lunedì 2 luglio 2018

«VOI SIETE LA NOSTRA UNICA SPERANZA»: LETTERA DEI SERBI DEL KOSOVO A PUTIN



«VOI SIETE LA NOSTRA UNICA SPERANZA»: I SERBI DEL KOSOVO HANNO SCRITTO UNA LETTERA A PUTIN

Il movimento dei serbi del Kosovo e Metohija «Patria», il 28 giugno – nel giorno in cui i serbi ricordano una delle date più importanti della loro storia nazionale — Vidovdan (*) è stata pubblicata una lettera aperta al Presidente della Russia Vladimir Putin con la richiesta di utilizzare tutti i mezzi diplomatici per fermare la legalizzazione del separatismo albanese nel sud della provincia della Serbia. Ricordiamo che a Bruxelles il 23 giugno è iniziato un nuovo round di colloqui tra le autorità serbe ed i separatisti kosovari in cui l'unico risultato accettabile di cui Pristina in anticipo ha annunciato il riconoscimento dell'indipendenza da parte di Belgrado, mentre la parte serba insiste su una sorta di «compromesso». I dettagli dei colloqui il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic ha promesso di informare il pubblico solo dopo che gli sarà chiaro se è possibile questo compromesso o meno.

L’Appello a Putin ricevuto da EA Daily. Pubblichiamo il testo integrale.


Signor Presidente,

ci rivolgiamo a Voi nell'occasione di questo giorno santo per tutti i serbi (Vidovdan) è la drammatica situazione politica in cui viviamo, noi serbi del Kosovo e Metohija. Abbiamo trovato la possibilità di scriverVi poiché siete un nostro amico sincero. Voi probabilmente ricordate che i serbi della provincia serba del sud il 15 marzo 2011, alla presenza di oltre cinquecento persone, nella Casa della cultura nel distretto amministrativo di Zubin-Potok hanno preso la decisione di dichiararVi nostro cittadino onorario. L’Attestato è stato consegnato all'allora capo della cancelleria dell'Ambasciata della Federazione Russa a Pristina Andrej Shogorov che ha promesso di consegnarvelo durante la Vostra visita a Belgrado del 23 marzo 2011. Siamo sicuri che ciò è stato fatto.

Nella storia delle relazioni russo-serbe molti sono stati i momenti in cui i serbi si sono lamentati presso i governanti russi dei loro numerosi nemici. Dai veneziani ai turchi, ai tedeschi e i molti altri casi. Ma per la prima volta nella loro storia i serbi soffrono per l’eccesso di complicità dei propri governanti.

Con un Decreto del Presidente della Repubblica di Serbia sono stati chiusi gli organi del potere statale (serbi) in Kosovo e Metohija. Ai separatisti sono stati affidati il sistema della giustizia, la polizia e la protezione della popolazione civile. Belgrado ha accettato il prefisso telefonico di Pristina e l’adesione (del Kosovo) al Comitato olimpico Internazionale. I giudici serbi giurano in nome del presidente della repubblica del Kosovo Hashim Thaci che fondatamente è sospettato di commercio illegale di organi umani. Questo equivale a dire come se in Russia i giudici russi in Cecenia avessero il permesso del Cremlino dopo avere prestato giuramento a Shamil Basaev o Doku Umarov. O come se la Federazione Russa autorizzasse il Daghestan ad avere un proprio prefisso internazionale o il Tatarstan ad iscriversi autonomamente al Comitato olimpico Internazionale. Il confine tra Kosovo e Metohija ed il resto della Serbia è stato istituito con il consenso di Belgrado è protetto più solidamente che il confine tra Russia ed Ucraina.

