Klimkin ha parlato di «pressioni» su Lavrov nell’incontro
del «Quartetto Normandia»
Incontro del «Quartetto
Normandia» a Berlino, a cui hanno partecipato i ministri degli esteri di
Russia, Germania, Francia ed Ucraina, si è concluso la notte del 12 giugno. Nella
conferenza stampa dopo l'incontro il ministro degli esteri Ucraino Klimkin ha
detto che può «coordinare le pressioni» sulla posizione russa.
“Lo dobbiamo al popolo
dell'Ucraina orientale per far ripartire il processo di pace, dice @HeikoMaas.
Ciò che il Ministro degli Esteri sta facendo oggi nei negoziati in Normandia:
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- Auswärtiges Amt
(@AuswaertigesAmt) 11 giugno
2018
«L'incontro di oggi, dopo
una lunga pausa è stato davvero utile. Ha dimostrato che noi, insieme con la
Francia e la Germania siamo in piedi — abbiamo una chiara posizione comune su
tutte le questioni. Siamo in grado di fare pressioni sulla posizione russa.
Oggi, in particolare, sul signor Lavrov. Ed in alcuni casi ha dovuto ammettere
che la posizione su singole voci deve essere in futuro discussa, che abbiamo
bisogno di ulteriori discussioni», — ha detto Klimkin.
Si noti come, oltre a
discutere lo scambio di prigionieri, le parti hanno sollevato la questione
della missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite nel Donbass, ma
per la prima volta i ministri degli esteri di Francia e Germania hanno
chiaramente collegato il tema dei peacekeepers all'attuazione degli accordi di
Minsk.
Il ministro francese Jean-Yves
Le Drian ha detto che i peacekeeper delle Nazioni Unite possono entrare nel
Donbass solo dopo i progressi negli accordi di Minsk.
"Dobbiamo riuscire ad implementare gli accordi di
Minsk, dopo di che possiamo prendere in considerazione un'operazione di
mantenimento della pace", ha detto in una conferenza stampa successiva
all'incontro.
Il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha dichiarato
che le parti dovrebbero discutere il tema delle forze di pace a livello di direzioni
politiche.
«Per quanto attiene le
condizioni della presenza di una missione delle Nazioni Unite nella parte
orientale dell'Ucraina, abbiamo affidato alle nostre direzioni politiche lo
svolgimento di ulteriori consultazioni entro la prossima settimana», ha detto
il capo del ministero degli esteri tedesco, parlando in conferenza stampa
finale a Berlino.
Il Ministro degli Esteri
russo Sergej Lavrov ha criticato le idee degli Stati Uniti per una missione di
pace nel Donbass. Egli ha sottolineato che la proposta di trasformare la
missione in «una sorta di comando politico-militare, che dovrà assumere il
controllo di tutto il territorio delle Repubbliche di Donezk e Lugansk»
distrugge completamente l'Accordo di Minsk. Inoltre, il responsabile del Ministero
degli Esteri russo ha rimproverato Kiev di non attuare gli Accordi di Minsk.
Il maggior progresso è stato
fatto nella discussione relativa alle questioni umanitarie. In particolare, il
ministro tedesco ha dichiarato la volontà di stanziare fondi per lo sminamento dei
territori del Donbass.
«Le infrastrutture civili,
come la stazione di filtraggio di Donezk, devono essere meglio protette», ha
detto il ministro francese. Secondo Le Drian, le decisioni che saranno prese sul
caso di questa stazione, in futuro potrebbero essere usate come modello per
garantire la sicurezza di altre infrastrutture.
«Abbiamo confermato la
priorità di risolvere i problemi umanitari, prestando attenzione ai negoziati
per la liberazione dei detenuti. Questo è stato il tema della discussione tra i
presidenti Putin e Poroshenko, quando il presidente dell'Ucraina ha telefonato
al Presidente della Russia durante la visita di Vladimir Vladimirovich Putin in
Cina» ha detto Lavrov.
In questo modo il tema dell’attuazione
degli Accordi di Minsk ha avuto rilevanza, nonostante le dichiarazioni dei
politici ucraini. Ricordiamo che l’8 giugno, il presidente dell'Ucraina
Poroshenko aveva dichiarato che il formato dei colloqui di Minsk per risolvere
il conflitto nel Donbass non esisteva più.
Il giorno prima il ministro
degli interni Ucraino Avakov aveva detto che il processo negoziale di Minsk per
risolvere la situazione in Donbass era morto, perché non risolve i problemi
dell'Ucraina e crea un congelamento del conflitto.
«Il processo di Minsk ha
giocato il suo ruolo e ad oggi è morto. Il processo di Minsk nella forma in cui
è attualmente non risolve i problemi dell'Ucraina. Questa è una situazione stretta,
di conflitto congelato», — ha detto Avakov giovedì al IX Forum nazionale di
Kiev.
Il giorno antecedente, il 6
giugno, Avakov aveva spiegato il suo schema di filtraggio degli abitanti del
Donbass.
Il 10 maggio Avakov aveva
dichiarato che il suo ufficio aveva iniziato a lavorare su un piano di occupazione
del Donbass che dovrebbe essere pronto nell'estate di
quest'anno.
Si noti come l’8 giugno il
Segretario generale delle Nazioni Unite ha sottolineato la necessità di
ottemperare agli accordi di Minsk nel Donbass.
Precedentemente il 6 giugno,
il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha adottato una risoluzione in cui ha
denunciato la violazione del regime del cessate il fuoco in Donbass.
Per tutto questo le
dichiarazioni di Klimkin su «pressioni» sul responsabile del Ministero degli
esteri Russo Sergej Lavrov assume ancora una volta la retorica anti-russa,
mentre i rappresentanti di Germania e Francia nel corso dell’incontro hanno
confermato l'impegno di dar corso all’esecuzione degli Accordi di Minsk, che
ancora una volta lo scorso 5 giugno il presidente Russo Vladimir Putin ha
ricordato nell’incontro con il cancelliere Austriaco Sebastian Kurtz.
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