lunedì 6 agosto 2018

Giornalisti in Ucraina uccisi e messi in prigione a causa della verità



Giornalisti in Ucraina uccisi e messi in prigione a causa della verità
Zachar Vinogradov, commentatore RIA Novosti

Domani, 6 agosto, sarà il quarto anniversario della morte del fotoreporter Andrej Stenin, morto nel Donbass in circostanze poco chiare. La triste data quasi si sovrappone alle altre. In questo stesso giorno a Kiev sarà considerata la richiesta di rinnovo dell’arresto del Redattore capo del portale RIA Novosti Ucraina, Kirill Vyshinskij ed il 9 agosto si terrà l’udienza del Tribunale per gli imputati dell'omicidio del giornalista e scrittore Oles’ Byzina.
Tutte queste date uniscono non solo la geografia del luogo di eventi, ma soprattutto – la responsabilità, diretta o indiretta, del regime ucraino.

Agosto 2014

In quei giorni con Kirill eravamo andati a Donezk per lavoro – io della nostra redazione di Mosca, lui da RIA Novosti Ucraina. Viaggiavano nella guerra civile come normali passeggeri di un treno Kiev - Donezk. Allora era ancora possibile: tra i due centri belligeranti come se nulla fosse accaduto il treno faceva la spola. Ora questo mi sembra assurdo - una linea ferroviaria ordinaria poteva attraversare la linea del fronte ed essere lì dove le forze Armate dell'Ucraina sparavano con un fuoco di sbarramento sui quartieri residenziali. La guerra era guerra ed il treno era in orario.
A Donezk eravamo andati ad ispezionare uno dei quartieri della città, che giorni prima era stato sottoposto ad un pesante fuoco di artiglieria (ucraina ndt). Sul posto abbiamo trovato condomini con appartamenti forati di proiettili come fossero stati scoperchiati: letti disfatti, cucina rotte e lettini di bambini intatti …
A Donezk, Kirill e io arrivammo con lo stesso obiettivo, assolutamente giornalistico, di sapere, di vedere in prima persona cos'è una vera guerra civile, di parlare con la gente - sia quelli che sono in guerra sia quelli che mandano alla morte. Quindi abbiamo scritto articoli per le nostre pubblicazioni. Ora, come mi dicono i colleghi ucraini, quel viaggio di lavoro è servito a Kirill Vyshinskij per "cucirli” addosso la qualifica di terrorista. Cazzate, folle invenzione di una fantasia malata della SBU (SBU Servizi ucraini ndt).
Poi, essendo a Donezk, abbiamo appreso che del nostro collega, il fotografo corrispondente Andrej Stenin, non si avevano più notizie della sua presenza nella zona di combattimento. I nostri tentativi di sapere qualcosa a Donezk non avevano avuto successo, c'erano voci secondo cui un gruppo di giornalisti sarebbe stato catturato dai radicali di destra che partecipano alla cosiddetta operazione antiterrorism0. Allora casi come questi erano piuttosto frequenti.

Provare ad andarli a cercarli era possibile solo da Kiev, per questo interrompemmo subito il viaggio, dato che lo stesso treno passeggeri con il quale arrivammo sarebbe ritornato nella capitale ucraina. Tutti i nostri tentativi attraverso amici, conoscenti, fonti delle forze dell'ordine e servizi speciali di trovare tracce di Stenin si sono dimostrati inefficaci. Nessuno sapeva niente. O così hanno presentato la questione a noi.

Ma c'era una speranza che Andrej fosse ancora vivo, che si trovasse in qualche cantina adattata dai radicali a prigione, c'era la speranza che lo avremmo ritrovato aiutandolo a uscire da questo orrore. Ma tutto fu invano

La prima notizia sulla morte di Stenin è stata riportata dall’ex deputato e successivamente curatore del sito scandaloso "Mirotvorec" Anton Geraschenko. Peraltro non l’ha nemmeno detto, li ha lasciato intendere in una conversazione con un corrispondente di RIA Novosti Ucraina.

Sbottò così all’improvviso affinché non cercassimo Stenin, e inutilmente non ha mobilitato le forze dell'ordine, dicendo che non era vivo. Poi, quando gli abbiamo chiesto di dirci di più, ha cercato di rimangiarsi le parole. Ma le sue rivelazioni sono state registrate su un registratore e alla fine ha dovuto ammettere che il nostro collega era morto. Come e perché è rimasto sconosciuto, così come Gerashchenko abbia appreso per la prima volta questo ..