Ora il presidente della Repubblica di Serbia si prepara a firmare un trattato di pace omnicomprensivo con i separatisti di Pristina e questo - de facto e de jure significa la piena secessione del Kosovo e Metohija dalla Serbia. Abbiamo già menzionato ad Hashim Thaci che non nasconde, dichiarandolo, che dopo la conclusione di questo accordo l’auto-proclamata repubblica del Kosovo diventerà un membro della NATO. Si dice che l'Occidente gliel’abbia promesso.

La ragione di un tale eccesso di complicità da parte del presidente della Serbia risiede nella promessa data all’Occidente quando è salito al potere. Il tragico destino del defunto primo ministro Serbo Zoran Djindjic ha dato una chiara dimostrazione ad Aleksandar Vucic di quello che accade a coloro che le promesse non le mantengono. Le autorità a Belgrado convincono i cittadini della Serbia che dando il Kosovo e Metohija, potranno garantire loro una vita migliore dopo aver raggiunto l’ammissione nella UE.

Quasi tutti i mass media in Serbia sostengono il regime, noi sottolineano come Alexandar Vucic sia russofilo, vantandosi di avervi già incontrato ben 13 volte. Sottolineando il rapporto di amicizia con la Federazione Russa vuole mostrare che una tale politica nei confronti della provincia meridionale serba ha il Vostro sostegno. Sappiamo che non è così poiché molte volte abbiamo sentito dalla Vostra voce che lo status del Kosovo e Metohija deve essere determinato in conformità con la Risoluzione 1244. Eccessivamente accomodante — non useremo espressioni più forti - non risponde allo spirito della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite ed è in contrasto con la Costituzione della Repubblica di Serbia. Strano che il governo di Belgrado chieda alla Federazione Russa di impedire l’ingresso del «Kosovo» nell’UNESCO o nell'Interpol, mentre si dà la possibilità al «Kosovo» di diventare membro di numerose istituzioni ed organizzazioni internazionali.

Non sta a noi giudicare le relazioni russo-serbe ma dobbiamo notare come in Serbia, implicitamente, vengano creati ostacoli per gli investimenti russi, per non riconoscere lo status diplomatico al Centro umanitario di Niš, come il governo di Belgrado riconosca la Crimea come ucraina e non russa. Se Vi dicono che la ragione sta nel Kosovo e Metohija non è così. La verità è che non vogliono rovinare i rapporti con l'Occidente
Egregio Signor Presidente

Noi, i serbi del Kosovo e Metohija, sappiamo che la vostra missione nel rapporto con le autorità di Belgrado deve essere morbida perché è necessario convincerli che tutto è chiaro a tutti: cosa c'è di meglio se il territorio della Serbia è maggiore e non minore. E’ necessario spiegare loro chenon potrà esserci alcuna integrazione con l'Europa che potrà compensare la perdita del territorio che è la culla della spiritualità e sovranità serba. E tutto questo a causa del fatto che il nostro presidente si è spinto troppo lontano nella separazione del Kosovo e Metohija dallo Stato.

Vorremmo chiederVi, nel caso in cui Belgrado firmi un completo trattato di pace con i separatisti e venga chiesto un seggio nell'ONU per l'auto-proclamata repubblica del Kosovo, di non acconsentire a questo. Fino a quando esisterà la Risoluzione 1244, in cui è detto che il Kosovo e Metohija è Serbia, sarà Serbia.

Ogni potere non è eterno e questo anche per quello attuale di Belgrado. Speriamo che qualche futuro potere in Serbia annulli tutti gli accordi anti-costituzionali ed anti-stato firmati dall'attuale regime. E fino ad allora, Voi sarete la nostra unica speranza affinché l'auto-proclamata repubblica del Kosovo non sarà mai riconosciuta a livello internazionale.

Kosovska Mitrovica, 28.06.2018

Movimento popolare del Kosovo e Metohija «Patria»
Il Presidente Slavisha Ristič





(*) Il 28 giugno 1389 la tradizione religiosa e nazionale vuole che la Serbia abbia combattuto contro l'Impero Ottomano nella Battaglia di Kosovo Polje

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