sabato 19 marzo 2022

Dichiarazione del Ministero degli Esteri russo sull'avvio della procedura di ritiro dal Consiglio d'Europa


 

Gli stati della NATO e dell'Unione Europea, abusando della loro maggioranza nel Consiglio d'Europa (CoE), stanno costantemente trasformando questa organizzazione in uno strumento di politica anti-russa abbandonando il dialogo paritario e tutti i principi su cui è stata fondata questa struttura paneuropea. Il 25 febbraio di quest'anno hanno adottato una decisione discriminatoria volta a sospendere la rappresentanza della Russia negli organi statutari del Consiglio d'Europa.

In tali circostanze il nostro paese non rimarrà nel Consiglio d'Europa. Il 15 marzo di quest'anno il segretario generale, la signora Pejcinovic-Buric, ha ricevuto una notifica di ritiro della Federazione Russa dall'Organizzazione.

Coloro che ci costringono a fare questo passo avranno tutta la responsabilità della distruzione dello spazio comune umanitario e giuridico del continente e delle conseguenze per lo stesso Consiglio d'Europa, che senza la Russia perderà le sue coordinate paneuropee.

Quando entrammo nell'organizzazione. nel 1996, creata per rafforzare l'unità dei popoli europei la stessa si era posizionata come una struttura depoliticizzata destinata ad essere il pilastro umanitario-giuridico della Grande Europa da Lisbona a Vladivostok. La Russia si è sempre impegnata in una cooperazione paritaria all'interno del Consiglio d'Europa nell'interesse dei suoi cittadini. In questi anni, attraverso sforzi congiunti, molto è stato fatto per sviluppare la legislazione russa e la pratica di applicazione della legge, per rafforzare il sistema dei diritti umani nel nostro paese, anche introducendo le norme della Convenzione europea dei diritti umani (CEDU) e la pratica della Corte europea dei diritti umani (CEDU) nella legislazione russa.

Tuttavia, il potenziale unificante del Consiglio d'Europa è stato distrutto dalla NATO e dai paesi della UE. Vedono in questa organizzazione solo un mezzo di sostegno ideologico per la loro espansione politico-militare ed economica verso est e l'imposizione di un "ordine basato su regole" favorevoli e di fatto "un gioco senza regole". Le istituzioni del Consiglio d'Europa, compresa la Corte europea dei diritti dell'uomo, sono state sistematicamente utilizzate per esercitare pressioni sulla Russia e interferire nei suoi affari interni. L'organizzazione si è impantanata in due pesi e due misure. Il nostro desiderio di promuovere un'agenda unificante in linea con gli scopi e gli obiettivi stabiliti nella Carta del Consiglio d'Europa è stato accolto con un persistente rifiuto. In particolare tutti i tentativi di attirare l'attenzione sulla situazione della popolazione del Donbass che è stata sottoposta a barbari bombardamenti per otto anni sono stati accolti con un muro di indifferenza.

L'organizzazione ha effettivamente perso il suo carattere multidisciplinare, diventando una struttura per l'imposizione aggressiva di un approccio neoliberale ai diritti umani, in violazione dei principi e dei valori sanciti dalla Carta del Consiglio d’Europa e dalle convenzioni fondamentali.

Questo è il tipo di Consiglio d'Europa da cui ci separiamo senza rimpianti. Il ritiro del nostro paese da questa organizzazione non inciderà sui diritti e le libertà dei cittadini russi. La Costituzione della Federazione Russa non stabilisce per loro meno garanzie della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Le disposizioni dei principali strumenti giuridici del Consiglio d'Europa sono state ricomprese nella legislazione russa. L'attuazione delle sentenze già adottate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo continuerà a condizione che non siano in contraddizione con la Costituzione della Federazione Russa.

La Russia è parte dei principali trattati internazionali universali sui diritti umani conclusi nel quadro delle Nazioni Unite. Questi sono il Patto internazionale sui diritti civili e politici, il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, la Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, la Convenzione sui diritti del bambino e altri trattati che garantiscono una gamma più ampia di diritti umani e libertà rispetto ai documenti regionali del CoE.

Mentre lascia il Consiglio d'Europa la Russia rimane aperta ad un impegno pragmatico ed equo con i suoi membri su questioni di interesse reciproco e nel quadro di quelle convenzioni cui scegliamo di continuare a partecipare.

15.03.2022 

 

https://mid.ru/ru/foreign_policy/news/1804379/ 

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