«VOI SIETE LA NOSTRA UNICA
SPERANZA»: I SERBI DEL KOSOVO HANNO SCRITTO UNA LETTERA A PUTIN
Il
movimento dei serbi del Kosovo e Metohija «Patria», il 28 giugno – nel giorno
in cui i serbi ricordano una delle date più importanti della loro storia
nazionale — Vidovdan (*) è stata pubblicata una lettera aperta al Presidente
della Russia Vladimir Putin con la richiesta di utilizzare tutti i mezzi
diplomatici per fermare la legalizzazione del separatismo albanese nel sud
della provincia della Serbia. Ricordiamo che a Bruxelles il 23 giugno è
iniziato un nuovo round di colloqui tra le autorità serbe ed i separatisti kosovari
in cui l'unico risultato accettabile di cui Pristina in anticipo ha annunciato
il riconoscimento dell'indipendenza da parte di Belgrado, mentre la parte serba
insiste su una sorta di «compromesso». I dettagli dei colloqui il presidente
della Serbia, Aleksandar Vucic ha promesso di informare il pubblico solo dopo
che gli sarà chiaro se è possibile questo compromesso o meno.
L’Appello a Putin ricevuto da
EA Daily. Pubblichiamo il testo integrale.
Signor Presidente,
ci rivolgiamo a Voi nell'occasione
di questo giorno santo per tutti i serbi (Vidovdan) è la drammatica situazione
politica in cui viviamo, noi serbi del Kosovo e Metohija. Abbiamo trovato la
possibilità di scriverVi poiché siete un nostro amico sincero. Voi
probabilmente ricordate che i serbi della provincia serba del sud il 15 marzo
2011, alla presenza di oltre cinquecento persone, nella Casa della cultura nel distretto
amministrativo di Zubin-Potok hanno preso la decisione di dichiararVi nostro
cittadino onorario. L’Attestato è stato consegnato all'allora capo della
cancelleria dell'Ambasciata della Federazione Russa a Pristina Andrej Shogorov
che ha promesso di consegnarvelo durante la Vostra visita a Belgrado del 23
marzo 2011. Siamo sicuri che ciò è stato fatto.
Nella storia delle relazioni
russo-serbe molti sono stati i momenti in cui i serbi si sono lamentati presso
i governanti russi dei loro numerosi nemici. Dai veneziani ai turchi, ai tedeschi
e i molti altri casi. Ma per la prima volta nella loro storia i serbi soffrono
per l’eccesso di complicità dei propri governanti.
Con un Decreto del Presidente
della Repubblica di Serbia sono stati chiusi gli organi del potere statale
(serbi) in Kosovo e Metohija. Ai separatisti sono stati affidati il sistema
della giustizia, la polizia e la protezione della popolazione civile. Belgrado
ha accettato il prefisso telefonico di Pristina e l’adesione (del Kosovo) al Comitato
olimpico Internazionale. I giudici serbi giurano in nome del presidente della
repubblica del Kosovo Hashim Thaci che fondatamente è sospettato di commercio
illegale di organi umani. Questo equivale a dire come se in Russia i giudici
russi in Cecenia avessero il permesso del Cremlino dopo avere prestato giuramento
a Shamil Basaev o Doku Umarov. O come se la Federazione Russa autorizzasse il
Daghestan ad avere un proprio prefisso internazionale o il Tatarstan ad
iscriversi autonomamente al Comitato olimpico Internazionale. Il confine tra
Kosovo e Metohija ed il resto della Serbia è stato istituito con il consenso di
Belgrado è protetto più solidamente che il confine tra Russia ed Ucraina.
Ora il presidente della
Repubblica di Serbia si prepara a firmare un trattato di pace omnicomprensivo con
i separatisti di Pristina e questo - de facto e de jure significa la piena secessione
del Kosovo e Metohija dalla Serbia. Abbiamo già menzionato ad Hashim Thaci che non
nasconde, dichiarandolo, che dopo la conclusione di questo accordo l’auto-proclamata
repubblica del Kosovo diventerà un membro della NATO. Si dice che l'Occidente gliel’abbia
promesso.
