LA SOLUZIONE AI PROBLEMI DELL'ADOZIONE INTERNAZIONALE PUO' VENIRE SOLO DA UN ACCORDO BILATERALE – ESPERTO
Ekateringburg, 19 aprile
/Corrispondente ITAR –TASS Vitalij Chalevin
Risolvere il
problema delle adozioni internazionali
si può solo attraverso un accordo bilaterale concluso tra il paese - donatore
e lo Stato in cui
i cittadini vogliono adottare un
bambino. Come riportato oggi
in un'intervista con il corrispondente ITAR-TASS, il membro del Consiglio dell'Istituto Europeo del Mediatore –
EOI - , il Primo mediatore della Verchovna Rada dell'Ucraina Nina Karpacheva, solo
in tali documenti possono essere
assegnati i diritti e gli
obblighi delle parti, nonché i meccanismi per proteggere i diritti dei bambini che sono stati adottati da cittadini
stranieri.
«La Convenzione
dell'Aia, che è stata intesa a beneficio
dei Paesi destinatari non prende in considerazione gli interessi dei Paesi donatori. Nei fatti, i nostri paesi, la Russia e l'Ucraina,
che sono Paesi donatori nell’adozione
internazionale, sono stati messi in
ginocchio. Oggi attraverso il richiamo dei fondi “UNICEF” ci costringono a ratificare
questa Convenzione. Solo la Russia l’ha ratificato, il Parlamento dell'Ucraina per sei volte ha già rifiutato la
ratifica. Io, come il Primo
difensore civico dell’Ucraina
insisto sul fatto che il nostro paese
non dovrebbe ratificare la Convenzione,
che non riflette gli interessi dei
bambini ucraini. Io sono per un accordo bilaterale e lo sviluppo dell’adozione
nazionale. Quest'ultima dovrebbe essere una priorità per i Governi
dei Paesi dello spazio ex sovietico» ha affermato la Karpacheva.
L’Ombudsman ha
osservato di non essere comunque contro l'adozione
internazionale, nel caso, per esempio, se l'Ucraina o la Russia non
possano per qualche motivo, ad
esempio, fornire cure mediche di
alta tecnologia ad un bambino o per
sottoporlo ad un lungo periodo di riabilitazione.
«L'adozione internazionale nei nostri paesi deve diventare una rara
eccezione che deve essere controllata a tutti i livelli di governo e delle varie
organizzazioni sociali. Purtroppo ho incontrato un certo numero di casi in cui bambini
russi e ucraini, sotto un’apparente azione umanitaria di adozione internazionale,
sono stati semplicemente venduti all'estero. Come risultato questi bambini sono
vittime di questa dubbia azione umanitaria» ha detto la Karpacheva.
Nina Karpacheva è il Primo Ombudsman per
i diritti umani alla Verchovna Rada ucraina.
Nella sua attività la Karpacheva è stata in grado
di commutare la pena di morte di un cittadino ucraino Viktor Mamontov prigioniero
a Bangkok, con la detenzione in patria, a far ritornare in patria, per ottenere
giustizia da parte del Tribunale la madre del giornalista ucciso Georgij Gongadze
nonostante l'atteggiamento negativo del Procuratore generale dell'Ucraina, ottenere
giustizia dalla Corte Costituzionale dell'Ucraina nel far riconoscere i crediti
da lavoro e delle proprietà dei cittadini dell'ex Unione Sovietica, obbligando
il Governo di Julija Tymoshenko e Mykola Azarov a pagare tali crediti. Karpacheva
prende parte alla riunione del Consiglio dell’EOI che si svolge a Ekaterinburg
19.04.2013