Dopo un paio di settimane, già a Mosca, ho intensamente osservato le fotografie di Stenin, in particolare quelle che aveva dedicato al Majdan ed al conflitto nell'est del paese. La fotocamera cattura solo ciò che sta accadendo: i dettagli, l'angolatura, la gente, ma nelle mani di Stenin lui era animato a trasmettere quello che importava di più al fotoreporter, il dolore, l'indignazione, la curiosità. Questo è un dono raro per il foto corrispondente - riflettere i sentimenti che riprende. Ed ancora, come adesso mi sembra che in queste immagini 2014 si intravveda una sorta di destino, un presagio della sventura.

Aprile 2015

Un altro viaggio di lavoro a Kiev è stata come sempre pieno di incontri, nuove conoscenze, colloqui su come vive, in condizioni di forte nazionalismo, la capitale dell'Ucraina. La mattina del 16 aprile 2015 mi ha chiamato un collega, la notizia colpiva come un colpo d’ascia: solo che le notizie riferivano - ucciso un nostro collega, lo scrittore e pubblicista Oles’ Buzina.
Con Buzina ci conoscevamo sin prima della guerra (di Ucraina ndt). Era onesto, sincero e caloroso. In lui tutto questo, come in ogni persona di talento, ce n’era molto. E per la sua onestà, senza compromessi, era diventato ripetutamente bersaglio di attacchi da parte dei radicali. E sapeva come difendersi - sia in una polemica che in una rissa.
Quel giorno semplicemente si era deciso di ucciderlo all'ingresso della sua casa
E ' stato davvero uno scrittore di talento, con uno stile ed una lingua originali. Ora questo si può dire apertamente — c’è stato un momento in cui a Oles hanno proposto di diventare capo redattore del portale RIA Novosti Ucraina. All'inizio ha accettato ed anche iniziato a lavorare, ma poi, ripensandoci, dopo aver ponderato il tutto attentamente, ha reclinato la proposta. Le ragioni erano diverse - , in primo luogo, aveva grandi progetti creativi, in secondo luogo non voleva essere coinvolto nella continua disputa su chi ha ragione e chi ha torto per ciò che accade nella sua Patria. Al posto di Oles redattore capo fu nominato Kirill Vysinskij. Ora Oles’ è stato ucciso e Kirill è in prigione.

Luglio 2018

Nessuno ha richiamato l'attenzione sulla strana coincidenza di date, può essere, solo che mi sono scoraggiato. Il 13 luglio di quest'anno, Oles’ Buzina avrebbe compiuto 49 anni. Ed esattamente lo stesso giorno il tribunale di Kherson ha prolungato l’arresto di Kirill di altri 60 giorni.

Quello di cui viene accusato Kirill è ridicolo ed assurdo. Per quanto ne so dai racconti colleghi ucraini, che hanno assistito agli interrogatori, si parla di pubblicazioni di inizio 2014, quando Kitill ancora non era stato nominato redattore capo. Ma anche fosse cosa cambierebbe, perché per la pubblicazione di un punto di vista diverso da quella del potere si può essere accusati di alto tradimento? Come si può giudicare un giornalista che ha solo fedelmente svolto il proprio lavoro - è stato sui luoghi degli eventi ed ha scritto su questi così come li capiva e li ha visti?
Tutto ciò che sta accadendo a Kirill Vyshinskij è un calcolo freddo e la tecnologia politica
l presidente ucraino Petro Poroshenko ha deciso di candidarsi per un secondo mandato. Ha deciso molto tempo fa ed iniziato i preparativi invisibili e segreti per le elezioni nell'estate 2017. Fu allora, come ora è diventato chiaro come i servizi iniziarono a seguire Vyshinskij. Poi le persone di Poroshenko nella SBU e del GRU (servizi ucraini) hanno iniziato a progettare le provocazioni contro Nadezhda Savchenko con l’accusa al pilota di aver organizzato un omicidio dei deputati della Verkhovna Rada e del capo dello stato. Nell’agosto del 2017, per un articolo sui media russi è stata arrestata anche la giornalista di Zhytomir Vasilj Muravizkij. Nello stesso momento è iniziata la sorveglianza del caporedattore della pubblicazione indipendente ucraina "Strana.ua" Igor Guzhva.

Tutto questo è avvenuto con un unico obiettivo: preparare una serie di eventi politici risonanti per creare l'impressione nell'elettorato che esistano nemici, spie e "Agenti del Cremlino" tutt'intorno e per questo sia necessario unirsi attorno al "padre del popolo" Petro Poroshenko o dichiarare la legge marziale e l’annullamento delle elezioni.
Ed ecco che ora il mio amico e collega Kirill Vyshinskij è entrato in questo tritacarne. Perché proprio lui? Ma perché era troppo fastidioso per la verità e per i discorsi chiari su ciò che sta accadendo in Ucraina pubblicati sul portale che dirige.
Questa è oggi l’Ucraina per i giornalisti di talento, condivide la sorte - o essere uccisi, come Stenin e Buzina, o essere in prigione, come Vyshinskij.



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