FREE MARIA BUTINA!
Oggi, 16 agosto, il personale dell'Ambasciata per
l'ennesima volta ha visitato nel carcere di Washington Maria Butina. Gi esiti
della visita saranno oggetto di una nota al Dipartimento di stato con la
richiesta di interrompere la pressione psicologica e l'umiliazione a cui è
esposto la cittadina russa.
L'amministrazione del carcere ha ripreso la regolare pratica
disumana dei controlli - ogni 15 minuti – notturni. Tale modalità si applica per
indurre al suicidio di un detenuto. Maria non ha dato motivo di considerare la
cosa ma rimane evidente il tentativo di spezzare la sua volontà.
La cittadina russa viene ancora privata della passeggiata
all'aria aperta. Dopo ogni incontro con i visitatori – avvocati, il personale
dell'Ambasciata ed i conoscenti – è sottoposta ad ispezione personale con la
completa spogliazione. In uno dei giorni passati ciò è successo senza
giustificazione per tre volte.
In violazione di tutte le norme umanitarie a Maria è
stato negato di ricevere lettere in russo, sotto il pretesto che esse
contengono «messaggi in codice». In realtà l'amministrazione solamente non si
preoccupa di cercare un traduttore.
L’assistenza medica adeguata viene negata. Il gonfiore
ad un piede, a causa del freddo costante in cella, progredisce. Al posto del trattamento
medico a Maria vengono forniti solamente antidolorifici. Ha iniziato a
zoppicare.
La costituzione, da parte delle autorità americane, di
simili condizioni di detenzione di una nostra cittadina, peraltro non condannata
ma in stato di «sospetto», è inaccettabile. Questa orgia di russofobia alimentata
nei social network americani e nel mainstream, echeggiano sempre di più i
processi americani alle streghe del 17° secolo.
Maria si mantiene forte e la sua determinazione a
difendere la sua innocenza si rafforza. Ci ha detto di comunicare che presto
sarà creato un Fondo per la sua difesa. Tutti coloro che vogliono sostenere, in
grado di trasferire i fondi per l'assistenza legale attraverso il sito web
dedicato.
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