La guerra nel Donbass
durante il Campionato? E perché non farà nulla la Russia
Il campionato del mondo di calcio in Russia prende il via il
14 giugno 2018 e durerà esattamente un mese. Esattamente per questo mese le
mani di Mosca saranno legate a questo evento e, quindi, come già una volta sarà
il momento perfetto per attuare ogni provocazione contro di lei.
Siete pregati di notare che Washington, tanto ha fatto per la
sospensione della partecipazione della squadra nazionale russa alle Olimpiadi invernali
in Corea del Sud, praticamente non fa nulla per contrastare lo svolgimento in
Russia di un tale significativo torneo per la sua immagine come la coppa del
mondo di calcio. Il Regno Unito ha sussultato a causa dell’avvelenamento degli
Skripal’ chiedendo di boicottare il mondiale, ma non ha ricevuto il sostegno di
Washington. Non è che nasconde il diabolico intento di utilizzare il mondiale
di calcio per una nuova provocazione, questa volta nel Donbass?
Da Tskhinvali a Kiev
Come noi ancora ricordiamo l'invasione dell'esercito
georgiano dell’Ossezia del Sud, con il bombardamento della caserma delle forze
di pace russe, è stato iniziato l'8 agosto 2008, cioè il primo giorno di Giochi
olimpici estivi di Pechino, quando la dirigenza della Russia si trovava in casa
dell’amico Xi Jinping. Il calcolo era stato costruito sulla rapidità e sul
fatto che la leadership russa non sarebbe riuscita a reagire rapidamente alle
minacce ed i georgiani avrebbero avuto il tempo di bloccare il tunnel Roksij e
quindi condannare gli osseti ed i russi alla sconfitta
La medesima cosa accadde di nuovo nel 2014 quando in Russia organizzò
i Giochi olimpici invernali a Sochi. Proprio in quel periodo Washington aveva
progettato e realizzato la sceneggiatura del colpo di stato in Ucraina, un successo
prodotto in 20 giorni nel mese di febbraio 2014, cioè sotto il tendone della
festa dello sport
Ed ora torniamo ai nostri giorni. Fra un mese e mezzo la
Russia, ancora una volta ospiterà, una festa dello sport di prima grandezza. Ma
la Russia possiede molti punti deboli che gli Stati Uniti saranno in grado usare
per fare pressione. Ed uno dei più dolorosi è il Donbass dove, con l'aiuto delle
sue marionette di Kiev Washington sarà facilmente in grado di organizzare i
suoi mini giochi di guerra …
La Russia e gli USA
ancora non si parlano e questo è pericoloso
Se Vladimir Putin nell’autunno del 2017 «desiderava» incontrare
Washington, penso non sarebbe stata né la sospensione degli atleti russi, né la
provocazione di Salisbury e di Duma (Siria ndt), a fargli cambiare posizione ed
io oggi non avrei scritto queste righe. Ma Mosca si trovava e si trova da sola.
Non a caso il 30 aprile 2018 in Donbass è stato annullato il
regime ATO (Operazione antiterrorismo, definizione di Kiev dell’intervento
armato contro le popolazioni del Donbass ndt) ed al posto di questa è stata introdotta
direttamente la gestione del comando delle forze armate ucraine. E questo
semplifica notevolmente il comando dell'esercito da parte di Kiev, dandogli la
possibilità di agire a «sua» discrezione.
Ed in questo gli interessi di Kiev e di Washington possono coincidere
localmente. Per Kiev, alla vigilia dell'inizio della campagna elettorale (per
le presidenziali ndt), «una piccola vittoria» non farebbe male. Anche la
semplice occupazione di qualche paese o villaggio della Repubblica di Donezk sarà
data per «brillante vittoria» dell’esercito ucraino. Gli Stati Uniti hanno già
insegnato a Poroshenko come disegnare la vittoria e «distruggere il nemico». E
la macchina della propaganda occidentale aiuterà Poroshenko: si scatenerebbe
immediatamente una campagna antirussa su scala mondiale, per legare le mani al
Cremlino e non ammettere la sconfitta dell’arrogante Poroshenko. Sì, a
Washington non farebbe male una «little war» in modo da ripagare parzialmente
Mosca per la Siria. Ed ancora gli americani vogliono fortemente che gli alleati
di Mosca vedano che Mosca tollerare una sconfitta direttamente nei suoi
confini.
E me, a questo proposito, da molto fastidioso il forte
aumento della presenza in zona (Donbass ndt) di «istruttori» della NATO. E non
ci vanno per far del bene. Oh, proprio no.
Cosa potrà succedere
Ecco che i presupposti per iniziare una piccola guerra in
Donbass sono più che sufficienti. E qui è importante capire su quale scala Kiev
organizzerà la provocazione. Resta inteso che iniziare una guerra su vasta
scala, come nel 2014, non le sarà possibile. Lo scenario è gravido di
sconfitte, soprattutto dopo che Mosca potrebbe attivare nel conflitto le sue «riserve».
Ovviamente, anche dopo tutti gli armamenti e l'aiuto ricevuti
dalla NATO, l'esercito del regime di Kiev paga in questa guerra una sconfitta
schiacciante e l'effetto di tale impatto sarà proprio l'opposto. Semplicemente
scatenerà Mosca che avrà mani libere per ulteriori azioni.
D'altra parte breve e velocissima sarà l'operazione per la presa
di alcuni insediamenti civili da parte di Kiev e la risposta di Mosca in questo
caso ....
Sulla risposta di Mosca è necessario fermarsi in dettaglio. Ciò
che è importante è quali saranno gli insediamenti occupati e quanto rapidamente
l’esercito ucraino sarà in grado di occuparli. Se saranno quelli che si trovano
nella zona grigia ed ancor meglio nella zona di Debaltsevo, una ragione formale
per la risposta di Mosca non ci sarà. Qui dobbiamo ricordare che lo status di
Debaltsevo e degli insediamenti del suo circondano non è stato definito da
alcun accordo. Sono passati sotto il controllo delle Repubbliche (popolari ndt)
dopo la loro presa. Quindi, se Kiev prenderà rapidamente il controllo di alcuni
di questi e qui consoliderà le proprie posizioni otterrà esattamente ciò di cui
lei e Washington hanno bisogno e Mosca dovrà sopportarlo.
Sì, la presa di alcuni villaggi nella zona, per esempio,
Debaltsevo, metterà Mosca in una posizione molto brutta. Intervenire
apertamente nel conflitto significa consolidare il fronte unito degli Stati
Uniti e dell'Europa, che in questo caso quasi certamente si formerà. Non
interferire significa mostrare agli alleati e coloro che sono pronti a
diventarlo, che Washington è in grado di infliggere una sconfitta militare a
Mosca anche vicino ai suoi confini. Ed in diplomazia questo tipo di sconfitte
sono piene di conseguenze spiacevoli ...
La Coppa del Mondo in Russia si avvicina inesorabilmente. E
per questa si preparano non solo gli atleti, ma anche, a quanto pare, politici,
diplomatici e - militari. Sarei molto felice se tutto quello che ho scritto
sinora rimanesse solo una mia "speculazione". Sfortunatamente la
logica dello sviluppo del conflitto russo-americano suggerisce il contrario.
Washington semplicemente non "ha il diritto" di perdere un momento
così conveniente: è troppo allettante per sputtanare la Russia sui suoi confini
– questa volta deve approfittare del regime fantoccio ucraino e del suo
esercito che spende molti dollari USA.
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