il 15% in meno. Il 50% degli scolari che studiano in una lingua estone non nativa ha difficoltà a padroneggiare il materiale educativo, pur vivendo un grave stress

Tallinn ha scelto di attribuire questi dati eloquenti alla pandemia del nuovo contagio da coronavirus. In effetti, testimoniano il fallimento della riforma statale nel campo dell'integrazione in Estonia. L'estonianizzazione forzata non contribuisce al coinvolgimento armonioso delle minoranze nazionali nella società estone.

La reazione degli abitanti di lingua russa dell'Estonia non si è fatta attendere. Сontro la manipolazione esplicita dei fatti e sull’evitamento dei dati scomodi si sono espressi il deputato del Parlamento europeo Ja. Toom, membro del Consiglio dell’associazione "Scuola russa dell’Estonia", A. Lobov ed altri. A proposito del sistema educativo dell'Estonia ha osservato che «una chiusura così massiccia delle scuole russe in Estonia avviene per la prima volta in una lunga storia, persino durante l'occupazione tedesca negli anni ' 40 le scuole russe non furono chiuse».

Le violazioni sistematiche dei diritti educativi e di altri diritti delle minoranze nazionali da parte dell'Estonia sono già state criticate più di una volta nei documenti dedicati delle principali organizzazioni internazionali (ONU, OSCE, CE). Pertanto l'Alto Commissario dell'OSCE per le minoranze nazionali L. Zanier ha riconosciuto la natura discriminatoria della politica di Tallinn nei confronti della "popolazione non titolare".

La Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza e l'Ong Human Rights Watch hanno fornito dure valutazioni sull'apolidia di massa, nonché sulle politiche educative e linguistiche delle autorità estoni. L'Ong Amnesty International ha considerato l'Ispettorato linguistico come un "organo punitivo", sottolineando che le sue attività sono in conflitto con le norme generalmente riconosciute contenute nella Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite.

Dobbiamo affermare con rammarico che Tallinn continua a ignorare i suoi obblighi internazionali nel campo dei diritti umani.

https://www.mid.ru/ru/foreign_policy/news/-/asset_publisher/cKNonkJE02Bw/content/id/4738226

 

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