venerdì 23 luglio 2021

Sulla presentazione da parte della Russia di un ricorso interstatale contro l'Ucraina alla Corte europea dei diritti dell'uomo


 

La Federazione Russa ha intentato una causa interstatale contro l'Ucraina presso la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU). Questo ricorso è in preparazione da molto tempo. Nel corso degli anni, dal colpo di stato illegittimo, la situazione dei diritti umani in Ucraina non solo non è migliorata, contrariamente alle aspettative dei "combattenti per l'indipendenza", ma si è degradata. Restano ignorati i crimini commessi dalle autorità del "Majdan" e dai loro complici proprio all'inizio della crisi in Ucraina: l'incendio doloso della Casa dei sindacati di Odessa, lo scatenamento, da parte di Kiev, della cosiddetta Operazione antiterrorismo contro i propri cittadini e la mancata chiusura dello spazio aereo che ha causato il disastro del volo MH-17 e altri crimini.

A queste violazioni si sono aggiunte nuove violenze che continuano sistematicamente fino ad oggi: l'ucrainizzazione totale dell'istruzione e dei media contraria agli obblighi internazionali nel campo della protezione dei diritti delle minoranze nazionali, la persecuzione dei giornalisti "indesiderati", il blocco idrico della Crimea e molto altro ancora: l'elenco è quasi infinito.

Tutto ciò testimonia, secondo la terminologia della CEDU, che in Ucraina si è instaurata una “pratica amministrativa” (sottolineo che questa è la terminologia della CEDU), il che significa connivenza sistematica a livello delle autorità ufficiali delle violazioni della Convenzione Europea per la Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali da parte non solo delle autorità, ma anche di singoli individui.

Perché questo è stato fatto dalla Federazione Russa adesso? Nel corso degli anni abbiamo ricevuto regolarmente richieste, appelli e persino suppliche da parte di cittadini e organizzazioni (sia russe che ucraine) per portare Kiev a rispondere dei suoi atti illegali davanti ad un tribunale internazionale. La critica è stata spesso mossa: l'Ucraina ha già intentato molte cause contro la Russia, quando sarà il turno della Russia? Tralasciando il contenzioso senza controllo di Kiev, che già di per sè è di natura maniacale, voglio sottolineare che la posizione misurata della Russia in tutti questi anni non è affatto un indicatore dell'assenza di argomenti o prove. Al contrario, è stata accumulata un'enorme quantità di materiale e questa fenomenale massa di prove verrà utilizzata in Tribunale: nulla è dimenticato, non importa qualunque cosa desideri Kiev.

Mosca ha costantemente aderito alla posizione secondo cui il coinvolgimento dei tribunali è una misura estrema che può essere utilizzata solo in casi eccezionali. Ciò è motivato, da un lato dall'atteggiamento rispettoso del nostro Paese nei confronti delle istanze internazionali, dall'altro dal desiderio di trovare altri mezzi pacifici per risolvere le controversie al di fuori dell'aula. Ma ogni pazienza finisce. La completa impunità del regime di Kiev (della quale letteralmente ne godeva) e l'inerzia delle strutture internazionali che hanno chiuso un occhio su numerose atrocità, ne hanno slegato le mani. Portando l'Ucraina alla responsabilità internazionale della violazione sistematica dei diritti umani (l'entità di queste atrocità è evidenziata anche dalle innumerevoli denunce individuali contro l'Ucraina), la Russia si batte per lo stato di diritto europeo, un valore chiave del Consiglio d'Europa. Ne abbiamo sentito tanto parlare.

Ci auguriamo che la Corte europea dei diritti dell'uomo dimostrerà indipendenza e apoliticità quando esaminerà la denuncia russa e studierà in dettaglio anche le prove presentate per le violazioni dei diritti umani da parte del regime di Kiev.

 

https://www.mid.ru/ru/foreign_policy/news/-/asset_publisher/cKNonkJE02Bw/content/id/4829411#3

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