mercoledì 2 maggio 2018

DONBASS: LA GUERRA DURANTE I MONDIALI DI CALCIO




La guerra nel Donbass durante il Campionato? E perché non farà nulla la Russia
 

Il campionato del mondo di calcio in Russia prende il via il 14 giugno 2018 e durerà esattamente un mese. Esattamente per questo mese le mani di Mosca saranno legate a questo evento e, quindi, come già una volta sarà il momento perfetto per attuare ogni provocazione contro di lei.

Siete pregati di notare che Washington, tanto ha fatto per la sospensione della partecipazione della squadra nazionale russa alle Olimpiadi invernali in Corea del Sud, praticamente non fa nulla per contrastare lo svolgimento in Russia di un tale significativo torneo per la sua immagine come la coppa del mondo di calcio. Il Regno Unito ha sussultato a causa dell’avvelenamento degli Skripal’ chiedendo di boicottare il mondiale, ma non ha ricevuto il sostegno di Washington. Non è che nasconde il diabolico intento di utilizzare il mondiale di calcio per una nuova provocazione, questa volta nel Donbass?

Da Tskhinvali a Kiev

Come noi ancora ricordiamo l'invasione dell'esercito georgiano dell’Ossezia del Sud, con il bombardamento della caserma delle forze di pace russe, è stato iniziato l'8 agosto 2008, cioè il primo giorno di Giochi olimpici estivi di Pechino, quando la dirigenza della Russia si trovava in casa dell’amico Xi Jinping. Il calcolo era stato costruito sulla rapidità e sul fatto che la leadership russa non sarebbe riuscita a reagire rapidamente alle minacce ed i georgiani avrebbero avuto il tempo di bloccare il tunnel Roksij e quindi condannare gli osseti ed i russi alla sconfitta

La medesima cosa accadde di nuovo nel 2014 quando in Russia organizzò i Giochi olimpici invernali a Sochi. Proprio in quel periodo Washington aveva progettato e realizzato la sceneggiatura del colpo di stato in Ucraina, un successo prodotto in 20 giorni nel mese di febbraio 2014, cioè sotto il tendone della festa dello sport

Ed ora torniamo ai nostri giorni. Fra un mese e mezzo la Russia, ancora una volta ospiterà, una festa dello sport di prima grandezza. Ma la Russia possiede molti punti deboli che gli Stati Uniti saranno in grado usare per fare pressione. Ed uno dei più dolorosi è il Donbass dove, con l'aiuto delle sue marionette di Kiev Washington sarà facilmente in grado di organizzare i suoi mini giochi di guerra …
 
La Russia e gli USA ancora non si parlano e questo è pericoloso


Se Vladimir Putin nell’autunno del 2017 «desiderava» incontrare Washington, penso non sarebbe stata né la sospensione degli atleti russi, né la provocazione di Salisbury e di Duma (Siria ndt), a fargli cambiare posizione ed io oggi non avrei scritto queste righe. Ma Mosca si trovava e si trova da sola.

Non a caso il 30 aprile 2018 in Donbass è stato annullato il regime ATO (Operazione antiterrorismo, definizione di Kiev dell’intervento armato contro le popolazioni del Donbass ndt) ed al posto di questa è stata introdotta direttamente la gestione del comando delle forze armate ucraine. E questo semplifica notevolmente il comando dell'esercito da parte di Kiev, dandogli la possibilità di agire a «sua» discrezione.

Ed in questo gli interessi di Kiev e di Washington possono coincidere localmente. Per Kiev, alla vigilia dell'inizio della campagna elettorale (per le presidenziali ndt), «una piccola vittoria» non farebbe male. Anche la semplice occupazione di qualche paese o villaggio della Repubblica di Donezk sarà data per «brillante vittoria» dell’esercito ucraino. Gli Stati Uniti hanno già insegnato a Poroshenko come disegnare la vittoria e «distruggere il nemico». E la macchina della propaganda occidentale aiuterà Poroshenko: si scatenerebbe immediatamente una campagna antirussa su scala mondiale, per legare le mani al Cremlino e non ammettere la sconfitta dell’arrogante Poroshenko. Sì, a Washington non farebbe male una «little war» in modo da ripagare parzialmente Mosca per la Siria. Ed ancora gli americani vogliono fortemente che gli alleati di Mosca vedano che Mosca tollerare una sconfitta direttamente nei suoi confini.

E me, a questo proposito, da molto fastidioso il forte aumento della presenza in zona (Donbass ndt) di «istruttori» della NATO. E non ci vanno per far del bene. Oh, proprio no.

Cosa potrà succedere

Ecco che i presupposti per iniziare una piccola guerra in Donbass sono più che sufficienti. E qui è importante capire su quale scala Kiev organizzerà la provocazione. Resta inteso che iniziare una guerra su vasta scala, come nel 2014, non le sarà possibile. Lo scenario è gravido di sconfitte, soprattutto dopo che Mosca potrebbe attivare nel conflitto le sue «riserve».

Ovviamente, anche dopo tutti gli armamenti e l'aiuto ricevuti dalla NATO, l'esercito del regime di Kiev paga in questa guerra una sconfitta schiacciante e l'effetto di tale impatto sarà proprio l'opposto. Semplicemente scatenerà Mosca che avrà mani libere per ulteriori azioni.

D'altra parte breve e velocissima sarà l'operazione per la presa di alcuni insediamenti civili da parte di Kiev e la risposta di Mosca in questo caso ....

Sulla risposta di Mosca è necessario fermarsi in dettaglio. Ciò che è importante è quali saranno gli insediamenti occupati e quanto rapidamente l’esercito ucraino sarà in grado di occuparli. Se saranno quelli che si trovano nella zona grigia ed ancor meglio nella zona di Debaltsevo, una ragione formale per la risposta di Mosca non ci sarà. Qui dobbiamo ricordare che lo status di Debaltsevo e degli insediamenti del suo circondano non è stato definito da alcun accordo. Sono passati sotto il controllo delle Repubbliche (popolari ndt) dopo la loro presa. Quindi, se Kiev prenderà rapidamente il controllo di alcuni di questi e qui consoliderà le proprie posizioni otterrà esattamente ciò di cui lei e Washington hanno bisogno e Mosca dovrà sopportarlo.

Sì, la presa di alcuni villaggi nella zona, per esempio, Debaltsevo, metterà Mosca in una posizione molto brutta. Intervenire apertamente nel conflitto significa consolidare il fronte unito degli Stati Uniti e dell'Europa, che in questo caso quasi certamente si formerà. Non interferire significa mostrare agli alleati e coloro che sono pronti a diventarlo, che Washington è in grado di infliggere una sconfitta militare a Mosca anche vicino ai suoi confini. Ed in diplomazia questo tipo di sconfitte sono piene di conseguenze spiacevoli ...

La Coppa del Mondo in Russia si avvicina inesorabilmente. E per questa si preparano non solo gli atleti, ma anche, a quanto pare, politici, diplomatici e - militari. Sarei molto felice se tutto quello che ho scritto sinora rimanesse solo una mia "speculazione". Sfortunatamente la logica dello sviluppo del conflitto russo-americano suggerisce il contrario. Washington semplicemente non "ha il diritto" di perdere un momento così conveniente: è troppo allettante per sputtanare la Russia sui suoi confini – questa volta deve approfittare del regime fantoccio ucraino e del suo esercito che spende molti dollari USA.



 

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