La ragione di un tale
eccesso di complicità da parte del presidente della Serbia risiede nella
promessa data all’Occidente quando è salito al potere. Il tragico destino del
defunto primo ministro Serbo Zoran Djindjic ha dato una chiara dimostrazione ad
Aleksandar Vucic di quello che accade a coloro che le promesse non le
mantengono. Le autorità a Belgrado convincono i cittadini della Serbia che
dando il Kosovo e Metohija, potranno garantire loro una vita migliore dopo aver
raggiunto l’ammissione nella UE.
Quasi tutti i mass media in
Serbia sostengono il regime, noi sottolineano come Alexandar Vucic sia russofilo,
vantandosi di avervi già incontrato ben 13 volte. Sottolineando il rapporto di
amicizia con la Federazione Russa vuole mostrare che una tale politica nei
confronti della provincia meridionale serba ha il Vostro sostegno. Sappiamo che
non è così poiché molte volte abbiamo sentito dalla Vostra voce che lo status
del Kosovo e Metohija deve essere determinato in conformità con la Risoluzione
1244. Eccessivamente accomodante — non useremo espressioni più forti - non
risponde allo spirito della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
unite ed è in contrasto con la Costituzione della Repubblica di Serbia. Strano
che il governo di Belgrado chieda alla Federazione Russa di impedire l’ingresso
del «Kosovo» nell’UNESCO o nell'Interpol, mentre si dà la possibilità al
«Kosovo» di diventare membro di numerose istituzioni ed organizzazioni internazionali.
Non sta a noi giudicare le
relazioni russo-serbe ma dobbiamo notare come in Serbia, implicitamente, vengano
creati ostacoli per gli investimenti russi, per non riconoscere lo status diplomatico
al Centro umanitario di Niš, come il governo di Belgrado riconosca la Crimea come
ucraina e non russa. Se Vi dicono che la ragione sta nel Kosovo e Metohija non
è così. La verità è che non vogliono rovinare i rapporti con l'Occidente
Egregio Signor Presidente!
Noi, i serbi del Kosovo e Metohija, sappiamo
che la vostra missione nel rapporto con le autorità di Belgrado deve essere morbida
perché è necessario convincerli che tutto è chiaro a tutti: cosa c'è di meglio
se il territorio della Serbia è maggiore e non minore. E’ necessario spiegare
loro chenon potrà esserci alcuna integrazione con l'Europa che potrà compensare
la perdita del territorio che è la culla della spiritualità e sovranità serba.
E tutto questo a causa del fatto che il nostro presidente si è spinto troppo
lontano nella separazione del Kosovo e Metohija dallo Stato.
Vorremmo chiederVi, nel caso
in cui Belgrado firmi un completo trattato di pace con i separatisti e venga
chiesto un seggio nell'ONU per l'auto-proclamata repubblica del Kosovo, di non acconsentire
a questo. Fino a quando esisterà la Risoluzione 1244, in cui è detto che il
Kosovo e Metohija è Serbia, sarà Serbia.
Ogni potere non è eterno e
questo anche per quello attuale di Belgrado. Speriamo che qualche futuro potere
in Serbia annulli tutti gli accordi anti-costituzionali ed anti-stato firmati
dall'attuale regime. E fino ad allora, Voi sarete la nostra unica speranza affinché
l'auto-proclamata repubblica del Kosovo non sarà mai riconosciuta a livello
internazionale.
Movimento popolare del
Kosovo e Metohija «Patria»
Il Presidente Slavisha Ristič
(*)
Il 28 giugno 1389 la tradizione religiosa e nazionale vuole che la Serbia abbia
combattuto contro l'Impero Ottomano nella Battaglia di Kosovo Polje
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